SECHI, Salvatore

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
SECHI, Salvatore

Date di esistenza

Luogo di nascita
Roma
Data di nascita
August 30 1897

Biografia / Storia

Nasce a Roma il 30 agosto 1897 da Sebastiano e Grazia Achenza, carbonaio imbarcato. Sicuramente di fede anarchica prima del 1920, riesce in questi anni a mantenersi in contatto e in corrispondenza con altri esponenti del movimento anarchico in Italia e all’estero dove si reca per il suo lavoro Viene segnalato e schedato per la prima volta nel 1920 a Livorno quando, nel corso di una serie di scontri tra gruppi antifascisti e forza pubblica, lancia una bomba contro il porticato della locale questura. Viene definito come un elemento di carattere “calmo” ma capace di compiere “atti inconsulti”. In questa fase è in contatto con gli ambienti anarchici livornesi e, in particolare, con Gino Magnozzi, Ilio Scalo, Virgilio Fabbrucci; è segnalato ancora come autore di una attiva propaganda e per diffusione di stampa libertaria, prendendo parte a tutte le manifestazioni contro il fascismo e di area anarchica. Quando, nel 1927, le norme restrittive introdotte dal fascismo per tutti coloro che lavoravano su navi e piroscafi lo costringono di fatto alla disoccupazione, tenta più volte di ottenere il nulla osta necessario per l’imbarco. Le sue istanze vengono metodicamente rifiutate per i suoi precedenti e per le idee cui continua a aderire. L’11 gennaio 1929, approfittando di un errore materiale di trascrizione e dell’appoggio di altri compagni di fede, riesce ad imbarcarsi sul piroscafo Respice Patriam raggiungendo prima Tolone e poi Filadelfia: in conseguenza di ciò viene iscritto tra le persone da arrestare al rientro in Patria e in Rubrica di frontiera, dichiarato disertore e segnalato come “capace di attentato”. Durante la sua permanenza all’estero non sembra abbia svolto una particolare attività, anche se le informative sul suo conto lo definiscono come un pericoloso anarchico. Il 18 gennaio 1934 rientra in Italia, colpito da decreto di espulsione; arrestato e scortato a Roma viene riconosciuto “pericoloso per sé e per gli altri” e, quindi, rinchiuso, prima nell’ospedale psichiatrico di Genova, poi in quello di Volterra. Dimesso prima della guerra, viene nuovamente internato – per un breve periodo – nel 1942 quando torna a lavorare pur continuando a essere vigilato. S’ignorano data e luogo di morte. (P. Iuso)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Sebastiano e Grazia Achenza

Bibliografia

2004

Persona

Collezione

città