​TOCCAFONDO, Vincenzo

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​TOCCAFONDO, Vincenzo

Date di esistenza

Luogo di nascita
San Giuliano Terme
Data di nascita
10 Agosto 1896
Luogo di morte
Sampierdarena
Data di morte
23 Ottobre 1980

Attività e/o professione

Qualifica
Calderaio

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a San Giuliano Terme (PI) il 10 agosto 1896 da Giuseppe e Isolina Degli Innocenti, calderaio. Abbandonati gli studi dopo il conseguimento della licenza elementare lascia da giovane il paese di origine e si stabilisce a Sampierdarena (GE). Presta servizio militare in marina. A contatto con gli ambienti operai matura le sue concezioni anarchiche federaliste e sindacaliste di classe. Toccafondo aderisce all’USI e alla Camera del lavoro di Sampierdarena ed è in prima fila negli scioperi del Biennio rosso, nell’occupazione delle fabbriche e nella difesa proletaria dall’attacco fascista. Giunti i fascisti al potere, Toccafondo espatria in Francia e si stabilisce a Marsiglia dove trova lavoro nello stabilimento metallurgico Foque e mantiene rapporti con gli ambienti anarchici locali.

Nell’aprile del 1925 ritorna in Italia e si stabilisce nuovamente a Sampierdarena, dove si impiega come meccanico alle Officine Broccardi. Nel luglio dello stesso anno sposa Maria Lasagna che gli darà i figli Giuseppe e Gina. Toccafondo riprende discretamente i contatti con gli altri militanti genovesi, ma la ricezione di un plico di giornali anarchici francesi gli attira le attenzioni della polizia: è perquisito, schedato come anarchico e sottoposto a sorveglianza in quanto “elemento pericoloso per l’ordine pubblico”.

Nel maggio del 1927 viene arrestato per stampa clandestina e diffusione di manifestini antifascisti e sottoposto ai vincoli dell’ammonizione per la durata di due anni. Nel gennaio e giugno del ’31, novembre del ’32, giugno del ’33, dicembre del ’35, giugno del ’38 viene fermato per misure precauzionali di polizia politica. Il suo impegno tuttavia non scema: per oltre dieci anni scrive di suo pugno una rivista - «L’Antistato» - in singola copia su quaderni scolastici facendola circolare fra compagni e colleghi. Vi si trovano bozzetti sociali, ritratti storici, momenti di storia dell’anarchismo e della guerra di classe, lunghi articoli contro il fascismo e le guerre imperialiste. Allo scoppio della guerra Toccafondo, come tanti altri, ritenuto “capace di turbare l’ordine pubblico”, è fermato e internato nel campo di concentramento di Manfredonia. Qui avviene la sua definitiva maturazione politica e culturale a contatto con altri confinati e con intellettuali come Ernesto Rossi.

Nel febbraio del 1942 è trasferito a Pisticci e liberato il 25 luglio del 1943. Tornato a Genova riprende il suo posto nella lotta antifascista e prende parte all’organizzazione dei primi nuclei anarchici clandestini insieme a Raspi, Dettori, Grassini e altri. Impiegato nello stabilimento Costruzioni Meccaniche Navali entra a far parte del CLN aziendale e, come rappresentante comunista libertario, nel CLN di Sampierdarena, dal novembre del 1944.

Dopo la guerra Toccafondo è uno dei militanti più in vista del genovesato, aderisce alla Federazione Comunista Libertaria Ligure e poi alla FAL nel gruppo anarchico di Sampierdarena. Colto, autodidatta Toccafondo è, insieme a Umberto Marzocchi e a Virgilio S. Mazzoni, uno dei conferenzieri liguri più apprezzati e richiesti. Dal giugno del 1946 è direttore responsabile del quindicinale anarchico genovese «L’Amico del Popolo», al quale collabora con editoriali e numerosi articoli, spesso con lo pseudonimo di Ermete Giovannini. Partecipa come delegato della federazione ligure a numerosi congressi e convegni nazionali. Nel 1965 Toccafondo abbandona la FAI (insieme ad altri vecchi compagni genovesi come Chessa, Strinna, Rolando e Tolu) per aderire ai neocostituiti Gruppi di Iniziativa anarchica. Muore a Sampierdarena il 23 ottobre 1980. (G. Barroero)

Fonti

Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; A. Bosi, Profilo di Vincenzo Toccafondo, «Gazzettino Sampierdarenese», nov. 1980; U. Marzocchi, è morto il compagno Vincenzo Toccafondo, «L’Internazionale», dic. 1980; Istituto storico della Resistenza in Liguria, Fondo CLN; Archivio Storico del Centro di Documentazione di Pegli, Verbali FCLL; Ivi, Carte Toccafondo, E. Giovannini, Bozzetti sociali e profili storico-social

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Persona

Collezione

quartiere