PONTIGGIA, Aldo
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- PONTIGGIA, Aldo
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Vittorio Veneto
- Data di nascita
- December 20 1919
- Luogo di morte
- Vittorio Veneto
Biografia / Storia
- Nasce a Vittorio Veneto (TV) il 20 dicembre del 1919 da Emilio e Lorenza Serravallo, medico. Il padre, medico e socialista, influenza la formazione professionale e culturale del figlio che diventa medico e anarchico nel dopoguerra, dopo aver vissuto, come ufficiale, la triste e tragica esperienza della guerra d’Albania. Al ritorno nel paese natale entra in contatto e in rapporti sempre più stretti con una figura importante del movimento locale di liberazione, che è anche un esponente importante del ricostituito movimento anarchico: Mario Moret. Attraverso la frequentazione con questi ambienti egli matura la convinzione che l’anarchia è l’ideale che più risponde alle sue più profonde convinzioni e in grado di dare agli uomini e alle donne una vera speranza di emancipazione dall’oppressione economica, culturale, politica e soprattutto religiosa. La professione di medico lo porta a contatto con una grande varietà di problematiche presenti nelle famiglie e nel tessuto sociale e svolge la sua professione con costante attenzione a tutte le novità che la pur approssimativa scienza medica (o meglio cultura medica, come sottolineava spesso) andava sviluppando e al contempo con fine sensibilità umana e sociale rispetto alle persone sofferenti. In particolare modo colpisce la sua sensibilità la condizione della donna costretta da una cultura asfissiante e oscurantista ad un ruolo di assoluta subalternità, molto spesso delegata a concepimenti non desiderati e a reggerne il conseguente peso quasi esclusivamente da sola. Con questi convincimenti mette in relazione le sue idee politiche libertarie con la sua professione di medico e intraprende una fitta corrispondenza con associazioni che si occupano del controllo delle nascite e della pianificazione familiare in tutto il mondo. Troviamo così sue lettere rivolte al National Committee On Maternal Healt di New York, al Pathfinder Fund di Milton, alla Kemofarmacija di Lubiana, all’International Planned Parenthood News di Londra, con l’AIED di Roma, col CEMP di Milano e altri. A cavallo tra gli anni cinquanta e sessanta aderisce al progetto culturale della rivista «Volontà» di Giovanna Berneri e Cesare Zaccaria unendo la sua militanza politica con la sua professione medica. Assieme a Mario Moret, Bepi Gava costituisce un nucleo anarchico a Vittorio Veneto, impegnandosi sul fronte antimilitarista, antielettorale e anticlericale con la distribuzione di volantini e manifesti e con la partecipazione a tutte le occasioni di dibattito dove viene portata così la voce anarchica tra la gente. Nel novembre del 1956 l’attenzione è rivolta, dagli anarchici vittoriesi, verso i temi della cultura popolare e dell’istruzione delle masse con la proposta di poter avere anche a Vittorio Veneto una funzionante biblioteca pubblica e una Università Popolare. Vengono in questi anni anche rivolte al sindaco socialista della città delle “Lettere aperte” nelle quali, rispetto ai problemi locali, sono ribadite le critiche e le proposte anarchiche senza tralasciare prese di posizione a favore della rivolta ungherese contro la dittatura della burocrazia rossa e l’influenza nefasta della Chiesa sempre a fianco dei potenti e dei dittatori. In questa fine degli anni cinquanta partecipa attivamente all’attività organizzativa del movimento anarchico lombardo-veneto e della relativa commissione di corrispondenza aderendo a varie iniziative a Verona, Mantova, Brescia. Stringe rapporti sempre più stretti con Pio Turroni, Armando Borghi, Umberto Tommasini, Ettore Bonometti, Ivan Guerrini, Randolfo Vella, Nani Fiorin e tanti altri. Congiuntamente alla frequentazione con i compagni italiani egli intrattiene relazioni con l’emigrazione d’oltre oceano in particolare con il gruppo de «L’Adunata dei Refrattari», con Attilio Bortolotti. Il dialogo si infittisce con la redazione di «Umanità Nova» e de «Il Libertario», con Giordano Bruch ed Emilio Baldissar e, in particolar modo, con Umberto Tommasini. Si impegna attivamente all’interno del movimento anarchico nel periodo della ricostruzione dei vari gruppi con attenzione e rispetto profondo alle istanze dell’individuo e combattendo ogni tendenza eccessivamente organizzatrice. Le relazioni più frequenti e assidue sono con i compagni di Trieste e con loro egli svolge azione di propaganda all’esterno e di indirizzo verso il fare e verso l’aggiornamento del pensiero libertario alla luce degli avvenimenti nuovi e delle conoscenze che si sviluppano in Europa e nel mondo. Da ricordare, in particolar modo, un’iniziativa svoltasi a Verona nel 1957 per commemorare Carlo Pisacane che vide la partecipazione attiva dei compagni di Vittorio Veneto i quali, pur essendo solo in tre, a partire dal 1953 distribuiscono mensilmente «Seme anarchico», «Volontà» e settimanalmente «Umanità Nova». Verso la fine del 1962 viene lanciata dai compagni di Venezia l’idea di fondare nella città lagunare una Libreria Internazionale per la vendita diretta al pubblico di libri di letteratura anarchica e di altra a carattere sociale. La proposta viene discussa e approvata all’interno del movimento anarchico sia in Italia che all’estero perché ritenuta un utile e interessante strumento di propaganda delle idee libertarie. In una lettera del 6 gennaio del 1963 i compagni vittoriesi rivolgendosi alla C.d.C. Lombardo-Veneta accolgono con entusiasmo la proposta veneziana anche se sottolineano con estrema praticità e buon senso le difficoltà che poi puntualmente si affacceranno nel proseguo dell’iniziativa. A partire dal maggio del 1963 la Libreria Internazionale comincia la sua attività ed egli è uno dei principali protagonisti della gestione considerato da tutto il movimento anarchico come un garante e un uomo assolutamente affidabile. Nello stesso anno pubblica un opuscolo (con le edizioni Antistato di Turroni) dal significativo titolo: “Controllo delle nascite”. Si tratta di uno strumento che unisce argomentazioni teoriche e politiche con, soprattutto, informazioni pratiche sulle varie metodiche anticoncezionali evidenziando bene i metodi che non sono considerati sicuri e illustrando quelli più sicuri. L’opuscolo si conclude con una serie di informazioni sulla fecondazione artificiale. Naturalmente non mancano le critiche all’immobilismo politico parlamentare rispetto ai problemi posti e soprattutto la messa in discussione del ruolo ancora di oscurantismo e reazionario della Chiesa. Aldo Pontiggia collabora ad “Umanità Nova” ed è sempre attivo all’interno del movimento anarchico organizzando incontri degli anarchici delle tre Venezie, come quello che si svolge a Tarzo (sulle colline vittoriesi) nel 1966 che i rapporti di polizia prontamente segnalano (“convegno organizzato da certo Aldo Pontiggia medico chirurgo da Vittorio Veneto accompagnato dal padre e dalla moglie”). Aldo è uno dei quattro compagni (gli altri sono Gosparini, Tommasini, Cavagnin) che costituiscono il comitato incaricato di gestire e prendere ogni decisione in merito al futuro della libreria di Venezia per cercare di risollevarne le sorti e risolverne possibilmente la crisi finanziaria e gestionale. A causa di vicissitudini varie, nonostante l’impegno e il grande sforzo profuso, la Libreria Internazionale chiude nel 1966 non solo a causa dell’alluvione ma per “consumata esperienza”. In occasione della frattura tra gli anarchici italiani che si consuma nel 1965 e vede la nascita dei GIA egli non aderisce ad alcuna delle due componenti e mantiene buoni rapporti sia con Tommasini che con Turroni. In seguito agli avvenimenti del 1968-69 e alla rinascita del movimento anarchico e libertario egli firma, assieme a quella di alcuni “vecchi” compagni, una “Lettera aperta ai compagni sullo stato del movimento. Per una ‘riscoperta’ dell’anarchismo nell’attualità sociale”. Partecipa attivamente alla fondazione e all’attività dei vari gruppi anarchici che nella realtà pedemontana sorgono prima a Follina, poi a Valdobbiadene, infine a Vittorio Veneto. Come medico continua ad essere ancora un punto di riferimento per le nuove generazioni, per l’assistenza e i consigli di cui è prodigo mettendo tutta la sua esperienza professionale e la sua inesauribile cultura politica e sensibilità sociale a disposizione dei vari movimenti e gruppi rivoluzionari e delle donne in particolare, riconosciute una volta di più vilipese e sottomesse. Sono gli anni della sua attività, tra l’altro, di medico scolastico e di impegno sul piano della prevenzione e lotta alle varie schiavitù, come le definiva, delle varie droghe legali e no. Partecipa attivamente con consigli e suggerimenti, recensendo libri, viaggiando in lungo e largo per l’Italia (anche a Lione in occasione di un incontro internazionale di riviste anarchiche) al rilancio della rivista «Volontà» che nel 1977 impegna redazionalmente e amministrativamente i compagni del gruppo “F. Serantini” di Valdobbiadene. Muore il 25 dicembre 1997. (F. Codello)
Fonti
- Fonti: Archivio privato F. Codello.
Bibliografia: A. Pontiggia, Il controllo delle nascite, Cesena 1963; G. Cerrito, Il ruolo dell’organizzazione anarchica, Catania 1973.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Emilio e Lorenza Serravallo
Bibliografia
- 2004