SIMONCELLI, Vincenzo
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- SIMONCELLI, Vincenzo
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Cesenatico
- Data di nascita
- September 3 1888
- Luogo di morte
- Cesenatico
Biografia / Storia
- Nasce a Cesenatico (fc) il 3 settembre 1888 da Innocente e Santa Briganti, commerciante. Detto “Cianci”. In base alla documentazione disponibile non è possibile stabilire se la sua adesione all’anarchismo risalga, come è probabile, all’epoca giolittiana. Acceso antimilitarista, manifesta una netta avversione nei confronti della prima guerra mondiale. Durante la rotta di Caporetto è denunciato perché avrebbe pubblicamente brindato e inneggiato alla vittoria austriaca, ma poi è assolto dal Tribunale di Forlì per insufficienza di prove. Nel dopoguerra ha stretti legami con gli anarchici di Ancona ed è in corrispondenza con compagni e gruppi di altre località, in particolare Imola e Firenze. È sposato con Lea Caimmi, vive agiatamente, è di carattere poco espansivo, frequenta la compagnia degli anarchici locali ma fa vita piuttosto solitaria. A Cesenatico è in stretti rapporti con l’anarchica Viera Caimmi. Durante il “Biennio rosso” è molto attivo, fa propaganda tra gli operai attraverso riunioni e distribuzione di stampati anarchici. Le autorità lo ritengono pericoloso per l’ordine pubblico in considerazione dell’ascendente che ha sulle masse operaie. Per opporsi al dilagante fascismo crea con altri e dirige a Cesenatico una squadra di Arditi del popolo. Del gruppo sembra faccia parte anche il fratello Tito, comunista (verrà condannato a quattro anni di confino nel 1930, amnistiato nel 1932 per il Decennale). Il 9 gennaio 1923 è colpito da mandato di cattura per correità nell’omicidio del fascista Clearco Montanari e per il tentato omicidio di Leandro Arpinati (episodio avvenuto nel 1922), ma si rende latitante e fugge all’estero. Nel giugno successivo il Giudice Istruttore di Forlì emette un nuovo mandato di cattura nei suoi confronti per avere fatto parte di squadre armate e per avere esercitato in esse “un comando superiore”. Il 21 marzo 1925 la Corte di Assise di Forlì lo condanna a cinque anni di reclusione per complicità in omicidio, ma in seguito viene amnistiato. Nel dicembre dello stesso anno viene segnalato in Francia, a Parigi. Rientra a Cesenatico il 18 marzo 1926, senza subire particolari conseguenze. Da ora in poi sarà sempre vigilato. Continua a professare idee anarchiche e a frequentare persone “politicamente sospette”, anche se mantiene un contegno prudente e riservato. Nel 1927, dopo una perquisizione domiciliare infruttuosa, viene munito di carta d’identità e diffidato. Compie alcuni viaggi per ragioni di lavoro (commercia in carboni e altri generi) e a partire dal dicembre del 1931 gli è concesso perfino di recarsi più volte in Svizzera per brevi periodi con regolare passaporto, sempre a scopo di commercio. Ne approfitta per incontrarsi con anarchici ed altri antifascisti, tra i quali l’imolese Attilio Bulzamini, all’epoca esule a Zurigo, e Curzio Bertozzi. Alcuni di questi incontri sono segnalati alle Autorità italiane da un informatore, secondo il quale negli ambienti anarchici S. sarebbe “tenuto molto in sospetto sia perché risaputo scaltro ed intelligente e sia perché lo si vede munito di regolare passaporto ciò che lo fa ritenere come agente provocatore”. In ogni caso il Prefetto di Forlì chiede che sia inserito nella Rubrica di frontiera e perquisito, sotto forma doganale, a ogni attraversamento di confine. Anche negli anni Trenta continua la sua relazione, politica e probabilmente già anche affettiva, con Viera Caimmi. La sorveglianza delle Autorità di PS nei suoi confronti prosegue almeno fino al 1942. Nel secondo dopoguerra è tra i principali animatori della ricostituzione del movimento anarchico a Cesenatico e in Romagna. Partecipa alle riunioni e ai Convegni della Federazione Anarchica Romagnola, invia comunicati e corrispondenze a «L’Aurora» e «Umanità nova». Come delegato del Gruppo di Cesenatico o della FAR è presente inoltre a diversi Congressi e Convegni nazionali della FAI: II Congresso di Bologna (16-20 marzo 1947); III Congresso di Livorno (23-25 aprile 1949); IV Congresso di Ancona (8-10 dicembre 1950); Convegno naz. Pro Vittime Politiche (Bologna, 20 maggio 1951); V Congresso di Civitavecchia (19-22 marzo 1953). Alle riunioni si presenta spesso insieme alla sua compagna Viera (conosciuta nel movimento libertario come Wiera Caimmi Simoncelli). Muore a Cesenatico il 17 febbraio 1957. (G. Landi)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; ivi, Direzione polizia politica, f. personali, ad nomen.
Bibliografia: Lutti. Vincenzo Simoncelli, «Umanità nova», 17 febbraio 1957; Federazione anarchica italiana, Congressi e convegni. 1944-1962, a cura di U. Fedeli, Genova 1963.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Innocente e Santa Briganti
Bibliografia
- 2004