ROSSI, Veraldo detto Aldo

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
ROSSI, Veraldo detto Aldo

Date di esistenza

Luogo di nascita
Roma
Data di nascita
April 14 1921
Luogo di morte
Roma

Biografia / Storia

Nasce a Roma il 14 (in alcuni documenti il 16) aprile 1921, da Raimondo e Ines Thierry. Chiamato comunemente Aldo è di origini borghesi (il padre pasticciere è l’inventore dei famosi “Amaretti di Fiuggi”) e studia Lingue Orientali all’università di Napoli. Militare l’8 settembre 1943, prende la via dei monti e organizza una formazione partigiana in Ciociaria, nella zona di Fiuggi, Porciano e Cassino. È iscritto al PCI e mantiene i contatti con la Resistenza romana, legata direttamente con il Comitato di Liberazione nazionale. Ma nelle operazioni partigiane dove è protagonista la formazione, il comunismo viene inteso in senso libertario e in ogni località liberata le popolazioni contadine e artigiane vengono orientate verso forme di autogoverno efficienti e liberamente organizzate. Durante la lotta partigiana conosce Anna Maria Pietroni e con lei condividerà la lotta clandestina e la dissidenza all’interno del partito che insieme abbandoneranno subito dopo la Liberazione per avvicinarsi al movimento anarchico. Contribuiscono alla rinascita del movimento libertario romano ed in particolare nella FAI, collaborando alla propaganda e all’organizzazione. È tra i principali animatori, insieme ad Anna Maria ed altri anarchici, del bollettino «La Bussola» (1963-65) e dal 1965, dopo le dimissioni di Armando Borghi per i noti contrasti nati con il congresso di Carrara tra organizzatori e antiorganizzatori, entra a far parte della redazione di «Umanità Nova» divenendone un punto di riferimento. Negli anni caldi del 1968-69 sarà R. a smascherare (non creduto da alcuni giovani contestatori) ed a interdire l’ingresso nella sede anarchica di Roma all’infiltrato Mario Merlino: questi segue Pietro Valpreda nel nuovo circolo XXII marzo, che poi finirà nelle fauci dell’inchiesta sulla strage di piazza Fontana. La contro-informazione sulla verità del 12 dicembre 1969 a Milano diviene un impegno intenso e costante di R. Durante e dopo la rivolta di Reggio Calabria (luglio 1970) è in contatto con il gruppo FAGI della città calabrese a cui fornisce gli strumenti per svolgere una inchiesta di contro-informazione sulla rivolta e sui suoi ispiratori fascisti. La controinchiesta si allarga al “deragliamento” di un treno presso Gioia Tauro (22 luglio: sei morti e cento trentanove feriti) scoprendo che si è trattato di un attentato: vengono acquisiti fatti e documenti compromettenti che i militanti del gruppo di Reggio Calabria spediscono a R. ma non giungeranno mai al destinatario. I cinque giovani anarchici di Reggio Calabria (G. Aricò, A. Borth, A, Casile, F. Scordo e L. Lo Celso), artefici dell’inchiesta, moriranno tutti il 26 settembre 1970 in un “procurato incidente” sull’autostrada che porta a Roma: con loro portano un dossier sui fatti di Reggio che viene prelevato da “ignoti” e fatto sparire. Con altrettanto impegno R. si dedica nella campagna nazionale in favore dell’anarchico Giovanni Marini condannato a nove anni di prigione per essersi difeso dall’attacco armato di un gruppo di fascisti, accusato di aver ferito a morte uno dei suoi aggressori (Salerno, luglio 1972). R. muore, insieme alla sua compagna Anna Maria Pietroni, in un incidente stradale avvenuto sulla via Appia nella notte tra il 27 e il 28 aprile 1974. (F. Schirone)

Fonti

Fonti: Anna e Aldo, «Umanità nova», nn. 16 e 17, del 4 e 18 mag. 1974; L.V., Aldo Rossi e Anna Pietroni, «Bollettino dell'Archivio G. Pinelli», gen. 1999; F. Cuzzola, Cinque anarchici del Sud, Reggio Calabria 2001

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Raimondo e Ines Thierry

Bibliografia

2004

Persona

Collezione

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