​ROSSI, Romeo

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​ROSSI, Romeo

Date di esistenza

Luogo di nascita
Imola
Data di nascita
November 30 1883
Luogo di morte
Imola

Biografia / Storia

Nasce a Imola (BO) il 30 novembre 1883 da Attilio e Estella Sabini, muratore. Da sempre tra i più attivi nel movimento anarchico imolese, partecipa a tutte le iniziative, manifestazioni e attività di propaganda anche di altri partiti della sinistra. È convinto antimilitarista fino a fare propaganda, con materiale stampato clandestinamente, anche tra gli stessi militari. Pur sposato e con tre figli, nei confronti delle forze dell’ordine e delle autorità in generale avrà sempre un atteggiamento sprezzante fino all’insulto e sarà sempre temuto, in caso di arreso o di fermo, per le sue violenti reazioni. Nel 1908 è condannato dalla Pretura di Imola per attentato alla libertà del lavoro. Almeno fin dal 1912 è Segretario del Sindacato Muratori di Imola e tra gli organizzatori della “Biblioteca del Libero Pensiero”, istituzione che non avrà mai un grande sviluppo soprattutto per mancanza di fondi. È considerato “anarchico pericoloso” e tenuto sempre sotto stretto controllo e sorveglianza.

Nel 1912 è condannato a tre mesi di reclusione più ammenda per avere “distribuito ai coscritti manifestini antimilitaristi incitanti alla rivolta ed alla disobbedienza, per oltraggio, violenza e resistenza agli agenti della forza pubblica e per aver tentato di impedire che partisse il treno che trasportava le reclute, gettandosi sul binario”. Sempre nel 1912 viene di nuovo condannato per minacce ai carabinieri, per furto di mattoni e porto d’arma vietato. Nel 1913, per motivi di lavoro, si trasferisce a Nicotera Marina (Catanzaro). Da qui si sposta poi a Messina dove, sempre sotto stretta sorveglianza, subisce un fermo in occasione dello sciopero generale. La sua attività, soprattutto, antimilitarista non ha tregua e anche per questo sarà espulso, il 16 giugno 1915, con foglio di via e dovrà farà ritorno a Imola. È tale il suo stato di indigenza che il trasporto delle sue scarse masserizie è a carico della Pubblica Amministrazione. R. mai si arrende, l’anarchia e la rivoluzione sono la sua ragione di vita.

Nel 1916 è di nuovo arrestato per “porto di coltello di genere proibito”. Nell’agosto dello stesso anno è richiamato alle armi e inviato a Mantova, solo nel 1918 sarà mandato in zona di guerra. Congedato nel 1919, prima di ritornare a Imola si ferma a Mestre per motivi di lavoro. Al suo ritorno subito si ributta nella lotta. Nel Biennio Rosso è uno dei più attivi. Nel 1919, durante i moti contro il caro viveri, è denunciato per saccheggio di un negozio e violenza privata. Il 5 gennaio 1920, al termine di un comizio di E. Malatesta tenutosi a Imola, partecipa ad una discussione sul modo migliore per preparare la rivoluzione, assieme ad Alessio Sarti, Souvarine (Renato Siglich), Diego Guadagnini e lo stesso Malatesta. Attivissimo nelle lotte sindacali, partecipa quale Segretario all’assemblea del 2 marzo 1920 del Sindacato Muratori aderente all’Unione Sindacale Imolese, intervendo a proposito della solidarietà alla lotta dei muratori in sciopero.

Nell’agosto del 1920 è di nuovo denunciato per affissione di manifesti sovversivi e resistenza alle forze dell’ordine assieme agli anarchici imolesi Gino Carè, Luigi Campomori, Amilcare Rossi e Vincenzo Zanelli. Il 2 febbraio 1921, durante lo sciopero per il capitolato colonico, parla al comizio portando la solidarietà dei muratori ai mezzadri e braccianti in lotta. Nel maggio 1921 partecipa ad uno scontro in piazza a Imola con alcuni fascisti bolognesi, in seguito al quale è tratto in arresto. Nel corso dello stesso anno subisce tre perquisizioni nella sua abitazione, durante le quali per due volte viene arrestato e poi rilasciato il mattino dopo. Mai domo, nel 1922 viene segnalata la sua presenza a tutte le manifestazioni cittadine, non solo anarchiche. Nel 1923 è condannato a tre mesi di reclusione, ma la pena è condonata. Ancora nel 1926 viene segnalato come pericoloso, ma pur continuando a professare principi anarchici e rivoluzionari non può più fare politica attiva. Muore a Imola il 23 febbraio 1927. (T. Marabini - C. Mazzolani)

Fonti

Fonti: Archivio centrale dello Stato, Ministero dell'Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Archivio storico della FAI, Fondo Anarchici Imolesi.

Bibliografia: S. Pedini, Il “Biennio Rosso” ad Imola (1919-1920), Tesi di Laurea, Università di Firenze, Facoltà di Magistero, aa. 1971-72; M. Casarini, Contributo alla storia del movimento anarchico a Bologna nel primo dopoguerra, «Bollettino del Museo Risorgimento», Bologna, a. XXVIII, 1983.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Attilio e Estella Sabini

Bibliografia

2004

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