​RASI, Tintino Persio

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​RASI, Tintino Persio

Date di esistenza

Luogo di nascita
Arcola
Data di nascita
15/09/1893
Luogo di morte
Philadelphia
Data di morte
08/07/1963

Nazionalità

italiana

Biografia / Storia

Nasce ad Arcola (SP) il 15 settembre 1893 da Marino e Maria Manici, impiegato postelegrafonico. Compie gli studi elementari, ma di intelligenza vivace si crea una buona cultura come autodidatta. Si avvicina giovanissimo al movimento anarchico. Si impiega alle Poste dapprima come fattorino, in seguito come portalettere. A causa del suo lavoro è sottoposto a frequenti trasferimenti. In data imprecisata si trasferisce a Genova, dove, nel marzo del 1914 è schedato come anarchico e “convenientemente vigilato”. Qui rimane fino al 1917, intensificando la sua attività di propaganda, di partecipazione alle attività del movimento, parlando a comizi, e scrivendo articoli per la stampa anarchica, principalmente per «Il Libertario».

La sua intensa attività tuttavia gli procura un trasferimento d’ufficio, nel gennaio del 1917, a Iglesias. In Sardegna R. continua a dimostrarsi attivo propagandista delle idee anarchiche, trasferito a Cagliari, collabora con lo pseudonimo di Auro d’Arcola al giornale socialista «Il Risveglio dell’Isola» ed entra a far parte della Commissione esecutiva della locale cdl. Attivo sindacalmente “si ingerisce in tutte le competizioni economiche fra operai ed industriali”. Nel gennaio del 1918 è segnalato per il tentativo di costituire, insieme a Alberto Silicani, un “Fascio anarchico”. Nel gennaio dello stesso anno, R. è richiamato alle armi e assegnato all’Asinara; ricoverato in ospedale viene dimesso nel novembre e riformato. Dopo una breve parentesi in cui è nuovamente attivo nella cdl di Cagliari, ritorna ad Arcola nel marzo del 1919. Durante il Biennio rosso partecipa attivamente alle lotte operaie nello spezzino tenendo conferenze e comizi. È appunto in una di queste occasioni, a Santo Stefano Magra, nel giugno del 1919, quando a seguito di incidenti scoppiati in occasione di un suo comizio viene ucciso un carabiniere e un altro ferito gravemente, che R. viene denunciato quale “correo dei fatti”.

Rifugiatosi all’estero rientra in Italia nel giugno dell’anno successivo e viene prosciolto dall’imputazione. Riassunto dalle poste è trasferito a Grosseto. Negli anni successivi è sottoposto ad altri trasferimenti (Pisa, Milano) ed è spesso in congedo per motivi di salute, ma trova il modo di proseguire la sua attività politica e culturale redigendo, insieme a Novatore e Nello Governato, la rivista «Vertice», nel 1921, e «Anarchismo», insieme a Renato Siglich, nel 1922. In quell’anno risiede a Clivio (VA) presso la locale Scuola Razionalista e si occupa della diffusione del periodico da questa edita. Viene sempre strettamente vigilato e una relazione della polizia politica lo segnala in rapporto con Renzo Novatore e Sante Pollastro.

Nel febbraio del 1923 fa perdere le sue tracce. Nell’ottobre dello stesso anno viene rintracciato a Nizza, dove risiede presso un fratello. In seguito è raggiunto dalla famiglia e si trasferisce a Robigny Seine. Anche in Francia prosegue la sua attività anarchica e antifascista, scrivendo contro il regime su numerosi periodici anarchici in lingua italiana pubblicati all’estero («La Rivendicazione» (Parigi), «La Rivista Internazionale Anarchica» (Parigi), «La Quale» (Parigi), «La Tempra» (Parigi), «Il Comento» (Londra), «Veglia» (Parigi). Nel 1925 R. interviene nelle aspre discussioni a proposito della progettata spedizione di Ricciotti Garibaldi con il numero unico «La nostra polemica» nel quale polemizza vivacemente con gli anarchici che vi avevano aderito. Nel gennaio del 1926 risulta in contatto con gli anarchici siciliani Failla e Consiglio.

Nel dicembre del 1927 è segnalato a Parigi e viene iscritto in “Rubrica di frontiera”. In questo periodo viene segnalato da un fiduciario della polizia politica, in stretto rapporto con le attività espropriatrici della “banda Pollastro” e come collettore dei “valori espropriati”. Nel 1928, sempre secondo la stessa fonte, R. insieme a Paolo Schicchi viene coinvolto in una dura polemica tra Nino Napolitano e Renato Siglich, il primo accusa il secondo di “spionaggio a favore della polizia francese e italiana”, mentre Siglich accusa gli altri tre di essere “sotrattori di 200.000 franchi che il Pollastri ...a nome della banda depositò nella mani del D’Arcola, per scopi di propaganda e d’adesione anarchica”. Nel 1930 le autorità fasciste lo segnalano nel «Bollettino delle ricerche» come “anarchico pericoloso”.

Negli anni successivi fa perdere le sue tracce, presumibilmente si trova in Svizzera. Nell’aprile del 1933 è incluso “nell’elenco dei sovversivi ritenuti capaci di commettere attentati o atti terroristici”. In questi anni invia spesso articoli all’«Adunata dei refrattari» firmandosi con lo pseudonimo Tatiano. Nel 1935 risulta essere ancora in Francia dove risiede a St. Michel-sur-Orge. Nel giugno del 1936 R. è a Parigi, dove insieme a Sebastien Faure. Berneri, Giglioli, Mastrodicasa e altri esponenti anarchici dell’emigrazione come i liguri Marzocchi, Casella, e Gamba, esplica una forte attività per il diritto d’asilo per le vittime politiche. Allo scoppio della guerra civile in Spagna entra a far parte del Comitato Pro-Spagna di Parigi. Nel marzo del 1937 è segnalato in Spagna dove avvia una collaborazione a «Guerra di classe», ma nel giugno dello stesso anno è nuovamente in Francia dove continua la sua attività in favore della lotta per la libertà del popolo spagnolo.

Per il suo incessante impegno è strettamente controllato dagli agenti dell’ovra che lo fanno arrestare più volte; gli vengono negati passaporto e documenti e deve più volte cambiare residenza per sottrarsi all’espulsione. Nell’estate del 1938, R. è costretto a lasciare la Francia alla volta degli Stati Uniti, dove si stabilisce a Filadelfia. L“ continua la sua opera di antifascista collaborando al periodico «Chanteclair» (pseudonimo Carlo Carli) ma allentando i rapporti con il movimento libertario a causa delle sue posizioni sulla necessità di appoggiare la guerra degli Alleati contro il nazifascismo. Muore a Philadelphia l’8 luglio 1963. (G. Barroero - A. Ciampi)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; International Institute of Social History, Fondo Fedeli, cassetta n. 232; Archivio Storico del Centro di Documentazione di Pegli, Lettera di Luce Balestri-Laterrot, 2 set. 2000.  

Bibliografia: G. Bianco, L’attività degli anarchici nel biennio rosso (1919-1920), «Movimento operaio e socialista in Liguria», n. 2, 1961; Bibliografia dell’anarchismo, vol. 1 t. 1. Periodici e numeri unici anarchici in lingua italiana pubblicati in Italia (1872-1971), Firenze 1972; id., Bibliografia dell’anarchismo, vol. 1 t. 2. Periodici e numeri unici anarchici in lingua italiana pubblicati all’estero (1872-1971), Firenze 1976, ad indicem; Dizionario del futurismo italiano, a cura di E. Godoli, Firenze 2001, ad nomen; L. Di Lembo, Guerra di classe e lotta umana. L’Anarchismo in Italia dal Biennio rosso alla Guerra di Spagna, Pisa 2001, ad indicem.

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