PETRUCCI, Ciro
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- PETRUCCI, Ciro
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Napoli
- Data di nascita
- December 23 1876
- Luogo di morte
- San Giovanni A Teduccio
Biografia / Storia
- Nasce a Napoli il 23 dicembre 1876 da Salvatore e Anna Ravenna. A vent’anni si iscrive al PSI e, dopo i moti del 1898, è eletto nel Comitato direttivo della sezione napoletana. Attratto dagli ideali anarchici, nel 1900 esce dal PSI e si avvicina al gruppo di Michele Acanfora. Il 29 dicembre 1901 è arrestato per violenza contro gli agenti, ma è assolto e nel gennaio 1902, in una lettera diretta a «La Propaganda» accusa la polizia di ridurlo alla fame, intimidendo chi gli offre lavoro. Il 9 marzo 1902, alla commemorazione di Cavallotti, lancia volantini nel teatro Umberto I e se la cava con un’ammenda. Gli va peggio a giugno, quando un comizio gli costa un mese di carcere per istigazione alla rivolta, ma non impedisce che il 13 settembre 1903 partecipi alla protesta per i fatti di Torre Annunziata. Ritenuto pericoloso, vive anni segnati da arresti preventivi, fughe per evitare la prigione e carcerazioni per attività sovversiva, ma la repressione non lo intimidisce. È tra i compagni il 5 aprile 1908 dopo i fatti di Piazza del Gesù a Roma; ci torna il 6 maggio, assieme agli inquilini in lotta con la Società del Risanamento, e finisce in prigione. Tornato libero l’8 maggio, il 12 febbraio 1909 è fermato di nuovo, perché fa circolare un manifesto contro il carovita firmato da Cacozza. Benché sorvegliato, il 30 maggio parla al comizio per i fatti di Sinopoli e tra il 1910 ed il 1911 partecipa attivamente alle lotte per la casa. Fermi ed arresti – il 6 febbraio 1910, il 17 febbraio ed il 5 aprile 1911 – si alternano così agli interventi nei comizi che talora, come accade il 20 gennaio 1911, quando è oratore ufficiale delle “fazioni estreme”, segnalano i forti contrasti ideologici che dividono gli anarchici da socialisti e sindacalisti. Il 9 maggio 1911 ottiene il passaporto per Buenos Aires, dove probabilmente non mette mai piede. All’estero però si reca di certo, tant’è che a novembre del 1913, dopo l’ennesimo arresto per diffusione di volantini, è a Tripoli, dove pare lavori. Una presunta attività rivoluzionaria svolta subito dopo la Settimana Rossa e segnalata da alcuni confidenti costituisce l’ultima traccia della sua attività di militante. La morte lo coglie in casa, a San Giovanni a Teduccio, l’8 giugno 1919. (G. Aragno)
Fonti
- Fonti: Archivio dello Stato - Napoli, Questura, Gabinetto, IV serie (1902-1971), Schedario Politico, I serie, b. 1594.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Salvatore e Anna Ravenna
Bibliografia
- 2004