RECCHI, Gaetano

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
RECCHI, Gaetano

Date di esistenza

Luogo di nascita
Macerata
Data di nascita
June 9 1875

Biografia / Storia

Nasce a Macerata il 9 giugno 1875 da Giuseppe e Maria Pezzotti, cuoco, ha frequentato le sole elementari. Trasferitosi a Roma, svolge tutta la sua attività politica nella capitale. Socio del gruppo “I Martiri di Chicago”, uno dei nuclei storici dell’anarchismo romano, inizia a farsi notare dalla polizia piuttosto tardi, nel 1911, quando con Aristide Ceccarelli, Ettore Sottovia, Riccardo Sacconi, Spartaco Stagnetti, Temistocle Monticelli, Giuseppe Melinelli, Emilio Masseroni, Eolo Varagnoli, ecc., fa parte della Commissione esecutiva del Congresso anarchico italiano che avrebbe dovuto tenersi a Roma dal 19 al 22 settembre. In realtà, una malattia agli occhi che lo rende quasi cieco limita molto le sue possibilità d’azione. Sempre secondo la Questura, infatti, “non può muoversi da solo”. Non potendo praticamente lavorare, “campa miseramente con l’aiuto dei suoi compagni di fede”, fino a quando non viene assunto come custode della Camera Confederale del Lavoro. Quando si costituisce il Fascio Comunista Anarchico romano, tentativo di sintesi dei gruppi, è scelto come membro del Segretariato. Il 29 giugno 1913 prende “parte attivissima” al tumultuoso convegno unitario Pro vittime politiche, tenuto alla Casa del popolo. Occasionale corrispondente di «Volontà» di Ancona, il 20 settembre 1913 viene incriminato per aver inneggiato a Ferrer e Bruno durante il concerto serale commemorativo la Breccia di Porta Pia. Nel maggio 1914 è tra i principali partecipanti del Convegno Comunista Anarchico laziale. Lo scoppio della guerra lo vede schierato su posizioni antibelliciste e presente alle manifestazioni contro l’intervento e nel gennaio 1917 viene fermato per misure di ps in occasione delle “agitazioni di donne dei quartieri popolari [...] sobillate da elementi sovversivi”. Nel settembre dello stesso anno R. è licenziato dal posto di custode della cdl per contegno “inframmettente” e sospetto di essere un confidente della polizia “ai danni del predetto sodalizio”. Secondo una informativa dell’aprile precedente R. era uso vendere nei locali camerali vecchi opuscoli libertari e giornali come «L’Avvenire anarchico» e «Guerra di classe» ed anche Aristide Ceccarelli aveva espresso dubbi sui suoi possibili rapporti con la polizia. La segnalazione stupisce se si pensa che in seguito R. seguiterà ad avere parte attiva nel milieu anarchico della capitale (continuerà ad essere il rappresentante del gruppo “I Martiri di Chicago” e a sedere nel Segretariato del Fascio Comunista Anarchico). Non solo, nel 1919, assisterà “infermieristicamente” per mesi Ceccarelli sul letto di morte e durante il funerale del compagno parlerà a nome del proprio gruppo e, su mandato di Borghi, dell’Unione Sindacale Italiana, intervenendo poi anche durante la cerimonia della cremazione (cfr. Avvolto nella nera bandiera dell’anarchia passa il feretro di Aristide Ceccarelli, «La Valanga» 16 ago. 1919). In ogni caso, nel marzo 1920, R. è segnalato come “intimo del Malatesta”, ma non un suo fiduciario romano, perché “la persona più fidata del Malatesta a Roma e corrispondente del giornale anarchico «Umanità nova» è l’anarchico Temistocle Monticelli”. Dopo una condanna a 9 mesi nel 1922 per eccitamento all’odio di classe e disobbedienza alle leggi a mezzo stampa, “conduce vita ritirata”. Per sopravvivere rivende opuscoli di propaganda libertaria, ma sia le sue condizioni di salute che quelle economiche sono molto critiche e riceve aiuti dai compagni. Ciononostante nel 1925 e nel 1926 risulta abbonato a «Pensiero e volontà» e invia al periodico piccole “oblazioni” in ricordo dei Martiri i Chicago e della Comune di Parigi. Nel 1926 è tuttavia occupato come custode presso il Sindacato Orchestrale Fascista, anche se si sospetta che “non abbia rinunciato ai principi anarchici” e che la ragione della sua inattività sia da attribuire “più che altro a timore di provvedimenti di rigore in suo confronto”. L’ultima segnalazione risale al 1942. S’ignorano data e luogo di morte. (M. Antonioli)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Giuseppe e Maria Pezzotti

Bibliografia

2004

Persona

Collezione

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