STANCHI, Carlo
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- STANCHI, Carlo
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Sestri Ponente
- Data di nascita
- April 11 1897
- Luogo di morte
- Sestri Ponente
Biografia / Storia
- Nasce a Sestri Ponente (GE) l’11 aprile 1897 da Edoardo e Luigia Comotto, tracciatore. Carlo è il penultimo degli otto figli del “sovversivo” Edoardo (Sestri P. 26 giugno 1855 - 14 aprile1929). Di questi, C. stesso, Dante (Sestri P. 9 aprile 1891 - 5 luglio 1957; meccanico); Attilio (Sestri P. 3 maggio 1894 - 5 marzo 1967; operaio metallurgico) e Roberto (Sestri P. 1900 - Marsiglia 1952) seguiranno l’esempio paterno con l’impegno nelle lotte sociali, militando nel movimento anarchico e sindacale. Gli altri quattro figli - Palmira, Enrico, Vittoria e Ferdinando - si limiteranno a simpatizzare con l’impegno dei fratelli, contribuendo, comunque, a costituire una “famiglia anarchica” la cui storia, per oltre mezzo secolo, si interseca e si confonde con quella dell’anarchismo genovese e della Sestri proletaria. C. frequenta solo le prime tre classi elementari. Poi, come tanti altri giovani proletari, va a lavorare in fabbrica. Dotato di buona intelligenza si applica alla lettura della stampa sovversiva dell’epoca e, sull’orma dei fratelli maggiori Dante e Attilio, inizia a militare nel gruppo anarchico sestrese e nell’USI, iscrivendosi alla locale CdL. Durante la Ia guerra mondiale A., D. e C. pur essendo passibili di esonero per la loro qualità di operai industriali, vengono chiamati alle armi e segnalati all’autorità militare. A. viene inviato ad una compagnia di disciplina del Battaglione S. Marco. D. è arruolato in marina nel settembre del 1917. C. è arruolato, anche lui in marina, nell’estate del 1918, e inviato a La Spezia. Riformato dal servizio militare, nel novembre del 1918, C. è, per la sua “pericolosità sociale” allontanato “dalla zona di guerra” e confinato a Bovino (Foggia). Fatte perdere le proprie tracce, C. ritorna a Sestri P., ma qui, il 13 gennaio del 1919, è arrestato, denunciato per violazione al foglio di via e sottoposto stretta sorveglianza. C. è più uomo d’azione, propagandista e agitatore (“Immancabile ad ogni riunione di classe, stimolò sempre gli operai ad assumere atteggiamenti violenti nelle competizioni di carattere economico”, segnala un rapporto di polizia) di quanto non sia portato a tenere conferenze e a scrivere sui giornali del movimento ed è portatore di una visione classista e organizzativista dell’anarchismo; proprio in queste vesti, durante il Biennio rosso, C., insieme ai fratelli A. e D. a cui si aggiunge il giovane Roberto, prende parte attiva alle agitazioni sociali, agli scioperi e all’attività organizzata del movimento anarchico genovese e in particolare nel gruppo Germinal di Sestri P. Si apre un periodo turbinoso. Nell’ottobre del 1919, D. è tra i promotori di un convegno per la costituzione di un fronte unico rivoluzionario in Liguria. Nel settembre del 1920 tutti e quattro i fratelli S. sono impegnati nell’occupazione delle fabbriche. Nel dicembre dello stesso anno, C., in una riunione tenuta alla Camera del Lavoro di Sestri P. viene nominato membro della commissione regionale della costituenda Unione ligure della Gioventù rivoluzionaria. Nel 1921 i fratelli S. sono tra i difensori della CdL di Sestri, assalita dai fascisti. Nel settembre dell’anno successivo C. è costretto ad emigrare in Francia per sottrarsi alle persecuzioni fasciste, espatriano con lui i fratelli A., D. e R. Tuttavia l’anno successivo C. e A. ritornano in Italia, mentre D. e R. si stabiliscono a Marsiglia. Negli anni successivi R. si stabilisce a St.-Etienne e intraprende un’attività di venditore di libri, mentre D. si sposta di città in città (trascorre anche un breve periodo in Algeria). Entrambi mantengono stretti rapporti con l’emigrazione anarchica in Francia, in particolare con F. Barbieri, M. Bianconi, Giovanni e Gusmano Mariani, Attilio Scarsi. Per quanto riguarda C., ritornato a Sestri P. è costretto a lavorare in piccole officine perché appena i fascisti lo scoprono lo fanno licenziare. Tuttavia C., nonostante le difficoltà e la stretta vigilanza a cui è sottoposto, riesce a mantenere i contatti con il piccolo gruppo di vecchi compagni che costituiscono la rete clandestina genovese (tra cui P. Caviglia e E. Grassini) e a organizzare tramite i fratelli rimasti in Francia, l’arrivo di giornali e materiali di propaganda da Marsiglia. nella primavera del 1931, una spedizione clandestina è intercettata dalla polizia e C., insieme ad A., viene arrestato. Il primo maggio del 1931 C. viene assegnato al confino per cinque anni (Lipari e Ponza), mentre A. viene confinato per due anni (Lipari). Liberato il 2 maggio del 1936 e iscritto nell’elenco delle persone pericolose in linea politica, C. ricomincia il suo peregrinare da un’officina all’altra, per un certo periodo lavora proprio in quella di Emilio Grassini, il punto di riferimento delle attività clandestine degli anarchici genovesi. Nello stesso anno D. e R. partono dalla Francia per arruolarsi nelle Brigate Internazionali e rimangono in Spagna fino al 1939. C. che è ripetutamente fermato nel ‘37 e ‘38 per misure di P.S., prende attivamente parte alla riorganizzazione clandestina del movimento anarchico. Il 10 giugno del 1940 viene arrestato e inviato al campo di concentramento di Manfredonia e nel 1943 a quello di Ferramonti (Tarsia – Cosenza). Il 25 luglio, mentre gli altri politici sono liberati, C. viene trattenuto e liberato solo il 5 settembre all’arrivo delle truppe americane. Il 10 settembre riesce a ritornare a Genova benché ferito ad un piede a causa di un mitragliamento avvenuto il 27 agosto da parte di un aereo tedesco sul campo di Ferramonti. Ritornato a Sestri P., riprende il suo lavoro al Cantiere Ansaldo e il suo posto nella lotta, partecipando, tra l’altro alla costituzione della Federazione comunista libertaria e a quella dei primi GAP genovesi. Anche il fratello R., reduce dalla Spagna, tornato a Marsiglia prende parte alla lotta partigiana in Francia militando nel Maquis. Anche le nuove generazioni della famiglia S. sono in prima fila nella lotta antinazista, due giovani nipoti di C., entrambi membri della FCL, pagano con la vita il loro impegno. Dario (Sestri 21/8/1923, figlio di Enrico, operaio allo stabilimento Fossati) partigiano nella Divisione Langhe, viene ucciso dai tedeschi in Valcasotto il 17 marzo 1944; il giovanissimo Walter (Sestri P. 29/3/1928, figlio di Attilio, operaio allo stabilimento S. Giorgio) anche lui partigiano nella divisione Langhe, muore a Serra di Pamparato il 13 marzo dello stesso anno. Nel dopoguerra C. - insieme ai fratelli A. e D., ritornato dalla Francia - milita nella Federazione comunista libertaria ligure, poi nella Federazione anarchica ligure. All’inizio degli anni ’50 prende parte alla ricostituzione dell’USI insieme ad altri vecchi militanti sindacali genovesi (Dettori, Dall’Olio, Piana, Rangone). C. è attivo nei gruppi anarchici del Ponente e nel movimento fino alla morte, avvenuta a Sestri Ponente il 2 marzo 1981. (G. Barroero)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Archivio Storico del Centro di Documentazione di Pegli, Verbali FCLL; [Necrologio di Dante Stanchi], «Umanità nova», 17 mar. 1957; Intervista a Rosa Stanchi, nipote di Attilio, Genova 22 maggio 2002.
Bibliografia: Così caddero compagni nostri, «L’Impulso», 15 apr. 1955; G. Bianco, L’attività degli anarchici nel biennio rosso (1919-1920), «Movimento operaio e socialista», n. 2, 1961; N. Costanzi, I nostri 600 giorni, Genova-Sestri P.; G. Barroero, Anarchismo e Resistenza in Liguria, «Rivista storica dell’anarchismo», lug.-dic. 1998.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Edoardo e Luigia Comotto
Bibliografia
- 2004