SARDINI, Adelmo
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- SARDINI, Adelmo
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Arezzo
- Data di nascita
- 01/01/1886
- Luogo di morte
- Genova
- Data di morte
- 05/11/1961
Attività e/o professione
- Qualifica
- Barbiere
Nazionalità
- italiana
Biografia / Storia
- Nasce ad Arezzo il 1° gennaio 1886 da Cesare e Luigia Barbieri, barbiere. Frequenta le scuole elementari e poi lascia gli studi. Si avvicina presto agli ambienti sovversivi e anarchici della città dove è conosciuto con il soprannome “Il figlio di Magnolini”. È dotato di buona intelligenza e fa propaganda in città e nei paesi vicini dove acquisisce una certa notorietà. Legge con assiduità stampa socialista e anarchica ed è diffusore in Arezzo de «Il Libertario». È schedato come anarchico già dal 1904.
Nell’agosto 1904, Sardini viene allontanato dal Gruppo giovanile anarchico aretino probabilmente per dissensi con la linea individualista di Giuseppe Monnanni. In ottobre Sardini si reca a Marsiglia in cerca di lavoro, ma ritorna ad Arezzo nel maggio del 1905. Viene vigilato e segnalato dalle autorità come “pericoloso sovversivo”. Nell’agosto dello stesso anno si trasferisce a S. Giovanni Valdarno, dove si impiega come garzone in una pizzicheria. Perso il lavoro, ritorna ad Arezzo nel febbraio del 1906.
Nell’aprile del 1907 Sardini sposa Ottavia Carresi, da cui avrà quattro figli. Parte subito dopo per Firenze e poi si reca a Livorno, da dove si imbarca nuovamente per Marsiglia, sempre alla ricerca di lavoro. In quella città, Sardini frequenta gli ambienti anarchici dell’emigrazione italiana. Il 7 ottobre 1910 è condannato a un mese di carcere per porto di arma proibita. Sardini entra a far parte del gruppo che si riunisce al bar dell’anarchico Raffaele Nerucci. Promuove sottoscrizioni per la stampa anarchica e collabora con brevi articoli e corrispondenze al periodico «L’Avvenire anarchico» di Pisa.
Il 22 dicembre 1911 Sardini ritorna ad Arezzo, ma il 9 gennaio 1912 è di nuovo a Marsiglia. Il 30 giugno 1913, ritorna in Italia si stabilisce a Quinto (GE), dove trova lavoro come barbiere. Fa propaganda anarchica e collabora con brevi corrispondenze a «Il Libertario». Viene vigilato negli anni successivi. È arrestato, nel 1920, a Genova per attività politica, porto d’armi e reato di sciopero.
Nel 1924, Sardini è segnalato in quanto attivo politicamente e nell’assistenza e il sostegno alle vittime politiche. Dopo la caduta del fascismo è organizzatore e responsabile delle Squadre d’azione libertarie del Levante e tiene i rapporti con il Comando militare dell’est. Nonostante la non più giovane età è partigiano con il nome di “Libertario” ed entra a far del CLN Genova-Centro come rappresentante comunista-libertario. Nell’insurrezione combatte nel Distaccamento autonomo libertario del Levante, comandato da Vittorio Barazzoni, e partecipa all’azione in cui perde la vita Antonio Pittaluga.
Sardini è attivo nel movimento anarchico del dopoguerra (Federazione comunista libertaria ligure, Federazione anarchica ligure) militando nel gruppo anarchico “A. Pittaluga” di Nervi. Partecipa al Convegno Federazione comunista libertaria alta Italia del giugno 1945 e al successivo primo Congresso della FAI del settembre dello stesso anno che si svolge a Carrara. Muore a Genova il 5 novembre 1961. (G. Barroero)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Istituto storico della resistenza in Liguria, fondi AM e CLN; Archivio Storico del Centro di Documentazione di Pegli Pegli, Verbali Federazione comunista libertaria ligure.
Bibliografia: Federazione anarchica italiana, Congressi e convegni. 1944-1962, a cura di U. Fedeli, Genova 1963; Caviglia-Marzocchi, La Resistenza anarchica nella grande Genova, «Umanità nova», 26 apr. 1964; G. Sacchetti, Presenze anarchiche nell’Aretino dal XIX al XX secolo, Pescara 1999.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Bibliografia
- 2004