SCAPECCHI, Sante
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- SCAPECCHI, Sante
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Foiano della Chiana
- Data di nascita
- October 12 1897
- Luogo di morte
- Foiano della Chiana
Biografia / Storia
- Nasce a Foiano della Chiana (AR) il 12 ottobre 1897 da Achille e Santa Valdambrini, bracciante. Frequenta le prime classi delle scuole elementari. Come il padre Achille è bracciante agricolo avventizio; in seguito eserciterà anche i mestieri di marittimo e infine di calzolaio. In paese è conosciuto da tutti con i soprannomi di “Ficocco” e “Santino di Scapecchio”. Rimasto orfano vive particolari condizioni di miseria. Amico di Bernardo Melacci ne segue, insieme ad altri giovani compaesani, le sorti: dall’arruolamento volontario in marina (“nella compagnia del capitano Giuseppe Giulietti, quello che riportò dall’esilio l’anarchico Malatesta”), al rientro a Foiano dopo aver abbracciato l’ideale libertario. Nel dopoguerra è tra i fondatori del gruppo locale “Pietro Gori”, che “inaugura il suo nero vessillo” il primo maggio 1920. E’ lettore assiduo e diffusore della stampa anarchica. In questo periodo la sua vita è sconvolta dalla tragica morte della moglie Rosa Ceccherini sopravvenuta, pochi mesi dopo la nascita della loro bambina, a causa dei postumi per le percosse e i maltrattamenti ricevuti dai fascisti. “Quella notte - hanno raccontato i familiari - pioveva a dirotto, con toni e fulmini, quando i fascisti forestieri, accompagnati da quelli foianesi, vennero a casa a cercare il mi’ zio Santino. Con modi violenti e per niente rispettosi delle persone, i fascisti entrarono in casa e si misero a guardare da per tutto, sotto i letti, negli armadi, nella soffitta ed in cantina. Quando entrarono in camera della mi’ zia e la mandarono fuori di casa, e lei si sedette piangendo sulle scalinate della Collegiata davanti a casa. La mi’ zia rimase sulle scalinate molte ore, sotto l’acqua che scrosciava, al freddo notturno, e da quella notte per la gran paura gli andò via il latte e si ammalò di ‘tisi’”. S. ha un ruolo preminente di organizzatore nei cosiddetti fatti di Renzino del 17 aprile 1921, imboscata sovversiva e moto insurrezionale contadino contro le spedizioni punitive. In seguito all’episodio restano uccisi tre squadristi. Colpito da mandato di cattura, si dà alla latitanza ma viene arrestato a Roma nel 1922. Rinchiuso nel carcere di Campobasso, dopo la proroga della carcerazione preventiva inscena una protesta per chiedere di essere sentito da un giudice e assistito dall’avvocato. Viene invece bastonato e trasferito nel carcere si Santa Maria Capua Vetere. “Dagli interrogatori si riuscì ad intravedere la sua personalità psichica. Riuscirono evidenti i suoi sentimenti politici dimostranti tendenze contrarie alle autorità dirigenti, sincero interessamento per un’attuazione di giustizia sociale, sfiducia in una prossima migliore utilizzazione delle risorse economiche del paese. Rivelò notevole emozionabilità, intelligenza abbastanza elevata, cultura tecnica in materia di telegrafia e radiotelegrafia militare, capacità notevole di critica”. Le peripezie in attesa del processo continuano nelle celle di isolamento a Fossombrone e ad Arezzo. Condannato a trent’anni viene rinchiuso nel carcere di Perugia. Nel 1934 la Corte d’Appello di Firenze gli condona due anni della pena. Ai primi del 1937 beneficia dell’indulto per la nascita del principe di Napoli. Riesce a mettere piede a casa, dove rimane solo tre giorni, per essere subito assegnato al confino. Inviato alle Tremiti, vi ritrova la “compagnia di Foiano”, con Bernardo Melacci, Augusto Scopini, Bruno Bini e Alfredo Burri. Qui partecipa alla rivolta contro l’imposizione del saluto romano promossa da Alfonso Failla, Stefano Vatteroni e dallo stesso Melacci. Viene arrestato insieme ad altri cento confinati, prosciolto dall’imputazione di aver organizzato la protesta è tuttavia rinchiuso nel carcere di Manfredonia. Nel frattempo si avvicina al partito comunista. Scarcerato, risulta sorvegliato fino al 1942. Muore a Foiano della Chiana il 14 gennaio 1969. (G. Sacchetti)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Archivio centrale dello Stato, mi, ps, 1921, b. 92; Archivio dello Stato - Arezzo, Corte d’Assise, Sentenze 1916-1936, nn.15-16; Archivio dello Stato - Arezzo, Corte d’Assise 1923, b.147 e b.148, Processo c/ Melacci Bernardo e altri; Archivio ANPI, sezione “L. Nencetti”, Foiano della Chiana (AR), Intervista di Ezio Raspanti a Santina Scapecchi vedova Bruschi, 18 giu. 1999.
Bibliografia: «La Falce», Arezzo, 8 mag. 1920; «Umanità nova», Milano, 23 giu. 1920; «La Nazione», 19 e 20 apr. 1921; «Il Nuovo Giornale», ott. 1924, passim; «Giovinezza», Arezzo, 18 ott. 1924, Profili psicosomatici. Presso il gabbione degli imputati di Renzino; «La Nazione», nov. 1924, passim; «La Nazione», 12 dic. 1924; PNF, Federazione dei Fasci di Combattimento di Arezzo, I martiri del Fascismo aretino, Arezzo 1931; E. Raspanti, G. Verni (a cura di), Foiano e dintorni tra memoria e storia, Arezzo 1991, passim; G. Sacchetti, L’imboscata. Foiano della Chiana, 1921: un episodio di guerriglia sociale, Cortona 2000.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Achille e Santa Valdambrini
Bibliografia
- 2004