​TOCCI, Pietro Baldassarre Pilade

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​TOCCI, Pietro Baldassarre Pilade

Date di esistenza

Luogo di nascita
Livorno
Data di nascita
May 11 1850
Luogo di morte
La Spezia

Biografia / Storia

Nasce a Livorno l’11 maggio 1850 da Andrea e Carola Vandini, barbiere, poi spedizioniere fer­roviario e edicolante. La sua adesione all'inter­nazionalismo antiautoritario avviene presumi­bilmente durante i primi anni Settanta nella sua città natale, dove la sezione dell'Associazione internazionale dei lavoratori è tra le più attive della Toscana. Tocci è uno dei militanti "iti­neranti" della costa tirrenica dell'alta Toscana che si spostano di città in città per motivi sia di lavoro che politici e svolgono un'attiva opera di sostegno alla diffusione degli ideali libertari. Già alla metà degli anni Settanta Tocci è in buoni rapporti con gli internazionalisti pisani, un suo articolo appare sul n. 19 del 2 luglio 1876 del settimanale satirico politico pisano il «Papa fic­canaso». Il periodico ben presto viene sottopo­sto a sequestro da parte delle autorità "per le sue ispirazioni socialistiche".

Tocci collabora anche al primo periodico internazionalista «II Lavoro» che si stampa pure a Pisa e sul n. 3 del 10 feb­braio 1878 appare un suo articolo dal titolo Pensieri di un diseredato, nel quale sostiene la ne­cessità del rifiuto della politica per un progetto insurrezionale e rivoluzionario. In data impre­cisata si trasferisce alla Spezia e continua la militanza politica che svolge anche nel carrare­se. L'attività dei libertari spezzini preoccupa gli organi di polizia secondo i quali gli anarchici "pericolosi" raggiungono il numero di circa 70 e sono capeggiati da Tocci.

Con la collaborazione della Questura di Livorno e dell'Ufficio del de­legato di PS di Carrara, la Questura della Spezia architetta una montatura, tramite un agente provocatore infiltrato nel gruppo anarchico. La spia fa filtrare la notizia, del tutto inventata, di un possibile attentato dinamitardo al teatro Politeama della Spezia in programma per il 19 feb­braio 1889. Tocci insieme ad altri 12 compagni viene arrestato e processato presso il Tribunale di Genova il 7 ottobre 1890 con l'accusa di "as­sociazione a delinquere allo scopo di commette­re reati contro la persona e la proprietà". La difesa degli imputati ha buon gioco nel fare emergere tutta la verità sulla montatura polizie­sca cosicché l'accusa, che ha richiesto per Tocci una condanna ad otto anni, è costretta a ritirare la tesi della preparazione dell'attentato. Resta tut­tavia l'imputazione di "associazione a delinque-re" per la quale T. viene condannato a tre anni e due mesi di reclusione e a due anni di vigilanza di PS. La sentenza è confermata dalla Corte d'ap­pello di Genova il 20 dicembre.

Alla fine del 1893, Tocci ospita Luigi Molinari giunto nei paesi del marmo per un ciclo di conferenze. Succes­sivamente Tocci è coinvolto nei moti di Carrara del 1894, sorti in solidarietà alle agitazioni dei Fasci siciliani, e viene giudicato dal Tribunale di guerra di Massa il 26 febbraio con l'accusa di "associazione a delinquere ed incitamento a commettere reati contro l'ordine pubblico e de­stando l'odio fra le classi sociali" perché durante una perquisizione presso il suo domicilio ven­gono trovati scritti, documenti anarchici e so­prattutto lettere che dimostrano i suoi rapporti con i principali leader libertari toscani - come P. Gori -, e no. Il Tribunale però si dichiara incompetente a giudicare e invia la documenta­zione alla Spezia. La Commissione provinciale condanna il 1° settembre T. a cinque anni di domicilio coatto. Nel frattempo il militante livornese si è dato alla latitanza e ha raggiunto la Svizzera, dove trova una vivace comunità di esuli e dove riabbraccia Pietro Cori. Il 27 settembre 1894 Tocci è espulso dal territorio elvetico.

Nei primi anni del Novecento risulta tra i collabo­ratori del periodico settimanale spezzino «II Libertario». Nel luglio del 1909 è nuovamente arrestato per "minacce con arma e porto abusivo di coltello". Il 22 gennaio 1911 partecipa al Congresso anarchico provinciale che si svolge alla Spezia. Nel  1915 è ancora attivo ed è membro del gruppo anarchico "Né dio né pa­drone" di Migliarina. Muore alla Spezia il 9 febbraio 1916. (F. Bertolucci -I. Rossi)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Archivio di Stato Genova, Tribunale, Sentenze penali 1890; Archivio di Stato La Spezia, Gabinetto Prefettura, b. 2, fasc. 4; Archivio di Stato Pisa, Ispezione Pubblica Sicurezza, b. 860, ad nomen; Biblioteca comunale - Imola, Fondo Costa; Archivio dello Stato Milano, PS, cart. 84; «L'Eco del Carrione», suppl. n. 18, 27 feb. 1894.

Bibliografia: G. Perillo, Il movimento anarchico a La Spezia dal 1888 al 1893, «Movimento operaio e socialista in Liguria», gen.-feb. 1959; ivi, mar-giu. 1959; N. Badaloni, Democratici e socialisti livornesi nell’Ottocento, Roma 1966, ad indicem; L. Briguglio, Il Partito Operaio Italiano e gli anarchici, Roma, Edizioni di storia e letteratura, 1969, p. 17; A. Bianchi, Storia del movimento operaio di La Spezia e Lunigiana (1861-1945), Roma, 1971, ad nomen; F. Bertolucci, Anarchismo e lotte sociali a Pisa 1871-1901, Pisa, 1988, ad nomen.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Andrea e Carola Vandini

Bibliografia

2004

Persona

Collezione

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