PERONI, Carlo
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- PERONI, Carlo
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Novara
- Data di nascita
- June 2 1892
Biografia / Storia
- Nasce a Novara, il 2 giugno 1892 da Francesco e Angela Panigone, tipografo. Appena conclusi gli studi elementari, effettua le prime esperienze lavorative come apprendista tipografo presso varie ditte della città. Negli anni dell’adolescenza, entra in contatto con alcune figure di rilievo dell’anarchismo locale che lo avviano agli studi dei principi teorici del pensiero libertario. Membro del Circolo Agricolo della Bicocca, nel 1909 risulta tra i sottoscrittori della testata anarchica «Il Libertario» di La Spezia. Le precarie condizioni economiche in cui versa lo spingono, nel 1910, a emigrare verso gli Stati Uniti in cerca di miglior fortuna. Stabilitosi a New York, lavora prima in una piccola rilegatoria e poi in un ospedale gestito da suore italiane, come lavandaio. Dopo alcuni mesi si sposta a Scranton (Pensilvania) dove trova impiego nella tipografia dell’anarcoindividualista Umberto Molinari. In questo stesso periodo comincia a frequentare assiduamente gli ambienti dell’emigrazione anarchica italiana aderendo alle varie agitazioni indette dal movimento operaio locale. Nell’autunno del 1911, un dispaccio telegrafico inviato a Roma dal console di New York, segnala che sta per “ritornare nel Regno con mezzi fornitigli dai compagni per compiersi missione non chiaritasi”. In realtà P. rientra a Novara solo al principio del 1912 e, dopo poche settimane, viene subito arrestato in quanto resosi responsabile di “grida sediziose, oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale”, durante una cerimonia di giubilo in onore di Vittorio Emanuele III. Sottoposto a perquisizione domiciliare, gli sono sequestrati alcuni numeri di giornali anarchici e copie di opuscoli e di manifestini antimilitaristi. Denunciato all’autorità giudiziaria, viene condannato con sentenza del Tribunale Reale a sedici giorni di reclusione, scontati i quali è mantenuto in stato di stretta sorveglianza. Il provvedimento disciplinare non intacca però la volontà di azione di P. che, appena in libertà, riprende subito le proprie iniziative di lotta dedicandosi in particolare alla diffusione delle testate libertarie durante i comizi e le riunioni anarchiche. Nell’estate del 1912, promuove un incontro, nei locali della CdL, tra i vari quadri attivi in città allo scopo di costituire un fascio rivoluzionario a Novara; ma il progetto fallisce a causa dell’esiguo numero degli intervenuti. Tra il 1913 e il 1919 le notizie sulla sua vita sono frammentarie e confuse. Arruolatosi nel 1913 come aspirante libero musicante nel 28° rgt della fanteria di Novara, negli anni della Grande Guerra lo ritroviamo investito del grado di caporale maggiore nel 33° rgt della fanteria. Sembra anche che abbia trascorso un periodo di prigionia in Austria. Al termine delle operazioni belliche, decide di recarsi a Torino dove, dopo aver aderito alle agitazioni operaie del Biennio rosso, partecipa come Ardito del Popolo alla lotta proletaria contro lo squadrismo locale. Rientrato a Novara in concomitanza all’avvento al potere di Mussolini, P. è costretto ad abbandonare quasi del tutto l’attività militante, limitandosi a versare sporadiche oblazioni ad alcuni periodici anarchici pubblicati all’estero. Dopo la svolta dittatoriale del 1926, anche questa sua azione di sostegno è destinata però ad essere stroncata inesorabilmente dall’intervento degli apparati polizieschi. Immutata, resta invece la sua fede politica. “Invitato” ad iscriversi all’Unione Sindacati Fascisti dell’Industria di Novara, risponde infatti senza reticenze: “Non è mia intenzione prelevare una tessera il cui programma diverge profondamente dalle mie idee”. Nel 1931, viene incluso nel “terzo elenco” delle “persone da arrestarsi in determinate contingenze” – “persone da ritenersi pericolose in caso di turbamento dell’ordine pubblico perché capaci di organizzare, dirigere e prendere parte ad azioni delittuose collettive”. La rubricazione comporta il suo fermo per misure preventive di pubblica sicurezza, con consueto periodo di “soggiorno” carcerario, ogni qualvolta a Novara siano in programma cerimonie commemorative o manifestazioni celebrative istituzionali. S’ignorano data e luogo di morte. (F. Giulietti)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.
Bibliografia: E. Francescangeli, Arditi del popolo. Argo Secondari e la prima organizzazione antifascista (1917-1922), Roma 2000, ad indicem.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Francesco e Angela Panigone
Bibliografia
- 2004