SCARLATTI, Giuseppe
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- SCARLATTI, Giuseppe
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Borgo San Lorenzo
- Data di nascita
- May 6 1854
- Luogo di morte
- Firenze
Biografia / Storia
- Nasce a Borgo S. Lorenzo (FI) il 6 maggio 1854 da genitori ignoti, bracciante. Abbandonato alla nascita all’Ospizio dei Trovatelli e quindi affidato ad una famiglia contadina del luogo, appena tredicenne da solo trova lavoro come contadino nei pressi del vicino Bilancino. È il parroco locale a dargli la prima istruzione elementare e in seguito è soprattutto frequentando la vasta biblioteca di questi che S. acquisisce una cultura non trascurabile. Nel 1870 si trasferisce a Firenze, allora capitale del Regno, dove lavora come ortolano. Qui è colpito dalle notizie sulla Comune e aderisce al Fascio Operaio fin dalla sua costituzione. Negli anni 1871-73 collabora a «Il Satana», «Il Ladro», «La campana del Bargello», «Lo sbarazzino», fogli fiorentini molto vicini all’Internazionale; conosce allora Cafiero, Malatesta, Covelli e parteggia per i “riministi” nello scontro con Marx. Nell’agosto ’74 partecipa al tentativo insurrezionale a Firenze ma riesce a non farsi coinvolgere nel grosso processo che ne segue tanto che può fare da redattore responsabile de «l’Internazionale», l’organo settimanale stampato a Firenze nell’ottobre-novembre.’75. Ma è proprio questa sua attività ad attirare l’attenzione delle autorità. Viene condannato per gli articoli del giornale e, benché amnistiato, non ha più tregua: la polizia riesce a fargli perdere in continuazione il lavoro. Nel frattempo e fino al ’76, è con F. Serantoni, tra i fiorentini che, nella grossa polemica allora scoppiata tra gli internazionalisti sul caso della spia Terzaghi prendendo posizione a favore di quest’ultimo. Nell’ottobre del ’76 S., ora segretario della sezione di Porta alla Croce, è assieme a G. Talchi e F. Serantoni tra gli organizzatori del III Congresso della Federazione Italiana, che si svolge malgrado la caccia scatenata dalle autorità. L’occhiuto interessamento della polizia gli è fatale quando il 18 novembre ’78 scoppiano le bombe di via Nazionale a Firenze e S. è tra gli accusati dell’attentato. Nell’incredibile processo che ne segue S. pronuncia un’autodifesa che, stampata più volte, rimane a lungo un classico della propaganda anarchica. Né questa né l’alibi che può fornire gli evitano il 5 giugno ’79, la condanna a vent’anni di lavoro forzato che sconta per intero nel reclusorio di S. Gimignano e di Castiadas. Torna libero a Firenze alla fine del ’98, nel pieno delle repressioni di fine secolo e subito si prodiga per la liberazione di C. Batacchi, condannato all’ergastolo per le bombe di via Nazionale. Nel 1901 trova lavoro come custode presso la locale CdL, diventandone un vero punto di riferimento politico ed umano. Nel 1904 organizza assieme ai Pezzi, a N. Conti, anche lui reduce dalla condanna per le bombe di via Nazionale, e a F. Serantoni appena tornato a Firenze dopo anni di esilio, un battagliero ed efficiente Comitato pro Vittime Politiche a sostegno soprattutto dei lavoratori coinvolti negli scontri del ’94 e ’98 a Figline Valdarno e a Minervino Murge: 23 condannati a pene dai 15 ai 24 anni di carcere, altrimenti destinati a essere sepolti nel nulla. L’anno dopo S. dà anche una voce periodica al Comitato con il foglio «La Rivendicazione» che, malgrado i continui sequestri, ha grande diffusione e raccoglie sottoscrizioni anche fuori dall’Italia. Contemporaneamente dirige «il Demolitore» l’organo degli anarchici fiorentini che viene chiuso d’autorità dopo soli cinque numeri. Collabora poi con «La Blouse», importante “rivista sociale compilata esclusivamente con scritti originali di autentici lavoratori del braccio”, fondata nel 1906 da L. Polli e L. Rafanelli e diretta formalmente dal sindacalista L. Cenni. Alla fine del 1909, a seguito di un infarto, è colpito da paralisi progressiva. Deve lasciare il suo amato lavoro alla CdL e vestire ancora una volta “la montura del recluso” come ricoverato negli ospedali fiorentini, dove gli fa visita Malatesta nel gennaio del ’14 e dove muore il 30 gennaio 1916 concludendo una vita che malgrado l’affetto dei compagni, era stata, come scrisse L. Rafanelli, “tutta un’intima tragedia, tutta una continuazione di dolore, celato sotto il velo di una bonaria arguzia e di una male espressa ironia”. (L. Di Lembo)
Fonti
- Fonti: L. Bettini, Bibliografia dell’anarchismo, vol. 1 t. 1. Periodici e numeri unici anarchici in lingua italiana pubblicati in Italia (1872-1971), Firenze 1972; d., Bibliografia dell’anarchismo, vol. 1 t. 2. Periodici e numeri unici anarchici in lingua italiana pubblicati all’estero (1872-1971), Firenze 1976, ad indicem.
Bibliografia: scritti di S.: Come si fa la storia, «La Blouse», ott. 1906; Le celebri autodifese pronunziate da un Meccanico e da un Contadino (Francesco Natta e Giuseppe Scarlatti) – Corte d’Assise di Firenze, 1875-79, Firenze, a cura di L. Cenni, 1909; L’Internazionale dei Lavoratori e l’agitatore Carlo Cafiero, reminiscenze storico sociali del contadino G. Scarlatti ex galeotto politico, pref. di F.S. Merlino, Firenze 1909; Memorie di un galeotto, «La Blouse», gen. 1909; S. e L. Cenni, La Spia, Firenze 1910. Scritti su S.: F. Pezzi, Un errore giudiziario, ovvero un po’ di luce nel processo della bomba di via Nazionale, Firenze 1882; «La Questione Sociale», 12 gen 1884; L. Rafanelli, Giuseppe Scarlatti, in memoria di un internazionalista, «Avanti!», 2 feb.1916; «Il Libertario», La Spezia, 3 feb. 1916; E. Ciacchi, Il processo Batacchi, Firenze 1900; E. Conti, Le origini del socialismo a Firenze (1860-1880), Roma 1950; P.C. Masini, Storia degli anarchici italiani. Da Bakunin a Malatesta, Milano, 1969, ad indicem; G. Sacchetti, Sovversivi in Toscana (1900-1919), Todi 1983; Storia del socialismo italiano, vol. 1, Torino, 1993, ad indicem.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Bibliografia
- 2004