POLIDORI, Giuseppe
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- POLIDORI, Giuseppe
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Pontedera
- Data di nascita
- March 27 1893
- Luogo di morte
- Londra
Biografia / Storia
- Nasce a Pontedera (PI) il 27 marzo 1893 da Bartolomeo e Teresa Parlanti, bracciante, viaggiatore di commercio e cameriere. È il secondo di sei fratelli e con la famiglia emigra nel 1914 nella Torino operaia dove, giovanissimo, apprende i primi rudimenti di cultura politica. A diciassette anni è già emigrato, una prima volta, per motivi di lavoro in Francia. Con i fratelli vive l’esperienza drammatica della guerra e viene congedato nel settembre del 1919. Durante il Biennio rosso, secondo una nota della Prefettura, è “iscritto alla locale ‘Unione anarchica’ e faceva parte del comitato ‘Pro vittime politiche’. Frequentava assiduamente i circoli e le riunioni sovversive” (Il Prefetto al Ministero dell’Interno in data 30 maggio 1930). A Londra, dove viene comunemente chiamato Joseph o Beppe, giunge nell’ottobre del 1923 trovando impiego, come cameriere, presso un ristorante. Nella capitale londinese entra subito in contatto con la piccola ma vivace comunità di antifascisti italiani: conosce Emilio Recchioni, il dottore Francesco Galasso e Vittorio Taborelli. Quando nel febbraio del 1931 viene arrestato a Roma, dopo una sparatoria, Michele Schirru, il nome di P. rimbalza su tutti gli organi di stampa, in particolar modo quelli inglesi, come uno dei maggiori complici del mancato attentatore. La Polizia italiana aiutata da un colonello dell’ufficio politico della polizia metropolitana, certo Carter, cerca di trovare le prove del coinvolgimento di P. e di altri anarchici nel progetto dell’attentato. Ma dopo mesi di indagine, a parte la certezza che i due si conoscessero e dei versamenti di denaro effettuati a nome di Mary Schirru, nome sotto il quale la polizia ritiene si nasconde P., niente è ulteriormente emerso. La famiglia di P. è messa sotto sorveglianza, la posta è controllata e sequestrata, vengono effettuate diverse perquisizioni nelle abitazioni dei fratelli e i fascicoli personali di Giuseppe e Guido si riempiono di fogli e dispacci. Il 2 aprile 1931 il nome di P., appare per la prima volta, nel supplemento n. 75 del «Bollettino delle Ricerche». P. ha conosciuto Schirru probabilmente o in un suo viaggio negli usa precedentemente al suo arrivo a Londra, o tra il 1917 e il 1919 quando Schirru è militare a Torino città nella quale P. e la sua famiglia risiedono. Durante il processo S. fa di tutto per allontanare il sospetto di una possibile compartecipazione di P. al progettato attentato e cerca di rassicurare l’amico con una lettera che viene sequestrata dalle autorità dove afferma: “Caro Joe, Non ti sorprenda né ti allarmi questa mia lettera perché la polizia qui sa benissimo che avevo con te della corrispondenza epistolare. […] Stai tranquillo, tu non avendo nulla a che vedere con i miei atti non hai nulla a che temere. Sono io che mi sono creato questa situazione e io solo ne pagherò le conseguenze. […] Quando si è combattuto per l’Idea bisogna essere stoici e saper soffrire quando si cade. E io oggi sono un soldato caduto, un vinto, ma il mio spirito è sempre quello che era prima della mia sconfitta. […] Tuo Michele” (17 febbraio 1931). Lo stesso P. a Londra il primo giugno invia una lettera al «Daily Telegraph», pubblicata anche dal «News Chronicle» del 3 e dal «Manchester Guardian» del 4 giugno che contesta le indagini della polizia fascista e afferma di non aver scritto allo Schirru, non avergli inviato alcun denaro e di non essere mai stato in America. Un tentativo di arginare l’irruenza della propaganda del regime che sui giornali inglesi ha cercato in tutti i modi di addossare a P. tutte le responsabilità del collaboratore principale di Schirru. Ancora, in una lettera ai genitori del giugno 1931, P. li rassicura affermando che “malgrado tutto questo io non ho avuto il minimo disturbo da nessuno mentre a prima vista sembrerebbe una cosa tanto enorme da pensarmi chi sa in quale fondo di prigione” (Lettere del 2 giugno 1931 in Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale ad nomen). P. stralciato dal processo del Tribunale Speciale perché latitante, muore a Londra al Westminster Hospital il 15 agosto 1931 a causa di un male incurabile. Nella stessa giornata la sua compagna si uccide ed entrambi vengono seppelliti nel cimitero di Hendon. A Ginevra il periodico «Il Risveglio» così lo ricorda: “Non v’è sottoscrizione, sia per la stampa nostra che per le vittime politiche, alla quale non abbia dato largamente il suo contributo. Non v’è stata iniziativa intesa a scalzare la tirannia alla quale egli non abbia dato appoggio incondizionato. […] Possedeva la qualità preziosa della bontà e gentilezza d’animo verso tutti quelli che lo avvicinavano”. Un profilo confermato anche dall’«Almanacco libertario pro vittime politiche» pubblicato a Ginevra da Carlo Frigerio che ricorda anche l’attività di P. svolta in Italia: “[…] aveva militato in prima fila nel nostro movimento specialmente rendendosi attivo all’epoca dell’occupazione delle fabbriche a Torino”. (F. Bertolucci)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; [Necrologio], «Il Risveglio», 5 set. 1931; Giuseppe Polidori, «Almanacco libertario pro vittime politiche per l’anno 1932, Ginevra, editore resp. Carlo Frigerio, Lugano, dic. 1931, p. 44.
Bibliografia: G. Fiore, L’anarchico Schirru condannato a morte per l’intenzione di uccidere Mussolini, Milano 1983, ad indicem; Sentenza Ufficio storico dello SME, Il Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato. Decisioni emesse nel 1931, 17 voll., Roma 1980-1999, pp. 773-774; Antifascisti nel casellario politico centrale, 18 voll., Roma 1988-1995, ad nomen; M. Corsentino, Michele Schirru e l’attentato anarchico, Catania 1990, pp. 23-24; A. Bernabei, Esuli ed emigrati italiani nel Regno Unito 1920-1940, Milano 1997, ad indicem.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Bartolomeo e Teresa Parlanti
Bibliografia
- 2004