SCHIRRU, Michele

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
SCHIRRU, Michele

Date di esistenza

Luogo di nascita
Padria
Data di nascita
October 19 1899
Luogo di morte
Roma

Biografia / Storia

Nasce a Padria (SS) il 19 ottobre 1899 da Giovanni Schirru Mudu e Carmina Andria Sechi. Cresce a Pozzomaggiore, paese materno, dove frequenta fino alla 6a elementare entrando poi come apprendista nella bottega da fabbro di “mastru“ Billia Ruggiu e rimanendovi 3 anni. Sotto l’influsso di rapporti personali (Antonio Solinas Chessa e Francesco Pala) e delle prime letture da autodidatta, si appassiona - come dirà nella sua deposizione del 5 febbraio 1931 dopo l’arresto - al socialismo, che costituisce la sua “prima fede” ed è un adolescente “scapigliato e selvaggio”. Dopo la partenza del padre per gli Stati Uniti in cerca di fortuna nel 1914, S. viene ammesso alla Regia Scuola Marinara Specialisti di La Spezia. Una grave forma di polmonite ne interrompe la carriera. Secondo quanto scrive nel suo Testamento (Il testamento di Michele Schirru, «L’Adunata dei refrattari», 6 giu. 1931), nell’agosto 1917 è presente durante le agitazioni torinesi e viene arrestato. Chiamato con i “ragazzi del ’99”, è incorporato nel 5° Genio motoristi e fa “la guerra con entusiasmo, [concependola] come guerra di liberazione dei fratelli oppressi”. Al termine del conflitto rimane nell’esercito ed è “sul Continente” che conosce “l’ideale anarchico, la sua bellezza, la sua grandezza”. Nel 1919 è a nuovamente a Torino e “in occasione dei movimenti del 20-21 luglio 1919, ancora soldato”, viene nuovamente arrestato riuscendo però ad evitare il tribunale militare. Tornato in Sardegna dopo il congedo, la mancanza di lavoro e il disgusto “per il tradimento vigliacco” del PSI e della CGdL in occasione dell’occupazione delle fabbriche lo inducono a partire per raggiungere il padre in America. Dopo una breve tappa a Parigi, S. si imbarca a Le Havre e arriva a New York il 2 novembre 1920. Lavora per anno come meccanico in una cartiera di Pittsfield, poi avvia a New York un chiosco per la vendita di banane in una traversa della 187a strada. Quando, nel 1922, nasce a Newark (NJ) «L’Adunata dei refrattari», diretta Costantino Zonchello, anch’egli sardo, S. entra stabilmente nel gruppo degli “adunatisti”. Più tardi diverrà amico di Raffaele Schiavina, che espulso nel 1919 con Galleani dagli USA, torna clandestinamente e assume nel maggio 1928 la direzione de «L’Adunata dei refrattari», sotto il nome di Max Sartin. S. vivrà dieci anni negli USA, sposando nel 1924 una cittadina americana di origine italiana (Minnie Parola, da cui avrà due figli, Lela e Spartaco) ed acquisendo nel 1926 la cittadinanza. “Anche in America” scrive sempre S. “feci del mio meglio per non essere mai assente dalla lotta: contro l’opera nefanda del prete, come contro l’infiltrazione fascista nelle colonie italiane”. Attivo nella campagna pro Sacco e Vanzetti, più volte fermato per scontri con i fascisti italiani, S. inizia ad essere “vigilato” dalla polizia italiana nel 1929 perché invia giornali anarchici a suoi compaesani, segretario del fascio compreso, e le sue lettere a Gavino Pinna Saccu, amico d’infanzia, sono intercettate. Nel gennaio 1930 ottiene il visto e nel febbraio sbarca a Le Havre. Dopo diversi spostamenti, a Parigi, ad Apt, nei pressi di Avignone, dove si è trasferita nel frattempo la sua famiglia, a Milano, ancora Parigi, poi la “spola” tra Bruxelles (dove il 30 dicembre redige il suo Testamento), Charleroi e Liegi, “con puntate in Francia”. Tornato a Parigi, agli inizi di gennaio parte per l’Italia con due bombe ed Emilio Lussu lo accompagna alla stazione. Durante i mesi precedenti è stato in rapporti epistolari con Schiavina, ha ricevuto rimesse di denaro dagli USA come da Londra, da parte di Giuseppe Polidori (che forse aveva conosciuto negli anni della guerra a Torino o negli USA dove Polidori ha risieduto per un breve periodo) ed Emidio Recchioni. Difficile dire, attraverso i documenti noti, chi fosse a conoscenza del suo progetto di attentare alla vita di Mussolini. Giunto a Roma il 12 gennaio, il 3 febbraio viene condotto per accertamenti in commissariato. Identificato estrae la rivoltella e tenta di suicidarsi, ferendo anche tre poliziotti. Processato il 28 maggio dal Tribunale speciale e condannato a morte per le sue intenzioni, ampiamente ammesse durante il dibattimento, S. viene fucilato il 29 mattina al Forte Braschi. Dopo il suo arresto i giornali anarchici danno l’avvio alla costruzione dell’icona dell’eroe, catalogandolo tra i vendicatori” (Michele Schirru, «Il Risveglio anarchico», 21 feb. 1931), dipingendolo come “l’incarnazione della rivolta integrale” (Michele Schirru, «L’Adunata dei refrattari», 23 mag. 1931), come “l’eroe [che] balza sempre a tentare con il proprio sacrificio la conquista della libertà” (Battaglie d’attualità. Michele Schirru, «Vogliamo!», gen.-feb. 1931). Alcuni giorni dopo l’esecuzione «L’Adunata dei refrattari» pubblica Il Testamento di Michele Schirru, esaltando “la nobiltà dei suoi scopi” e “l’adamantina fierezza del suo carattere”, mentre, più tardi, «Studi sociali» di Montevideo lo paragonerà ad Oberdan (ivi, 12 giu. 1931) e «Il Risveglio anarchico» ad un nuovo Bresci (ivi, 13 giu. 1931). “Dietro Michele Schirru, giovane sentinella perduta, già avanza la folla dei vendicatori e dei liberatori ignoti” («Il Risveglio anarchico», 18 lug. 1931). Esecrato dalla stampa italiana come simbolo della brutalità assassina, rifiutato dalla famiglia come “rinnegato”, S. viene ritualmente commemorato, anno dopo anno, dai giornali anarchici come “titanico esempio di incitamento all’azione”. Scrive Camillo Berneri, nell’Almanacco libertario pro vittime politiche, pubblicato da Carlo Frigerio a Ginevra nel 1932: “Egli era certo che il suo esempio non sarebbe stato infecondo, che la disfatta rispetto all’obiettivo dell’impresa poteva risolversi in una vittoria. Egli ha vinto infatti. Egli è più vivo che mai”. (M. Antonioli)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; ivi, Polizia di Stato, II2/54.

Bibliografia: scritti di S.: Il Testamento di Michele Schirru, «L’Adunata dei refrattari», 6 giu. 1931. Scritti su S., Ventotto maggio. Data storica, Michele Schirru, «Umanità nova», 30 mag. 1946; «Olocausto». I nostri attentatori contro il fascismo, Forlì, 1° mag. 1947; Michele Schirru, «Era nuova», 15 mag. 1947; Ricordo di Michele Schirru, «Umanità nova», 12 dic. 1948; L’olocausto degli anarchici, ivi, 4 giu. 1950; R. Vella, Il difensore di Michele Schirru oggi ne profana la memoria, ivi, 1° apr. 1951; Michele Schirru. Un insultante articolo dell’ex difensore d’ufficio, «L’Adunata dei refrattari», 5 mag. 1951; G. Artieri, Tre ritratti politici e quattro attentati, Roma 1953; A. Borghi, Mezzo secolo di anarchia (1898-1945), Napoli 1954, ad indicem; Michele Schirru, «Umanità nova», 8 apr. 1956; Venticinque anni fa. Michele Schirru, ivi, 3 giu. 1956; U. Fedeli, Il periodo degli attentati, «L’Adunata dei refrattari», 30 set., 7 e 28 ott., 4, 11, 18 nov. 1961; C. F. Delzell, I nemici di Mussolini, Torino 1966; Perché Schirru non lanciò la bomba contro Mussolini, «Rinascita sarda», 1° mag. 1973; Il Movimento Operaio Italiano Dizionario Biografico, a cura di F. Andreucci e T. Detti, Roma, 1976-1979, ad nomen; G. Fiori, L’anarchico Schirru condannato a morte per l’intenzione di uccidere Mussolini, Milano 1983; Incontri. Giuseppe Fiori, «L’Unione sarda», 29 mar. 1983; Tribuna dei lettori. Michele Schirru non era un errorista, ivi, 17 gen. 1984; Ufficio storico dello SME, Il Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato. Decisioni emesse nel 1931, 17 voll., Roma 1980-1999, pp. 769-777; L’antifascismo in Sardegna, a cura di M. Brigaglia [et al.], Cagliari 1986, ad indicem; G. Fiori, Vita e morte di Michele Schirru, l’anarchico che pensò di uccidere Mussolini, Bari 1990; M. Corsentino, Michele Schirru e l’attentato anarchico, Catania 1990; Michele Schirru contro Mussolini, «L’Internazionale», mar.-apr. 1991; G. Galzerano, Attentati anarchici a Mussolini, in L’Antifascismo rivoluzionario tra passato e presente, Pisa 1993; C. Longhitano, Il Tribunale di Mussolini. Storia del Tribunale Speciale (1926-1943), Roma 1995; A. Bernabei, Esuli ed emigrati italiani nel Regno Unito 1920-1940, Milano 1997, ad indicem.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Giovanni Schirru Mudu e Carmina Andria Sechi

Bibliografia

2004

Persona

Collezione

città