SABA, Roberto

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
SABA, Roberto

Date di esistenza

Luogo di nascita
Iglesias
Data di nascita
December 17 1903
Luogo di morte
Iglesias

Biografia / Storia

Nasce a Iglesias (CA) il 17 dicembre 1903 da Antioco e Maria Pilliu, minatore. Membro del gruppo anarchico “Sante Caserio” di Iglesias, insieme a Vittorio Loi, Giovanni Pisu, Francesco Musu, Emilio e Luigi Atzori, Battista Cadeddu, Giuseppe Nurra, Giuseppe Serra, Antonio e Giuseppe Secchi, Carlo Pinna, Raimondo Serrau, Giovanni Curti, Pierina Maxia, Leonardo Cherchi, Giuseppe Ballocco, Costantino Tanda, Giovanni Vacca, Francesco Musu e Carlo Pani, fece probabilmente parte degli arditi del popolo. Sciolto il gruppo a ridosso delle leggi eccezionali, viene arrestato nel maggio 1927, dopo il ferimento di un fascista da parte dell’anarchico Raimondo Sanna, e assolto per insufficienza di prove. Di nuovo incarcerato nel giugno 1929, con l’accusa di aver esposto dei drappi rossi nella chiesa del Buoncammino di Iglesias, insieme a Stanislao Etzi, Antonio e Giuseppe Secchi, Giuseppe Serra e Giuseppe Salidu, è denunciato al Tribunale speciale fascista. Prosciolto il 17 luglio 1929, viene ammonito il 5 settembre 1929 dalla Commissione provinciale come persona pericolosa per l’ordine nazionale e schedato il 29 dicembre 1929 quale comunista. Il “profilo” prefettizio recita che frequenta abitualmente “la compagnia di altri individui pari suoi i quali sono notoriamente conosciuti professare idee sovversive” e sottolinea la povertà, in cui vive, e il suo carattere ribelle. Il 12 maggio 1930 S. subisce una perquisizione domiciliare e il sequestro di numerose pubblicazioni anarchiche edite prima del 1923, di un ritratto di Errico Malatesta e di una lettera, da lui scritta al compagno di ideali Emilio Atzori, emigrato a Tunisi. Il 22 marzo 1931 è oggetto di un’altra perquisizione e il 22 giugno 1931 viene incluso nella terza categoria degli antifascisti, comprendente le persone da arrestare in determinate contingenze. Nella circostanza le autorità segnalano che “professa sempre principi comunisti” e che è decisamente contrario al regime. Finita di scontare l’ammonizione il 4 settembre 1931, riceve da Atzori il 27 novembre un ritaglio de «L’Adunata dei refrattari», con un articolo intitolato: La parola ai martiri. L’11 gennaio 1932 viene fermato dopo l’affissione, a Monteponi, di un manifesto contenente frasi ostili al fascismo e alla milizia e il 13 aprile 1934 scrive a Atzori che è disoccupato da 15 mesi e che gli viene negato il lavoro per ragioni facilmente intuibili: “Preferisco rompermi le corna che piegarmi…”. Costantemente vigilato, continua a frequentare i compagni di fede e la Prefettura di Cagliari riferisce che non è iscritto al PNF e alle organizzazioni sindacali fasciste. Il 7 giugno 1935 viene fermato in occasione della visita di Mussolini a Iglesias e rilasciato dopo tre giorni di carcere. Il 30 maggio 1939 abita a Montevecchio, dove lavora nel cantiere Sanna, ed è sorvegliato. Alla fine del 1941 risiede a Iglesias e “viene assiduamente vigilato”. Muore a Iglesias il 19 giugno 1976, i funerali si svolgono in forma strettamente civile. (F. Bucci – M. Gragnani – A. Tozzi)

 

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Gruppo anarchico di Iglesias, Roberto Saba, «Umanità nova», 3 lug. 1976; Biblioteca “F. Serantini” - Pisa, Archivio corrispondenza, Lettera di Silvio Cocco, 16 mar. 2004.

Bibliografia: L’antifascismo in Sardegna, a cura di M. Brigaglia [et al.], 2 voll., Cagliari 1986, ad nomen; Antifascisti nel casellario politico centrale, 18 voll., Roma 1988-1995, ad nomen.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Antioco e Maria Pilliu

Bibliografia

2004

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Collezione

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