POLIDORI, Guido
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- POLIDORI, Guido
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Pontedera
- Data di nascita
- December 7 1889
- Luogo di morte
- Torino
Biografia / Storia
- Nasce a Pontedera (PI) 7 dicembre 1889, da Bartolomeo e Teresa Parlanti, operaio. Fratello di Giuseppe (1893-1931), emigra per motivi di lavoro, con il resto della famiglia, a Torino nel 1914. Partecipa all’occupazione delle fabbriche. Espatria con regolare passaporto nel 1930, stabilendosi in Francia ad Aix-Les-Bains dove è tra gli organizzatori della locale sezione LIDU. Partecipa al 7° Congresso della LIDU che si svolge a Chambery dal 14 al 16 maggio 1932. Trasferitosi in Svizzera dove è in contatto con Luigi Bertoni e vari esponenti di gl, è espulso dal territorio elvetico alla fine del 1932. Rientra in Francia dove è nuovamente espulso, provvedimento revocato solo grazie all’intervento della LIDU. Nel 1935 si stabilisce a Chambery, dove, su incarico del Comitato di Marsiglia (dove Giulio Bacconi regge le fila della cospirazione) si occupa dei rapporti con il movimento in Italia, Torino in particolare. “Sono pervenute le seguenti notizie fiduciarie circa la nota aggressione al Regio consolato di Chambery: l’antifascista Polidori Guido si vanterebbe di aver sputato sul viso del Console e di avergli dato un pugno” (Dir. Gen. di Pubblica sicurezza missiva in data 12 nov. 1936). Allo scoppio della guerra nel 1940, ripara in Belgio. Dopo poco tempo, rientra in Italia; arrestato alla frontiera del Brennero, viene condannato a 5 anni di confino per attività antifascista all’estero (Ventotene). Compie atto di sottomissione al fascismo, ma è liberato solamente nel 1943. Partecipa alla resistenza (nome di battaglia Poeta) nella SAP delle Ferriere Fiat, la VII brt “Edoardo De Angeli”, al cui comando vi è l’anarchico Ilio Baroni. Nella formazione partigiana Polidori ricopre il delicato incarico di armaiolo. Nel 1944 viene arrestato e torturato dai fascisti. Come ricorda Alessandro Grosso, commissario politico della VII brt SAP, P. “subisce sevizie e percosse indicibili da parte degli uomini del famigerato Maselli e viene sfigurato a tal punto che, incontrato in Questura da Edo non viene da questi riconosciuto”. Nonostante le indicibili sofferenze resiste alle torture e non parla, rimanendo in carcere fino alla liberazione. Muore a Torino il 10 aprile 1963. (T. Imperato)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Ivi, cp, f. per., b. 813; Gruppo Malatesta di Torino, Lutti Nostri: Guido Polidori, «Seme Anarchico», n. 5, mag. 1963.
Bibliografia: Relazione di Alessandro Grosso, commissario politico della VII Brigata SAP, in I. Tognarini, Documenti e testimonianze sull’antifascismo e sulla lotta partigiana piombinese, Piombino, [s. d.]; A. Dal Pont, S. Carolini, L’Italia al confino, Milano 1983, p. 113.; C. Berneri, Epistolario inedito, vol. II, a cura di P. Feri e L. Di Lembo, Pistoia 1984, ad indicem, p. 315; Antifascisti nel casellario politico centrale, 18 voll., Roma 1988-1995, ad nomen; T. Imperato, Anarchici a Torino: Dario Cagno e Ilio Baroni, «Rivista storica dell’anarchismo», n. 2, lug-dic. 1995.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Bartolomeo e Teresa Parlanti,
Bibliografia
- 2004