​TINTA, Antonio

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​TINTA, Antonio

Date di esistenza

Luogo di nascita
Trieste
Data di nascita
April 21 1881
Luogo di morte
Trieste

Biografia / Storia

Nasce a Trieste il 21 aprile 1881 da Antonio e Caterina Bernich, macchinista e fuochista. Nei primi anni del ‘900 è attivo nel gruppo anarchico del Circolo Luccheni che si riunisce al Caffè Sociale del Corso a Trieste. Nel febbraio 1902, già all’inizio della vertenza dei trecento fuochisti del Lloyd Austriaco di navigazione, che rivendicano condizioni di lavoro più umane a bordo, questo circolo diventa, secondo gli atti di polizia il centro propulsore di una intensa attività di stimolo per la riuscita della vertenza. T., con Ferdinando Castro, fa parte del Comitato di resistenza dei fuochisti che vuole la proclamazione dello sciopero generale. Il 14 febbraio 1902, secondo giorno di sciopero generale, si scatena una dura repressione da parte delle autorità austriache, l’esercito spara sui manifestanti causando quattordici morti, una cinquantina di feriti. Nei giorni successivi, dopo la proclamazione dello stato d’assedio, si scatena una “vera follia antianarchica” con la “caccia spietata alle facce sospette” con arresti ed espulsioni di decine di anarchici. Nel 1906 T. fa parte del gruppo libertario che cura il giornale quindicinale «La Plebe». Dal 27 aprile al 21 dicembre 1906 escono 18 numeri, tutti colpiti da sequestro da parte della polizia, che però vengono distribuiti ugualmente a Trieste ed altre località dell’Istria, Fiume e Zara, con altri sistemi alternativi atti ad eludere la stretta sorveglianza delle autorità. Il giornale all’inizio è redatto da Pietro Miani, uno scalpellino nativo della cittadina istriana di Grisignana, segretario del sindacato di categoria, e successivamente da T. che in precedenza è stato alla direzione dei corsi di istruzione tecnica all’Università Popolare a Trieste. Nel 1907, T. con alcuni compagni del gruppo «La Plebe», è promotore di un iniziativa per fondare un circolo di cultura con biblioteca dove poter svolgere conferenze e attività politiche, (in alternativa al Circolo di Studi Sociali di Trieste controllato dai socialisti che talvolta precludono l’ingresso agli operai anarchici). Questa iniziativa, tra l’altro criticata e non condivisa da altri anarchici, viene stroncata sul nascere dall’intervento della polizia durante la riunione costitutiva. Il 29 novembre 1908, per l’istituzione dell’Università italiana a Trieste viene indetto un comizio al Politeama Rossetti, tra i vari interventi prende la parola T. per affermare: “gli anarchici, che sono sempre qualificati come teppa, riconoscono l’utilità degli studi superiori e, pur non illudendosi sulla remissività del governo, saranno sempre in prima fila quando si tratterà di combattere per la giustizia e il diritto conculcati” (cit. «La Protesta Umana», Milano 13 feb. 1909, a firma L’Antimilitarista Pagano, pseudonimo di Federico Pagnacco). Nel 1910 T. dà il nome di Germile al figlio (durante il fascismo Germile verrà denunciato al Tribunale Speciale per “partecipazione ad associazione sovversiva” e poi assolto in istruttoria nell’estate del 1934). Il 17 febbraio 1915, T. è incluso in una lista di oltre cinquanta anarchici inviata dalla polizia al Comando distrettuale di marina di Trieste. Dopo la fine della prima guerra mondiale T. frequenta, anche come conferenziere, l’attivo Circolo di Cultura aperto dagli anarchici proprio di fronte alle Sedi Riunite e alla Camera del lavoro, in via Madonnina a Trieste. Verrà chiuso dalla polizia dopo il ritrovamento casuale di una bottiglia di benzina sulle scale, nel periodo d’inizio delle provocazioni fasciste. Poi gli anarchici continueranno ad incontrarsi presso il Caffè Union controllati a vista dalla polizia. Muore a Trieste il 13 aprile 1941. (C. Venza)

Fonti

Fonti: Archivio di Stato Trieste, Direzione di polizia, Atti presidiali riservati, b. 247, b. 353, b. 357 e b. 379.

Bibliografia: L. Domokos, Trieste. I fatti di febbraio. La politica nazionale e il partito socialista, Roma 1902; E. Maserati, Gli anarchici a Trieste durante il dominio asburgico, Milano 1977; U. Tommasini, L’anarchico triestino, a cura di C. Venza, Milano 1984.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Antonio e Caterina Bernich

Bibliografia

2004

Persona

Collezione

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