​RAGAZZINI, Domenico

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​RAGAZZINI, Domenico

Date di esistenza

Luogo di nascita
Forlì
Data di nascita
September 10 1899
Luogo di morte
Forlì

Biografia / Storia

Nasce a Forlì il 10 settembre 1899 da Giovanni e Colomba Spada, facchino. Detto Mingò. Di famiglia mazziniana, ancora giovanissimo diventa anch’egli repubblicano e all’età di 14 anni partecipa attivamente ai moti della Settimana rossa. Poco dopo diventa anarchico, maturando quegli ideali libertari a cui resterà poi fedele per il resto della sua vita. Secondo alcune fonti che però non hanno trovato finora riscontri, è disertore durante la prima guerra mondiale e in seguito, all’età di circa vent’anni, riesce a scampare a una condanna a morte inflittagli dai fascisti. Di certo c’è che è conosciuto nel suo ambiente come un uomo pronto a fare valere le proprie idee anche ricorrendo allo scontro fisico. Nel 1923 chiede e ottiene il passaporto per recarsi in Argentina. Giunto a Genova, vi si ferma per dieci mesi (dichiarerà poi alle autorità di ps di avere rinunciato a imbarcarsi per mancanza del danaro necessario per il biglietto per Buenos Aires). Di qui nell’agosto 1924 espatria in Francia, stabilendosi prima a Modane per circa sei mesi e poi definitivamente a Marsiglia, dove fa lo scaricatore al porto. Svolge attività antifascista e si fa chiamare Moro e anche Domenico Mengone o Mengoni. Nel 1931 la polizia italiana riesce a identificare la sua vera identità, grazie alle indagini seguite al ritrovamento di alcune sue lettere inviate dalla Francia, contenenti apprezzamenti sfavorevoli sul fascismo, durante una perquisizione nella abitazione della sorella Iolanda residente a Forlì. È pertanto iscritto nella “Rubrica di frontiera” e nel «Bollettino delle ricerche», come persona da arrestare (erroneamente qualificato come “comunista”). Risulta essere in relazione “con pericolosi elementi anarchici”, tra cui Ugo Boccardi. Rientra clandestinamente in Italia almeno due volte, per missioni di carattere antifascista. Secondo fonti orali di molto posteriori, risultate però anch’esse finora prive di riscontro, sarebbe implicato nel progetto di un attentato – mai realizzato – a Mussolini o ad altri esponenti di primo piano del regime fascista. A partire dal 1936 è attivo nel sostegno dei compagni che partecipano alla guerra di Spagna. Nel 1943 chiede al Consolato italiano di essere rimpatriato. Al passaggio della frontiera il 19 marzo è arrestato e successivamente tradotto a Forl“, dove viene sottoposto all’ammonizione per attività sovversiva svolta all’estero. Il 6 ottobre 1945 si sposa con Pierina Gambi, che però muore a distanza di pochi anni nell’aprile del 1949, lasciandolo di nuovo solo. Nel secondo dopoguerra partecipa alle iniziative del movimento anarchico forlivese. Fino all’ultimo sostiene le attività dei compagni romagnoli. Abituato a essere indipentente, vede con preoccupazione la perdita delle forze fisiche legate alla vecchiaia. Malato di cuore e con la prospettiva di finire in un ospizio, non volendo essere di peso a nessuno, matura la decisione di togliersi la vita. Muore a Forlì il 15 dicembre 1975, gettandosi dalla finestra del bagno dell’Ospedale dove si trova da qualche tempo ricoverato. Ai compagni che l’hanno conosciuto e stimato non sfugge che la data scelta per il suicidio è l’anniversario della morte di Giuseppe Pinelli, gettato dal quarto piano della Questura di Milano (15 dicembre 1969). Una coincidenza probabilmente voluta, che assume il valore di un estremo grido di protesta. (G. Landi - F. Melandri)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Archivio privato Franco Melandri; Gli Anarchici Forlivesi, Lutti nostri. Domenico Ragazzini, «Umanità nova», 10 gen. 1976.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Giovanni e Colomba Spada

Bibliografia

2004

Persona

Collezione

città