PICCININI, Francesco
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- PICCININI, Francesco
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Lugo
- Data di nascita
- September 18 1839
- Luogo di morte
- Lugo
Biografia / Storia
- Nasce a Lugo (RA) il 18 settembre 1839 da Luigi e Giovanna Almerighi. Calzolaio, poi impiegato come custode e uomo di fiducia presso la Banca Popolare di Lugo. È sposato, con due figlie (alla maggiore, nata nel gennaio 1871, impone i nomi di “Repubblica Eguaglianza Ragione”; la minore nascerà dopo la sua morte). Volontario garibaldino in più occasioni, comprese le battaglie del Volturno e di Mentana (Carducci nella lapide dettata in sua memoria recita “Propugnò / la libertà della nazione / nelle battaglie / dal 1859 al 1867”, vale a dire dalla Seconda guerra d’Indipendenza alla Campagna dell’Agro romano), è inizialmente mazziniano: ancora nel 1870 scrive in relazione all’arresto del genovese “il Messia è venuto, e lo stanno martoriando a Gaeta” («La Plebe», 30 set. 1870). Non partecipa alla spedizione garibaldina del 1870 in Francia (Armata dei Vosgi), ma quella campagna influisce profondamente sul mondo “democratico” dei volontari garibaldini, sia su quelli andati in Francia a combattere in favore dei rivoltosi della Comune - e dunque testimoni della violenza del governo repubblicano contro il popolo insorto, sicuramente venuti in contatto con idee internazionaliste, marxiste, socialiste… e in seguito, al ritorno in Italia, perseguiti come oziosi e vagabondi, abbandonati a sé stessi, aiutati solo dalla sottoscrizione aperta dallo stesso Garibaldi al suo ritorno e, in Romagna, probabilmente in alcuni casi dai circoli politici di appartenenza - sia sui tanti rimasti a casa ma attentissimi alle notizie e alle corrispondenze che di là giungevano. Su questo terreno matura il passaggio di molti ex-volontari garibaldini inizialmente di idee mazziniane e repubblicane all’area internazionalista, mettendo in pratica nel proprio tessuto sociale quanto visto e appreso in Francia. P. negli anni tra il 1870 e il 1872 collabora con giornali politici di ambito “repubblicano-socialista”, definizione sicuramente ambigua ma che riflette il difficile momento della nascita dell’Internazionale ed il travaso di uomini fuoriusciti in genere dalla nebulosa mazzianiano-repubblicana-garibaldina, di idealità vagamente socialiste, alla nascente Internazionale. In particolare è corrispondente da Lugo per «Il Romagnolo», fondato nel 1868 come “Organo della Consociazione Repubblicana” di Ravenna e trasformatosi nel 1871 di fatto in giornale internazionalista. È inoltre socio fondatore de «La Plebe» di Lodi, diretta da Enrico Bignami, “periodico democratico”, come scritto nel manifesto-programma redatto dallo stesso Bignami, e in seguito “repubblicano, razionalista, socialista”, anticlericale ed ateo, il cui primo numero esce il 4 luglio 1868 con l’appoggio esplicito di Garibaldi e della Massoneria; a Lugo nel 1871 P. fonda anche una “Società della Plebe”, che si incarica di diffondere il giornale in tutta la Romagna, con una fitta opera di strillonaggio e gratuitamente. Considerato tra gli iniziatori del movimento socialista in Romagna (ma, visto il momento storico sarebbe meglio dire movimento internazionalista), il 19 novembre 1871 P. è tra i partecipanti alla riunione clandestina “operativa” tenuta a Forlì cui convengono rappresentanti di tutta la regione, e che ha come scopo il rilancio dell’organizzazione delle masse operaie, la fondazione di nuove sezioni dell’AIL e l’incremento di quelle già esistenti. Nei mesi seguenti P. viene messo a capo del Fascio Operaio di Lugo, ed in tale veste partecipa a riunioni politiche e incontri che lo vedono contrapporsi sempre più duramente agli ex-compagni mazziniani, ed iniziare la parabola che lo avvicinerà, per altro piuttosto rapidamente, a personaggi del nascente internazionalismo locale, come Ludovico Nabruzzi, direttore de «Il Romagnolo», e Germanico Piselli, in seguito direttore de «La Rivendicazione» di Forlì (1886-1891), anch’essi provenienti dalle file mazziniano-repubblicane. La sua intensa attività di proselitismo per le nuove idee gli attira sempre più forti odi da parte di fazioni politiche estremiste di derivazione mazziniana, in un tessuto sociale quale quello romagnolo dove era molto diffuso il ricorso all’omicidio per dirimere questioni di tipo sia privato che sociale. A mazziniani viene infatti addebitata la colpa della sua uccisione, avvenuta la sera del 2 maggio 1872 all’uscita dal caffè Europa di Lugo: un primo aggressore gli spara un colpo di revolver, mancando il bersaglio, ma un secondo individuo lo raggiunge e lo colpisce mortalmente con un coltello. Verranno inquisiti per l’omicidio due mazziniani faentini, Luigi Gavelli, indicato come l’esecutore materiale, del quale si perderanno immediatamente le tracce e di cui non si saprà mai più nulla, e Giuseppe Liverani, espatriato a Londra, in Francia e Spagna ma infine catturato, estradato, e nel 1876 processato e condannato alla pena capitale poi commutata in lavori forzati a vita. Il suo assassinio ha un enorme risalto sulla stampa sia italiana che internazionale; il capo dei repubblicani italiani Aurelio Saffi condanna recisamente e senza possibilità di appello il ricorso a tali mezzi di confronto politico, ma P. non sarà che il primo di una lunga serie di morti dovuti al violento scontro tra le due fazioni in lotta. Muore a Lugo il 2 maggio 1872. Giosue Carducci detta una lapide in memoria di P. nel cui testo, pubblicato il 17 agosto 1872, spicca la conclusione: “I fratelli i compagni gli amici / questa memoria posero / segno di amore e di dovere / e di infamia / agli assassini traditori vigliacchi”, in cui la parola “compagni” viene usata forse per la prima volta nell’accezione che poi avrà nel linguaggio anarchico, socialista e comunista. Nei decenni successivi P. sarà rivendicato sia dagli anarchici che dai socialisti. A Faenza nel 1890 esisterà un Gruppo anarchico “Francesco Piccinini”, in contatto epistolare con Argia, la figlia del martire che vive a Buenos Aires («La Rivendicazione», 27 luglio 1890). Allorchè il 13 giugno 1954, per iniziativa soprattutto di Nino Samaia, i socialisti organizzeranno a Lugo una solenne commemorazione di P. con lo scoprimento di un bel monumento (un busto con sotto il testo del Carducci), la redazione di «Umanità Nova» e poi gli anarchici lughesi con un proprio manifesto risponderanno ribadendo il carattere antiautoritario e anarchico del primo internazionalismo italiano («Umanità Nova», 16 mag. e 4 lug. 1954). (M. Gavelli)
Fonti
- Bibliografia: S. Sozzi, Gli inizi del movimento socialista nella Romagna 1870-1872, Cesena 1978; N. Galassi, Vita di Andrea Costa, Milano 1989; Storia del socialismo italiano, vol. 1, Torino, 1993, ad indicem.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Luigi e Giovanna Almerighi
Bibliografia
- 2004