PUDDU, Paolo

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
PUDDU, Paolo

Biografia / Storia

Nasce a Gairo Nuovo (Nu) il 14 maggio 1898 da Daniele e Maria Rosa Mameli, operaio saldatore, fabbro. Avviato al lavoro a 11 anni, emigra in Francia nel 1914. Rientrato in Italia due anni dopo, espatria nel 1921. Di nuovo nel paese di nascita nel 1926, si sposa e torna in Francia insieme alla moglie. I Puddu nutrono quasi tutti idee sovversive e P. professa principi anarchici, come i fratelli Enrico (n. il 1° maggio 1907, che nel secondo dopoguerra aderirà al PSI) e Angelo (n. il 26 luglio 1909), che prenderanno come lui l’amara strada dell’esilio. Fissata la residenza a Le Cannet, P. diventa segretario della sezione della LIDU nel 1930, quando viene espulso dalle autorità transalpine per la sua attività antifascista ed è costretto a raggiungere la madre in Belgio. Nel 1932 abita a Namur e a Tournai, dove fa il gelataio e il piazzista di libri per l’anarchico Eugenio Mastini, e nel 1935 dispiega una notevole propaganda libertaria insieme al cugino Tomaso Serra. Nel secondo semestre del 1936 viene segnalato perché si occupa della fornitura di armi alle milizie spagnole, aggirando i divieti dell’ingannevole “patto di non intervento”. Nello stesso periodo i suoi due fratelli partecipano, in Spagna, alla lotta contro i franchisti ed Enrico è consigliere della CNT a Valencia. Più tardi sarà arrestato dai moderati o dagli staliniani e rinchiuso nel campo di Alcira, dove resterà fino al principio del 1939, quando rientrerà in Francia per finire nei campi di internamento di Argelès-sur-Mer e del Vernet d’Ariège. Quanto ad Angelo, arruolatosi nella Colonna “de hierro”, viene ferito a Teruel e ricoverato nell’ospedale di Sarrión, mentre i fascisti italiani lo includono fra i sovversivi attentatori. Anche P. continua a essere sorvegliato perché si fa notare per il suo impegno anarchico e per i suoi legami con il Comitato pro Spagna di Parigi. Schedato il 5 agosto 1938, si reca spesso, al principio del 1940, a Bruxelles per incontrare i compagni di fede Mario Mantovani e Vittorio Cantarelli, finché viene arrestato dai nazisti a Tournai e portato al valico del Brennero, dove viene consegnato ai fascisti italiani il 17 giugno 1941. Tradotto a Nuoro, è assegnato al confino per cinque anni il 2 agosto e tradotto a Ventotene il 9 agosto. Anche il fratello Enrico viene deportato in Italia. Interrogato il 16 settembre 1940, dichiara: “In Spagna i miei compagni erano tutti fanatici convinti della necessità di una società che avrebbe dovuto affermarsi con l’uso della violenza, per cui non potei mai andare d’accordo con loro…” Convinto che l’anarchia si debba realizzare “col mezzo della persuasione”, dice di non aver avuto in Francia “contatto con anarchici di fama, ma soltanto con operai, che pur professando i miei principi erano come me innocui. Non ho incontrato alcun anarchico [italiano] ad eccezione di mio cugino Serra Tommaso fu Saverio. Sono tuttora anarchico, e qualora mi fosse possibile continuerei a svolgere propaganda dei miei principi, mantenendomi contrario a qualsiasi uso della violenza”. Il 28 ottobre 1940, nel carcere in cui si trova, in attesa di essere mandato al confino, Enrico rifiuta il cibo per protestare contro l’anniversario della marcia su Roma: “Non voglio mangiare perché per noi oggi non è festa ma bensì giorno di lutto”. Sia Paolo che Enrico vengono trasferiti da Ventotene a Renicci d’Anghiari dopo il 25 luglio 1943 e liberati soltanto l’8 settembre. Quanto ad Angelo, dopo aver lasciato Valencia nell’aprile del 1939, viene internato nel campo algerino di Orano, poi combatte contro i nazifascisti nell’Africa settentrionale, insieme ai soldati di De Gaulle, e nel 1943 partecipa allo sbarco alleato a Salerno. Si ignorano date e luoghi di morte dei tre fratelli. (S. Carolini – G. Piermaria – A. Tozzi)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; ivi, Puddu Angelo; ivi, Puddu Enrico; S. Cocco, lettera, Biblioteca “F. Serantini” - Pisa, carte S. Cocco.

Bibliografia: L’arresto presso Cannes di alcuni comunisti italiani colpevoli di attentati, «Il Piccolo», 9 gen. 1930; Le attività del fascio di Nizza tra le insidie del fuoruscitismo, «Il Corriere della sera», 15 gen. 1930; C. Berneri, Gli attentati sulla Costa Azzurra, «L’Adunata dei refrattari», 26 lug. 1930; G. Lo Duca, Gli orrori del campo di Vernet d’Ariège, in: Gli italiani nei campi di concentramento francesi: documenti e testimonianze / a cura del Ministero della cultura popolare, Roma, 1940, p.44; A. Dal Pont, S. Carolini, L’Italia al confino, Milano 1983, vol. 4, p.1747; L’antifascismo in Sardegna, a cura di M. Brigaglia [et al.], 2 voll., Cagliari 1986, ad nomen; Antifascisti nel casellario politico centrale, 18 voll., Roma 1988-1995, ad nomen.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Daniele e Maria Rosa Mameli

Bibliografia

2004

Persona

Collezione

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