​RICCI, Giulio

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​RICCI, Giulio

Date di esistenza

Luogo di nascita
Voltana
Data di nascita
March 5 1898
Luogo di morte
Imola

Biografia / Storia

Nasce a Voltana nel comune di Lugo di Romagna (RA) il 5 marzo 1898 da Arturo e Maria Caranti, agricoltore, muratore. Frequenta fino alla 5a classe elementare. Aderisce all’anarchismo in giovane età, acquisendo una notevole influenza tra i compagni del luogo di residenza. Nel “Cenno biografico al giorno 25/7/1925”, conservato nel suo fascicolo al Casellario politico centrale, il Prefetto di Ravenna afferma che R. “gode fama di anarchico irriducibile, ha carattere fazioso, ha poca educazione. È di intelligenza sveglia, di discreta ma superficiale cultura”. Si aggiunge che è “lavoratore abbastanza assiduo e trae i mezzi di sostentamento dal suo mestiere di apicultore”, che frequenta “compagnie sovversive e pericolose per l’ordine pubblico” e che è “sempre stato l’influente capo degli anarchici di Voltana”. Riceve e spedisce giornali sovversivi e fa propaganda fra i lavoratori con profitto. “È un mediocre parlatore sempre però ascoltatissimo da compagni e conoscenti. Verso le autorità tiene contegno sprezzante”. Si trasferisce a Roma il 31 gennaio 1927 ma evidentemente mantiene legami con Voltana, giacchè il successivo 4 marzo viene arrestato nel paese natale e deferito al Tribunale Speciale per la difesa dello Stato, per aver concorso alla organizzazione di una manifestazione sovversiva in occasione del corteo funebre del comunista Alfredo Tamburini. Prosciolto in istruttoria dal Tribunale Speciale per insufficienza di prove, è ammonito per due anni, interamente scontati. Nel frattempo il 23 febbraio 1928 rientra a Lugo. Il 6 dicembre 1930 espatria in Francia con regolare passaporto concessogli per ragioni di lavoro. Dopo avere trascorse due settimane a Tolosa si stabilisce a Parigi, dove lavora come muratore in una ditta per alcuni anni. Passa poi a lavorare in un’impresa di verniciature, lasciandola infine per diventare muratore per conto proprio. Nel frattempo, partecipa a diverse riunioni dei profughi anarchici italiani e a feste campestri organizzate dai compagni nei boschi intorno Parigi. Nel 1935 inizia a convivere con Candia Lazzeri, che condivide le sue idee. Nell’estate 1936 accorre in Spagna e si arruola nella Colonna Italiana della Divisione “Ascaso”. Secondo alcune fonti è presente a Monte Pelato, Almudévar e Huesca. In seguito passa a lavorare in una “Collettività di lavoratori agricoli” in una località della Catalogna a circa 20 km. da Barcellona. Nel 1937 è raggiunto a Barcellona dalla sua compagna. Viene ricoverato per breve tempo in Ospedale per una grave malattia nervosa e subisce un intervento alla spina dorsale. Rientrato in Francia, risiede ad Argenteuil (Seine-et-Oise). Nel marzo 1939 un informatore della polizia italiana comunica che R. sarebbe disposto a ritornare in Italia se avesse assicurazioni di non essere condannato a una grave pena per la sua partecipazione alla guerra di Spagna, perché disgustato “dall’atteggiamento sempre più servile ed interessato delle democrazie”. Successivamente internato in Francia, è tradotto in Italia nel luglio 1940 ed è confinato a Ventotene per 3 anni. Viene liberato nell’agosto 1943. Nel Secondo dopoguerra contribuisce alla ricostituzione del movimento anarchico in Romagna, prendendo parte attivamente anche a riunioni e Convegni della Federazione anarchica romagnola. In seguito manifesta segni di squilibrio mentale e viene ricoverato presso l’Ospedale psichiatrico di Imola. Muore a Imola, dopo alcuni anni di ricovero, il 4 giugno 1963. (G. Landi)  

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Lutti nostri, «Umanità nova», 16 giu. 1963.

Bibliografia: Convegno Anarchico Emiliano-Romagnolo, «L’Aurora» Forlì, 15 lug. 1946; L. Arbizzani, Antifascisti emiliani e romagnoli in Spagna e nella Resistenza, Milano, 1980, ad nomen.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Arturo e Maria Caranti

Bibliografia

2004

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