TASSI, Libertario
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- TASSI, Libertario
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Sassoferrato
- Data di nascita
- April 5 1904
- Luogo di morte
- Roma
Biografia / Storia
- Nasce a Sassoferrato (AN) il 5 aprile 1904, da Ciro e Cleofe Amori, meccanico. Fin da ragazzo manifesta le sue idee anarchiche con molta passione, “dimostrandosi fanatico assertore di tali teorie ed attivo propagandista”. Nell’agosto del 1923 con alcuni compagni espatria clandestinamente in Francia, per sottrarsi alle persecuzioni del regime. Dopo alcune peregrinazioni si trasferisce a Dudelange in Lussemburgo, dove trova occupazione presso le locali acciaierie. Anche all’estero è politicamente attivo e abbina alla propaganda diverse azioni sovversive. È accusato dell’attentato alla casa del cavaliere Rossini, fascista del luogo, distrutta da una bomba; spesso viene alle mani con i suoi avversari politici e per questo suo comportamento viene espulso dal Lussemburgo nel giugno del 1928. Rimane clandestinamente nel paese, impegnato nella ricerca di lavoro e nella propaganda politica; risulta membro della locale sezione del soccorso rosso e del comitato anarchico.
Riabilitata la sua posizione con le autorità lussemburghesi, si sposa con la coetanea Settimia Albertini, da cui ha due figli, un maschio e una femmina: il primo con il nome di Kropotkine (chiamato comunemente "Tino") e la bambina con il nome di Virgilia (Ilia). Nel 1934 riprende con pieno impegno la sua attività politica, rischiando una nuova espulsione. Nel gennaio del 1935 il suo nome con foto appare sul Bollettino delle ricerche, supplemento dei sovversivi, dove viene definito “anarchico pericoloso da fermare e tradurre ad Ancona”. Scadutogli il passaporto, viene espulso dal Lussemburgo.
I problemi di lavoro e la sua fede lo convincono ad andare a combattere in Spagna, dove si reca nel novembre del 1936. Dopo un breve periodo di addestramento ad Albacete è incorporato nel Battaglione Garibaldi. Combatte sul fronte di Madrid, chiede poi di essere assegnato al reparto telefonisti e, con questa nuova mansione, è inquadrato nella Brigata Garibaldi, quindi assegnato al comando di brigata. Nel maggio 1937 è delegato politico della seconda compagnia del secondo battaglione. Dopo i fatti di Barcellona è spedito in licenza in Francia, ma visto il precipitare della situazione nelle file anarchiche rientra in Spagna prima della scadenza della licenza, per allontanarsene definitivamente nel settembre dello stesso anno. Riesce a far ritorno a Dudelange, dove si riunisce alla famiglia e promette alle autorità di non svolgere più attività politica, ma in verità continua a scontrarsi con i fascisti del luogo.
Con l’occupazione tedesca la sua posizione si fa più critica; nell’aprile del 1941 è arrestato dalla polizia tedesca e tradotto in Italia. Interrogato in Questura ad Ancona, cerca di minimizzare la sua nota avversione verso il fascismo, ma le autorità non gli credono e viene condannato a tre anni di confino all’isola di Ventotene. Al confino si ammala, ma non rinuncia alla sua attività politica. Nel luglio del 1943 è trovato in possesso di un manoscritto di propaganda antifascista e viene tradotto nelle carceri giudiziarie di Santa Maria Capua Vetere. Successivamente è trasferito al campo di prigionia di Renicci di Anghiari (AR), dove è addetto alla manutenzione del magazzino; in questo periodo il suo stato di salute si aggrava. Riesce a fuggire dal campo nel settembre del 1943, approfittando della diminuita sorveglianza. Muore a Roma il 21 aprile 1966. (R. Lucioli)
Fonti
- Fonti Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Archivio di Stato Ancona, Fondo Questura: sorvegliati politici, ad nomen; Fondo aicvas, ad nomen.
Bibliografia: R. Lucioli, Gli antifascisti marchigiani nella guerra di Spagna (1936-1939), Ancona 1992, pp. 125-126.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Ciro e Cleofe Amori
Bibliografia
- 2004