SCARSI, Attilio

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
SCARSI, Attilio

Date di esistenza

Luogo di nascita
Rocca Grimalda
Data di nascita
June 14 1896
Luogo di morte
Pinerolo

Biografia / Storia

Nasce a Rocca Grimalda (AL) il 14 giugno 1896 da Giovan Battista e Luigia Ferrari, falegname. Per circa vent’anni abita a Mornese, insieme al fratello minore Fioravante (nato a Mornese il 6 novembre 1906, di idee socialiste, ma non era ritenuto temibile, sebbene fosse emigrato in Francia e fosse a stretto contatto con il fratello), professando idee anarchiche, ma senza svolgere – secondo le fonti di polizia – un’attività politica rimarchevole fino all’espatrio in Francia, la cui data è incerta (1919 o 1922). Stando, invece, al «Seme anarchico» di Torino, partecipa all’occupazione delle fabbriche e si oppone al nascente fascismo, prima di lasciare l’Italia per stabilirsi a Lyon. Nel 1928 frequenta l’anarchico Marcello Bianconi e il comunista dissidente Alfredo Bonsignori (della tendenza operaista di Michelangelo Pappalardi) e nel 1929 subisce una perquisizione domiciliare ad opera della polizia francese. Nel 1930 fa parte del gruppo anarchico italiano, che è sorto a Lyon, e nel 1931 è membro del direttivo del Circolo “Sacco e Vanzetti”. Attivo propagandista, apre, il 5 agosto, una sottoscrizione per difendere un compagno italiano (Astorre Tagliaferri?), che rischia l’estradizione, e collabora al giornale anarchico «Insorgiamo!» di Lyon. Partecipa inoltre alle riunioni libertarie, insieme a Gusmano Mariani, Ludovico Rossi, Francesco Barbieri, Umberto Rossi, Italo Ragni, Socrate Franchi e Giovanni Matteozzi, e aderisce al Comitato anarchico pro vittime politiche. Colpito da un decreto di espulsione, continua a far propaganda a Lyon e a condannare violentemente il regime mussoliniano. Nel 1932 viene iscritto nel Bollettino delle ricerche, come “anarchico pericoloso da fermare e perquisire”, e nel 1933 è arrestato a Lyon, insieme al fratello Fioravante, per infrazione del bando di espulsione. Rimesso in libertà dopo qualche giorno, rimane nella regione rodaniana, suscitando le preoccupazioni dei diplomatici fascisti, che, il 5 ottobre 1934, ne sottolineano la pericolosità e la capacità di compiere “atti inconsulti” (cioè attentati). Nel giugno 1935 lavora alle dipendenze dell’anarchico campigliese Astorre Tagliaferri, titolare di un’impresa di pittura e gessatura, e nell’estate del 1936 parte per la Spagna, insieme a Egisto Serni, a Gusmano Mariani, all’antico ammutinato del Mar Nero, Masneuf, e a Alfredo Bonsignori. A Barcellona si arruola nella Colonna Italiana a maggioranza anarchica, comandata dal repubblicano Mario Angeloni, e combatte a Monte Pelato, a Almudévar e al Carrascal de Huesca. Nel maggio 1937 rientra a Lyon e il 2 luglio è accusato di essere coinvolto nel progetto di un attentato (immaginario?), che gli anarchici Enrico Gavioli e Alfredo Bonsignori avrebbero intenzione di effettuare ai danni di un gerarca fascista, rimpatriando clandestinamente: “Essi”, telegrafa il console di Lyon, “conterebbero essere seguiti dall’anarchico Scarsi Attilio di Giovanni Battista, che, ritornato dalla Spagna, si trova da due mesi in questa città”. Il 13 agosto il capo della polizia di Mussolini telegrafa ai prefetti “che durante riunione anarchica tenutasi recentemente a Lione si sarebbero dichiarati disposti venire Regno per compiere attentati terroristici aut contro personalità del Regime i noti Gavioli Enrico di Antonio, Bonsignori Alfredo fu Giuseppe e Scarsi Attilio di Giovanni Battista, tutti iscritti rubrica frontiera bollettino ricerche. Pregasi impartire opportune disposizioni per conseguire loro arresto qualora venissero effettivamente in Italia”. Nel 1938, S. è uno degli esponenti di punta del gruppo anarchico di Lyon, mentre l’anno seguente è costretto a tenersi appartato, perché è ricercato dalla polizia transalpina, e a limitarsi a qualche rara apparizione alle riunioni libertarie. Il 10 giugno 1944 è a Villeurbanne, come riferisce il “capo della provincia” di Alessandria, poi, terminata la seconda guerra mondiale, rientra in Italia con la sua compagna Pina e si stabilisce a Pinerolo, dove muore improvvisamente il 17 settembre 1961. Ricordandolo, Gusmano Mariani scrive: “Ed una grave perdita è stata certamente la scomparsa improvvisa di Attilio Scarsi, di questo anarchico intelligente, modesto e coraggioso che io ho avuto la fortuna di conoscere e di apprezzare durante circa 35 anni. Tollerante e rispettoso delle opinioni altrui, il compagno Scarsi fu e costantemente si mantenne rigidamente anarchico. Arrestato ed espulso nel 1931, non si arrese sebbene braccato attivamente dalla polizia, deciso a non lasciare la Francia. Riuscivamo ad incontrarci e lanciammo anche l’iniziativa della pubblicazione di un nostro giornale, che per quattro numeri poté uscire: «Insorgiamo» – portavoce degli anarchici italiani della regione lionese”. (F. Bucci - M. Lenzerini)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; G. Mariani, Attilio Scarsi, «Seme anarchico», ott. 1961; A.B. Pinerolo, I funerali di Attilio Scarsi, ivi.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Giovan Battista e Luigia Ferrari

Bibliografia

2004

Persona

Collezione

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