POLACCI, Narciso

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
POLACCI, Narciso

Date di esistenza

Luogo di nascita
Figline Valdarno
Data di nascita
May 18 1878
Luogo di morte
Marsiglia

Biografia / Storia

Nasce a Figline Valdarno (FI) il 18 maggio 1878 da Giuseppe e Chiara Silei. Vive fin da ragazzo il particolare clima dell’ambiente sovversivo e popolare di questa cittadina artigiana ed operaia. Lavora prima come bracciante e successivamente come pastaio nella vicina San Giovanni. Partecipa alla cosiddetta “rivolta del duino” che scoppia a Figline il 3 maggio 1898. Questo episodio insurrezionale costituisce il battesimo del fuoco dell’anarchismo figlinese, peraltro già influenzato dal movimento internazionalista fiorentino e dal nascente sindacalismo libertario dei minatori di Castelnuovo. Una iniziale manifestazione di protesta davanti al municipio per rivendicare pane e lavoro “trascende” in saccheggi di negozi e magazzini di generi alimentari, con violenti scontri a fuoco tra carabinieri e manifestanti, questi ultimi riforniti di armi presso la locale Società di tiro a segno. Un contadino rimane ucciso e ci sono molti feriti da ambedue le parti. Il Tribunale militare di guerra processa 41 sospetti organizzatori della sommossa e infligge loro pene pesantissime. I condannati sono in buona parte giovani ed anarchici. Fra questi P., cui sono inflitti vent’anni di galera per eccitamento alla guerra civile e che, sulla stampa anarchica e socialista, assurgerà a simbolo di tutti i perseguitati per i fatti del 1898. Amnistiato, rientra a Figline e dal 1903 inizia a collaborare con brevi corrispondenze a «Il Libertario». Dalle colonne di questo giornale lancia il suo j’accuse contro le forze dell’ordine per i fatti del ’98: “...Cittadini Figlinesi!... Non fummo noi che uccidemmo il povero Bianchi Giuseppe, che lasciò priva d’appoggio la desolata moglie e quattro figlioli, ma fu il brigadiere Bertagni... Non fummo noi che ferimmo Olinto Stagi dell’Incisa... Non fummo noi che ferimmo il Gatti Ernesto, vetturino di Greve, ma furono i carabinieri...”. Promotore dei locali Comitati pro vittime politiche e pro reclusi, tiene comizi con Leda Rafanelli, Luigi Polli, Fortunato Serantoni, Pasquale Binazzi. A nome degli anarchici del paese firma un comunicato di dissenso sulla decisione adottata da repubblicani, socialisti e radicali di proporre candidature protesta alle elezioni politiche per sette detenuti figlinesi. Nel gennaio 1905 P. ed un altro anarchico del luogo, Pietro Torricelli, subiscono un’aggressione violenta con percosse durante una manifestazione monarchica. Nel medesimo anno, a seguito di una nuova condanna subita “per parole oltraggiose all’Arma” (“vigliacchi, mascalzoni, sfruttatori, vagabondi”) pronunziate a Montevarchi in un comizio pro-setaiole, gli viene rideterminata la pena precedente in quindici anni. Così P. decide di darsi alla latitanza ed emigrare clandestinamente in Francia passando per la Corsica. A Cesare Giani rimane il testimone di organizzatore infaticabile del nutrito gruppo figlinese. Ormai residente a Marsiglia, dove è attivo militante nella comunità italiana, P. interviene su «Il Libertario» (27 nov. 1913) a favore di Augusto Masetti e Maria Rygier incarcerati con l’accusa di antimilitarismo. Qualche anno dopo, a testimonianza del legame con i compagni rimasti in Italia, compare sul medesimo periodico (12 ott. 1916) un affettuoso necrologio per la morte della mamma: “Il 21 u.s. si è spenta nel Manicomio di Firenze all’età di 65 anni Chiarina Polacci nata Silei madre al nostro carissimo compagno Narciso residente a Marsiglia. La poveretta che vide il figlio ingiustamente condannato dai tribunali di guerra nel 1898, che lo vide costretto nel 1906 a prendere la via dell’esilio, ne fu talmente impressionata da perderne la ragione. Al caro compagno che non ha potuto dare alla mamma adorata il suo ultimo bacio, vadano le nostre condoglianze più sincere”. Nel marzo 1919 gli anarchici figlinesi pubblicano su «L’Avvenire Anarchico» un comunicato di protesta “contro l’amnistia-beffa” appena varata che ancora non consente il rimpatrio di P. Non si conosce la data della sua morte avvenuta, si presume, nei primi anni venti, certamente a Marsiglia “per paralisi”. (G. Sacchetti)

Fonti

Fonti: Archivio dello Stato - Firenze, Tribunale Militare di Guerra, 1898, sentenza per i fatti di Figline; Archivio dello Stato - Arezzo, Processi Penali, 1906, procedimento c/ Berti Oscar ed altri.

Bibliografia: «Il Libertario», Spezia, 1903-1906, passim; «L’Avvenire anarchico», Pisa 28 mar. 1919, p. 4; B. Bonatti, La rivolta del duino, Firenze 1981; G. Bolis, L’antifascismo a Figline e nel Valdarno (1919-1942), Comune di Figline Faldarno, s.d.; G. Sacchetti, Sovversivi in Toscana (1900-1919), Todi 1983; I. Rosati, Pane e lavoro. I moti di Figline Valdarno, 3 maggio 1898, Firenze 1998; B. Bonatti, Il paese mite e ribelle. Figline nella rivolta del duino, San Giovanni Valdarno 1998.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Giuseppe e Chiara Silei

Bibliografia

2004

Persona

Collezione

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