SARTI, Ruffo
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- SARTI, Ruffo
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Pisa
- Data di nascita
- September 12 1879
- Luogo di morte
- Pisa
Biografia / Storia
- Nasce a Pisa il 12 settembre 1879 da Goffredo e Felice Busoni, pescivendolo. Entra giovanissimo nel movimento anarchico. Amico di Pietro Gori, membro dell’“Associazione razionalista pisana”, S. è collaboratore saltuario de «L’Avvenire anarchico», de «Il Libertario» e de «Il Grido della folla». Nell’ottobre del 1904 si rende protagonista di un episodio che mette in subbuglio gli ambienti anarchici pisani. Accusato di aver ferito un brigadiere dei carabinieri, e resosi latitante, S. si costituisce solamente nell’aprile del 1905, dietro insistenza di Gori. Il processo, che si celebra nel novembre successivo innanzi alla Corte di Assise di Viterbo (non senza timori per il mantenimento dell’“ordine pubblico”, avendo i gruppi anarchici pisani e viterbesi minacciato di mobilitarsi a favore del loro compagno), lo scagiona dall’accusa, infliggendogli una pena di due mesi di carcere per possesso illegittimo di arma da fuoco. A quanto risulta dai documenti di PS, sia durante la latitanza sia durante la detenzione S. e la sua famiglia sono “largamente” assistiti dagli anarchici pisani, “i quali sopportano anche le spese occorrenti per la sua difesa”. Da questi brevi cenni si può quindi desumere come egli goda, all’interno della fertile comunità anarchica pisana, di una certa considerazione; impressione, questa, confermata dalla stessa Prefettura di Pisa, là dove, in una nota del 19 marzo 1906, essa evidenzia come S. eserciti, in città e provincia, “molta influenza”. Desta pertanto scalpore, all’indomani dello scoppio della prima guerra mondiale, l’adesione di S. all’interventismo rivoluzionario. Nel marzo del 1915, d’intesa con Alberto Fontana, fonda il giornale «La Guerra del Popolo», organo del Fascio pisano d’azione internazionalista, impegnandosi in un’aspra polemica con gli ormai ex compagni. Coerentemente con la propria scelta, nel dopoguerra S. si riconosce nell’iniziativa, patrocinata da Roberto d’Angiò e rivelatasi presto del tutto velleitaria, per la creazione di un nuovo movimento libertario d’ispirazione interventista (cfr. «La Protesta», 14 ago. 1919). Ritiratosi alfine dall’attività politica, S. conduce il resto della propria vita appartato, sotto l’attenta sorveglianza della polizia fascista. Muore a Pisa il 26 ottobre 1943. (A. Luparini)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.
Bibliografia: G. Sacchetti, Sovversivi in Toscana (1900-1919), Todi 1983, ad indicem; A. Luparini, Anarchici di Mussolini. Dalla sinistra al fascismo dalla rivoluzione al revisionismo, Montespertoli (Fi) 2001, ad indicem.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Goffredo e Felice Busoni
Bibliografia
- 2004