SORIO, Leandro

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
SORIO, Leandro

Date di esistenza

Luogo di nascita
Brescia
Data di nascita
March 30 1899
Luogo di morte
Tavernole sul Mella

Biografia / Storia

Nasce a Brescia il 30 marzo 1899 da Luigi e Tassi Maria, cameriere. Stando alle fonti di polizia S. non svolge attività politica di alcun genere nel periodo della sua residenza a Brescia, conclusosi nel 1920. È invece il trasferimento a Roma, avvenuto quell’anno, a favorire un avvicinamento a quanto pare non particolarmente coltivato ai gruppi libertari. Comunque, nella capitale S. è destinato ad assurgere agli onori delle cronache, a causa del pesante coinvolgimento nelle indagini riguardanti l’attentato subito da Benito Mussolini l’11 settembre 1926 ad opera dell’anarchico Gino Lucetti. Il capo del governo uscito illeso dall’attentato, come in altri casi verificatesi nello stesso periodo, utilizza il fatto per applicare più drastiche misure restrittive delle libertà individuali e collettive. S. è accusato di avere ospitato nella propria stanza, nell’albergo Trento e Trieste dove lavorava, nei giorni immediatamente precedenti il fatto, l’esecutore del “più limpido degli attentati a Mussolini”. Al termine del processo, nel giugno del 1927, egli si dichiara innocente, ma subisce la condanna a vent’anni di reclusione, poi scontata in varie prigioni della penisola senza quasi intrattenere contatti con amici e familiari, che in pratica lo isolano. Nel febbraio del 1937 disporrebbe dei requisiti per accedere ai benefici previsti dal regio decreto d’amnistia, ma è prima scarcerato e poi, nell’arco di una settimana, nuovamente arrestato dai carabinieri. S., in un certo senso inizialmente travolto dagli eventi, pare irrobustire, ed irrigidire, la propria fede politica nella prigionia. Le autorità sottolineano in varie missive indirizzate al duce l’“irriducibile pericolosità dell’individuo” e ne consigliano l’invio al confino. Il provvedimento è deliberato nel mese di aprile e quindi attuato in settembre. Ancora le fonti di polizia indicano che le frequentazioni di S. nelle isole di Ponza e Tremiti continuano a riguardare, in primo luogo, gli elementi anarchici. Al punto che nel giugno del 1942, al momento della scadenza del nuovo periodo detentivo, i funzionari competenti decidono, data la delicatezza del frangente bellico, di trattenerlo ulteriormente. La locale Prefettura registra il rientro di S. a Brescia nell’agosto del 1943, dopo la caduta del fascismo il 25 luglio e prima della nascita nella parte centro-settentrionale del paese della Repubblica sociale italiana. Attivo nella resistenza bresciana, dopo la seconda guerra mondiale egli si trasferisce a Tavernole sul Mella, nella provincia della città natale, dove continua a professare il proprio credo politico, impegnandosi comunque principalmente nel campo cooperativo. S. muore a Tavernole il 14 dicembre 1975. (R. Bernardi)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Archivio centrale dello Stato, Fondi processuali, 1925-1927, ad nomen; Fondazione “Luigi Micheletti” – Brescia, Fondo militanti, ad nomen.

Bibliografia: M. Zane, Anarchici di quartiere, «Rivista storica dell’anarchismo», 1995, pp. 29 ss.; R. Lucetti, Gino Lucetti, Carrara 2000, pp. 106 sgg.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Luigi e Tassi Maria

Bibliografia

2004

Persona

Collezione

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