​SCARFÒ ROMANO, Giuseppina America

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​SCARFÒ ROMANO, Giuseppina America

Date di esistenza

Luogo di nascita
Buenos Aires
Data di nascita
November 18 1912
Luogo di morte
Buenos Aires

Biografia / Storia

Nasce a Buenos Aires (Argentina) il 18 novembre 1912 da Paolo Alessandro e Caterina Romano, maestra elementare. Due suoi fratelli, Paulino e Alejandro, militano nel movimento anarchico argentino e fanno parte del gruppo terroristico di Severino Di Giovanni, al quale R. si lega sentimentalmente. Militante anarchica, per liberarsi dagli intralci che l’ambiente familiare oppone alla sua relazione con Di Giovanni, che è sposato e padre di alcuni figli, R. contrae un matrimonio di facciata con Silvio Astolfi, un anarchico italiano, legato al suo compagno di vita da “una profonda ammirazione”. Arrestata nella fattoria di Burzaco dove viveva la famiglia Scarfò e dove era ospitato anche Di Giovanni, il 29 gennaio 1931, insieme a Di Giovanni e al fratello Paulino, e accusata di concorso in vari reati, R. ha un ultimo colloquio con Di Giovanni, prima della sua fucilazione, e, nelle settimane successive, tiene un contegno dignitoso e fermo con le autorità argentine. Prosciolta da tutte le accuse per insufficienza di prove e iscritta, il 6 marzo 1931, dai fascisti italiani nella “Rubrica di frontiera” per la misura di arresto, viene nuovamente incarcerata dopo la clamorosa rapina, compiuta da Astolfi e da Tamayo Gavilán a Buenos Aires nella primavera del 1931. Rilasciata dopo pochi giorni di detenzione, ricorda così, nel luglio 1932, i tragici eventi del gennaio dell’anno precedente: “Uccisi i compagni Márquez e Roja, la mattina dell’assalto alla casa di Burzago, mio fratello, prigioniero, fu bastonato con tanta brutalità da produrgli quella deformità che poi fu fatta passare come un difetto di nascita, giacché era inevitabile che s’avessero a tirar in ballo le stigmate della degenerazione. Ma il peggio doveva venire nelle sentine del Penitenziario, dove tanto Severino che Paulino, prima e dopo la condanna, ebbero a subire quelle atroci torture che il compagno Recchi ha fedelmente descritto nel racconto delle sue personali esperienze: la sedia, la sferza, il triangolo. Severino aveva al collo i segni evidenti della corda quando io lo vidi; ai polsi il sangue raggrumato; le gengive sanguinanti; contusioni sul viso. Durante l’interrogatorio gli avevano pure conficcato sigari accesi nella cavità nasale e nelle orecchie”. Seguendo l'esortazione che le aveva rivolto il fratello nell'ultimo colloquio prima dell'esecuzione, continuerà a studiare e diventerà professoressa di italiano, ma l'impegno militante non cessa e collabora con periodici anarchici europei scrivendo articoli in difesa dei diritti delle donne. Anni dopo troverà un compagno di vita e di idee con il quale fonda una libreria e casa editrice: Américalee (Americalegge). Per molti anni la libreria sarà la più fornita della città in quanto a materiale libertario, e l'editoriale pubblicherà tutti i pensatori del socialismo libertario. Torna all'attenzione dei giornali alla fine degli anni Novanta quando, grazie alle ricerche e all'interessamento dello storico e militante anarchico Osvaldo Bayer, torna in possesso delle lettere d'amore inviatele da Di Giovanni e sequestrate dalla polizia al momento dell'arresto. Anche in quella occasione, nonostante l'età, rifiuta di accettare le lettere come gentile concessione della polizia, ma ne rivendica fieramente la proprietà.
Muore il 26 agosto 2006 a Buenos Aires. (S. Carolini - G. Ciao Pointer)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; ivi, Divisione Polizia Politica, ad nomen; Ultima visita, «L'Adunata dei refrattari», n.6, 4 feb. 1933.

Bibliografia: O. Bayer, Los anarquistas expropiadores, «Todo es historia», gen. 1970, pp. 9-24 e n.34, feb. 1970, pp. 71-93; Id., Severino Di Giovanni, l’idealista della violenza, Pistoia 1973, p.165, ecc.; Id., Gli anarchici espropriatori e altri saggi sulla storia dell’anarchismo in Argentina, Cecina 1996, pp.57-59; C. Bini, Baires scopre l’amore di un anarchico argentino, «La Nazione», 1° ago. 1999.

Sitografia: www.página/12

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

183

Note

Paternità e maternità: Paolo Alessandro e Caterina Romano

Bibliografia

2015

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