​TACCETTA, Giovanni

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​TACCETTA, Giovanni

Date di esistenza

Luogo di nascita
Leonforte
Data di nascita
November 4 1902

Biografia / Storia

Nasce a Leonforte (EN) il 4 novembre 1902 da Salvatore e Rosa Potenza, ingegnere. Trasferitosi a Catania nel 1920, per ragioni di studio, si fa notare per le sue idee “estremiste”. Fermato perché si crede sia “in possesso di una lettera del noto anarchico Malatesta”, viene arrestato il 19 dicembre, mentre distribuisce l’opuscolo sovversivo Ascolta soldato di Aristide Tormenti, e segnalato ad alcune manifestazioni antifasciste. Cugino del comunista Nicolò Potenza (che combatterà in Spagna, nelle file delle Brigate Internazionali), T. frequenta il Politecnico di Roma dal 1924 al 1927 e si laurea in ingegneria a Napoli il 31 gennaio 1928.

Tornato nella capitale, supera l’esame di Stato e viene assunto dall’Ufficio del Catasto, che lo manda a Follonica a dirigere, nel febbraio 1929, la costruzione di una strada. In marzo la Questura di Teramo chiede alle autorità centrali di farlo rintracciare in quanto “comunista anarchico”, ma la Questura di Roma risponde che T. sarebbe repubblicano, come ha scritto la Questura di Catania nel 1924. Del resto, nei quattro anni da lui passati nella capitale – insiste la Questura romana –, T. non ha dato “luogo a speciali rilievi con la sua condotta politica”. Sottoposto a “riservata vigilanza”, T. si vede negare il passaporto dalla Questura di Grosseto e nel gennaio 1931 è oggetto di una comunicazione del Ministero dell’Interno, che non soltanto approva il rifiuto della Questura maremmana di rilasciargli il passaporto, ma propone di licenziarlo. In marzo T. viene sbrigativamente cacciato da lavoro e le sue condizioni economiche – che non sono mai state floride – si fanno talmente precarie da spingerlo, nel maggio 1933, a tentare di espatriare clandestinamente, insieme all’anarchico Salvatore Petronari. Ma è avventura senza fortuna e i due vengono fermati a Beaulard, vicino a Bardonecchia, e condannati, il 24 agosto, a due anni di reclusione e una multa. Alla lettura della sentenza Taccetta si mette a gridre: “Viva l’Italia libera, viva la rivoluzione!”, ma il gesto di sfida gli costa l’arresto in aula e la condanna a un altro anno di carcere.

La Corte di appello però annulla, il 27 novembre, la prima condanna e riduce la seconda a sette mesi. Ciò nonostante, T. non viene rimesso in libertà e il 27 dicembre è assegnato al confino per tre anni e portato a Lanusei, dove si dichiara disposto, a quanto pare, ad andare a lavorare nell’“Africa orientale italiana”. Il 29 ottobre 1936 il prefetto di Cagliari suggerisce di agevolarlo a trovare un’occupazione nel Corno d’Africa, “dove, del resto, può essere meglio controllata la sua condotta politica, e dove l’esperienza della vita potrà fargli mutare le idee sovversive”. Rilasciato in novembre per “fine periodo” e tornato a Roma, T. viene incluso, nel febbraio 1937, tra i sovversivi della seconda categoria, da arrestare in occasione di manifestazioni, cerimonie ecc., poi, nel giugno seguente, si stabilisce a Teramo, senza poter trovare un’occupazione e mostrando i segni evidenti di gravi disturbi psichici, causati dalle persecuzioni dei fascisti. Le difficoltà, che lo attanagliano, lo spingono a prendere di nuovo la strada dell’espatrio clandestino, lasciando in bicicletta Teramo il 15 agosto 1939 e avventurandosi sulle Alpi, dove viene arrestato – semicongelato – in Val Veny (Aosta) e condannato a due anni di carcere.

Ritenuto pericoloso nelle “contingenze belliche”, è internato, nel giugno del 1940, a Roseto degli Abruzzi, da dove fugge l’anno seguente. Fermato a Pescara e denunciato, viene ricoverato in manicomio nell’aprile 1943. S’ignorano data e luogo di morte. (F. Bucci - G. Ciao Pointer - C. Gregori)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; ivi, Ministero dell'Interno, Direzione Generale, Pubblica Sicurezza, Affari generali riservati, 1928, b.207;

Bibliografia: A. Dal Pont, S. Carolini, L’Italia al confino, Milano 1983, p. 1383; Pericolosi nelle contingenze belliche : gli internati dal 1940 al 1943, a cura di S. Carolini, Roma 1987, p. 278; Antifascisti nel casellario politico centrale, 18 voll., Roma 1988-1995, vol. 17, pp. 395-396.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Salvatore e Rosa Potenza

Bibliografia

2004

Persona

Collezione

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