​TAGLIAFERRI, Astorre

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​TAGLIAFERRI, Astorre

Date di esistenza

Luogo di nascita
Campiglia Marittima
Data di nascita
September 13 1901

Biografia / Storia

Nasce a Campiglia Marittima (LI) il 13 settembre 1901 da Amerigo e Maria Quintilia Pistolesi, pittore gessatore. Giovanissimo partecipa alle attività del movimento anarchico e alle lotte del Bienno rosso. Il 19 agosto 1922 viene accusato, insieme a Giuseppe Parenti, di aver preso parte a Campiglia all’uccisione di un fascista e al ferimento di altri due. Sfuggito all’arresto, lascia l’Italia e ripara clandestinamente in Francia, dove abita a Marsiglia e a Lyon. Il 5 novembre 1924 la Corte d’assise di Pisa lo condanna, in contumacia, a trent’anni di carcere duro per omicidio e mancato omicidio e alla fine del 1926 le autorità italiane chiedono a quelle transalpine il suo arresto provvisorio, in attesa dell’estradizione, e lo descrivono come un uomo di statura alta, corporatura snella, fronte spaziosa, occhi castani vivaci e colorito bruno.

Il 23 marzo 1927 T. è segnalato dal capo della polizia di Mussolini come “pregiudicato pericolosissimo”, ricercato per l’uccisione di un fascista, e il 23 aprile viene schedato dalla Prefettura di Livorno, la quale ricorda che, quando abitava a Campiglia, si comportava bene in famiglia. Aveva però carattere ribelle e impulsivo, riscuoteva cattiva fama per la sua condotta politica, frequentava i sovversivi del posto e professava “con fervore le teorie anarchiche, esplicando attività diretta a menomare la sicurezza dello Stato”.

L’11 maggio 1931 T. è segnalato tra i frequentatori del Circolo anarchico Sacco e Vanzetti di Lyon, insieme a Gusmano Mariani, Adriano Vanni, Attilio Scaltri e Italo Ragni. All’epoca abita a Villeurbanne, fa l’imbianchino e dice di chiamarsi Alberto Meini; considerato molto pericoloso per l’ordine pubblico, cerca di non mettersi in vista per evitare “noie” con la polizia francese. Il primo giugno la Questura di Livorno chiede che venga iscritto nel “Bollettino delle ricerche», come “anarchico da arrestare”, con riproduzione della fotografia, e il 7 luglio le autorità transalpine lo traggono provvisoriamente in arresto, su istanza del Ministero italiano della giustizia, che ne ha sollecitato l’estradizione. Per impedirne la consegna, gli anarchici e i sindacalisti della regione rodaniana danno vita a un’intensa agitazione e il primo settembre il giornale libertario di Lyon, «Insorgiamo!», gli dedica un articolo, dove rammenta che soltanto la “complicità palese” degli organi dello Stato liberale ha permesso ai “criminali del fascio”, alle “orde fasciste” di trionfare sul proletariato italiano, che, deposta la pazienza, si era levato contro di loro come un “leone ruggente”: “Che cosa restava da fare a noi che non siamo né dei “politici” né dei “sindacalisti” nella tremenda situazione che va dal 21 fino alla cosidetta marcia su Roma? L’attacco isolato, la difesa disperata quando le squadracce trionfanti ci premevano da vicino? Quando l’urlo bestiale di cento, di mille detriti umani echeggiava pauroso nella notte? Quando grida e minacce di morte si elevavano nel cielo? É Come Spartaco mordeva la polvere nel supremo sacrificio in difesa della libertà, cos“ nella generosa ed ospitale Maremma i figli spirituali di Spartaco difendevano col ferro e col fuoco la casa, la libertà, la vita. Astorre Tagliaferri inseguito, minacciato, attaccato, rispose difendendosi. Qualcuno cadde. Ed è per questo che alla distanza di 9 anni le iene di Roma hanno domandato alla compiacente Marianna l’arresto e l’estradizione del compagno Tagliaferri. A voi camerati francesi agitare l’opinione pubblica del vostro paese; a noi anarchici e rivoluzionari in genere, profughi e proscritti italiani creare attorno al nostro compagno un vasto movimento di simpatia, ed impedire nello stesso tempo – in nome dei più elementari principi di libertà e di giustizia – che il governo francese consegni nelle mani del boia il generoso compagno nostro”.

Il 19 settembre la “Chambre des mises en accusation” respinge l’istanza dei fascisti, “estimant que l’acte d’accusation lui – méme contenait dans l’exposé des faits à la preuve que les crimes reprochés à Tagliaferri étaient de nature politique”, e il 25 ottobre «Insorgiamo!» annuncia : “Con l’animo ricolmo di gioia salutiamo l’avvenuta liberazione del compagno Tagliaferri, avvenuta sabato 19 u.s. Le iene di Roma non avranno – come esse speravano – la loro preda, la domanda di estradizione avanzata dai “caini” dell’Italia fascista è stata rigettata dai magistrati francesi. E questo, grazie al pronto intervento del Comitato di Difesa Sociale di Lione unitamente ai compagni di lingua italiana, che hanno fatto rifulgere tutta la bellezza e la legittimità del gesto di Tagliaferri e tutte le infamie, le brutture degli assassini del governo di Roma. Al compagno Tagliaferri il nostro “ben tornato” e il nostro saluto solidale”. Dopo il rilascio T. si allontana dall’impegno politico e i compagni gli rinfacciano di averli abbandonati, “dopo aver ricevuto da loro tutti gli aiuti possibili” per evitare il rimpatrio. Nella seconda metà del 1932 T. si ferma qualche ora a Ginevra, ripartendone dopo aver appreso da Luigi Bertoni che nella città non c’è possibilità di lavorare, poi va ad Aubagne, presso Marsiglia, e, qualche settimana dopo, torna a Lyon, dove comincia a fare l’imprenditore di pittura e stuccatura e nel 1935 assume alle proprie dipendenze l’anarchico Attilio Scarsi. Nel 1939 è a Villeurbanne, dove fa l’imprenditore edile e professa principi libertari, pur non svolgendo un’attività degna di nota. Rimasto in Francia dopo lo scoppio della Seconda guerra mondiale, viene radiato dallo schedario dei sovversivi il 31 luglio 1950. S’ignorano data e luogo di morte. (F. Bucci - R. Bugiani - G. Piermaria)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Agguato comunista presso Campiglia. Un fascista moribondo e un ferrito. Arresti e rappresaglie, «La Nazione», n. 198, 22 ago. 1922; Astorre Tagliaferri, «Insorgiamo!», 1° set. 1931; Astorre Tagliaferri liberato, ivi, n.2, 25 ott. 1931; Rendiconto finanziario del Comit. Anarchico pro vittime politiche di Lyon, ivi; Insorgiamo. Anche Parenti arrestato, ivi, n. 3, 29 nov. 1931. 

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Amerigo e Maria Quintilia Pistolesi

Bibliografia

2004

Persona

Collezione

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