​RAFFAELLI, Giuseppe

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​RAFFAELLI, Giuseppe

Date di esistenza

Luogo di nascita
Montignoso
Data di nascita
January 30 1892
Luogo di morte
Montignoso

Biografia / Storia

Nasce a Montignoso (MS) il 30 gennaio 1892 da Romualdo e Maria Chioni, cavatore riquadratore. Ancora adolescente aderisce all’anarchismo e diventa un fervente propagandista delle idee libertarie. Nel 1921 è uno degli organizzatori degli Arditi del popolo a Montignoso. La formazione, alla quale aderiscono una sessantina di comunisti, socialisti e anarchici, tiene lungamente in scacco le “squadracce” fasciste, spostandosi velocemente tra le montagne apuane. Autore, insieme al compagno di idee Giuseppe De Freo, dell’inno degli Arditi del popolo Figli dell’Officina, tuttora molto conosciuto, R. emigra in Francia, nel maggio 1923 sfuggire alle persecuzioni degli “squadristi”, e ad Antibes e a Nizza fa il manovale, lo scalpellino, il contadino e l’elettricista. Il 12 gennaio 1927 viene arrestato dalla polizia transalpina per detenzione di una pistola e condannato a una ammenda. Il 26 marzo viene schedato dalla Prefettura di Massa Carrara che ne ricorda la pessima condotta morale e politica, l’intensa attività antinazionale e antifascista e i rapporti con Alberto Meschi. Iscritto nel «Bollettino delle ricerche» e nella “Rubrica di frontiera”, viene incluso nel 1933 nell’elenco degli attentatori. Nell’agosto 1936 accorre in Spagna, dove si arruola nella Colonna Italiana a maggioranza anarchica, comandata dal repubblicano Mario Angeloni. Ferito in combattimento, è ricoverato per quattro mesi nell’ospedale di Barcellona. Rientrato a Nizza nel febbraio 1937, vi rimane fino alla Seconda guerra mondiale. Arrestato dai collaborazionisti di Petain, dopo la resa della Francia ai nazisti, viene internato nel campo di sorveglianza speciale del Vernet d’Ariège. Estradato in Italia nel gennaio 1943 e interrogato nella questura di Massa, è assegnato al confino per cinque anni il 15 febbraio in quanto “combattente antifranchista in Spagna”. Deportato a Ventotene, torna in libertà nell’agosto del 1943, dopo la caduta di Mussolini. Nel dopoguerra dà vita al gruppo anarchico di Montignoso, prende parte al congresso costitutivo della Federazione anarchica italiana, che ha luogo a Carrara nel settembre 1945, ed è attivo nella FAI, presenziando, come rappresentante del gruppo anarchico di Montignoso, ai congressi di Livorno dell’aprile 1949 e di Ancona del dicembre 1950 ed ai convegni nazionali di Pisa del dicembre 1959 e di Senigallia del dicembre 1962. Dopo il congresso FAI di Carrara del novembre 1965 sembra avvicinarsi alle posizioni dei GIA, sorti in dissenso con la tendenza organizzatrice. Infatti, è presente al convegno di Pisa del 19 dicembre, convocato dai dissidenti invitando i gruppi e i compagni che avevano respinto i deliberati del congresso di Carrara ed il nuovo patto associativo della FAI. Muore a Montignoso il 2 febbraio 1984. (M. Gragnani - I. Rossi – A. Tozzi)  

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; asms, Associazioni politiche disciolte, Montignoso, b. 10; Federazione anarchica italiana, Congressi e convegni. 1944-1962, a cura di U. Fedeli, Genova 1963, pp. 46, 122, 135, 190, 215; Che cosa sono i GIA, Torino, 1976, pp. 72-73.

Bibliografia: A. Bianchi. Lotte sociali e dittatura in Lunigiana storica e Versilia (1919-1930), Firenze 1981, ad indicem; A. Dal Pont, S. Carolini, L’Italia al confino, Milano 1983, p. 1141; Antifascisti nel Casellario politico centrale, 18 voll., Roma 1988-1995, ad nomen; La Spagna nel nostro cuore. 1936-1939, Tre anni di storia da non dimenticare, Roma 1996, ad nomen; S. Catanuto e F. Schirone. Il canto anarchico in Italia nell’Ottocento e nel Novecento, Milano 2001, ad indicem.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Romualdo e Maria Chioni

Bibliografia

2004

Persona

Collezione

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