​RIZZA, Roberto

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​RIZZA, Roberto

Date di esistenza

Luogo di nascita
Saltara
Data di nascita
April 15 1893
Luogo di morte
Milano

Biografia / Storia

Nasce a Saltara (PU) il 15 aprile 1893 da Mario e Maria Benilde Fulvi, commesso elettricista, con istruzione elementare. Trasferitosi a Milano ancora bambino, ha appena quattordici anni quando iniziano le sue disavventure giudiziarie, con arresti e brevi pene detentive, legati soprattutto a motivi di ordine pubblico. Appartiene alla Federazione Giovanile socialista milanese, del cui Consiglio direttivo diventa membro, in anni in cui - 1908-1910 - i giovani socialisti sono attirati nell’orbita del sindacalismo rivoluzionario antiparlamentare e di fatto contigui agli anarchici. Nel luglio 1911 R. viene arrestato “perché voleva partecipare ad una manifestazione anarchica di protesta contro la detenzione della nota Maria Rygier”. In seguito entra a far parte del Fascio libertario milanese, sorto nell’ottobre 1912. L’anno seguente, nel marzo, viene incriminato per un articolo su Antonio Moroni pubblicato nel «Rompete le file!» e, nel maggio, denunciato per attentato alla libertà di lavoro in occasione dello sciopero generale metallurgico promosso dall’Unione sindacale milanese. Nonostante venga considerato “un settario fanatico”, la polizia lo descrive come “di carattere serio e di discreta educazione”, nonché “assiduo lavoratore”. Chiamato alle armi, alla fine del 1913, presta servizio nel 40° Reggimento fanteria di stanza a Benevento, ma allo scoppio della guerra viene inviato al fronte. Ferito al braccio destro, è rimandato a Benevento. Una curiosa nota nel suo fascicolo personale del Casellario Politico Centrale lo qualifica come studente calabrese in ingegneria, detto Santone e collaboratore de «Il Proletario» sotto lo pseudonimo di Furio Sbarnemi, con una evidente confusione con Bruno Misefari. Nel febbraio 1916 R. si allontana per ignota destinazione ed è dichiarato disertore; viene arrestato il 1¡ aprile a Cannobbio mentre tenta di passare il confine. Tradotto dai carabinieri in zona di guerra, nel gennaio 1917 diserta nuovamente e viene rintracciato, l’anno successivo, a Zurigo. Anche questa volta la polizia gli attribuisce dei falsi nomi: Antonio Perego e Giuseppe Siglich. Inserito in un primo tempo in una lista di persone coinvolte nel processo delle bombe di Zurigo, R. rientra in Italia nel novembre 1919 approfittando dell’amnistia. Nel 1920 gestisce una piccola officina elettrica in corso Garibaldi, fa parte del Comitato pro vittime politiche per cui raccoglie sottoscrizioni e diventa temporaneamente redattore responsabile di «Umanità nova» dopo l’arresto del gerente Dante Pagliai. Nel febbraio 1921 R. viene coinvolto nell’istruttoria per “cospirazione contro i poteri dello stato” aperta dal giudice Carbone nei confronti dei redattori e dei principali collaboratori di «Umanità nova» e viene incriminato, insieme con Virgilia D’Andrea, Carlo Frigerio, Dante Pagliai, Augusto Norsa, Nella Giacomelli, Ettore Molinari, Cesare Agostinelli, Pasquale Binazzi, Luigi Fabbri, Emilio Spinaci, Luigi Damiani ecc. Assolto, come tutti gli altri, per insufficienza di prove, è tuttavia arrestato per presunta complicità con gli attentatori del Diana, ma viene rilasciato alla fine di settembre e riconosciuto estraneo al fatto. Da allora, pur continuando a “professare” idee anarchiche, “non esplica alcuna propaganda né attività”, gestendo con il fratello un negozio di materiale elettrico. Muore a Milano il 14 settembre 1939. (M. Antonioli)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.

Bibliografia: V. Mantovani, Mazurka blu. La strage del Diana, Milano 1979, ad indicem.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Mario e Maria Benilde Fulvi

Bibliografia

2004

Persona

Collezione

frazione