PERNISA, Filippo
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- PERNISA, Filippo
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Massa Lombarda
- Data di nascita
- January 14 1878
- Luogo di morte
- Massa Lombarda
Biografia / Storia
- Nasce a Massa Lombarda (RA) il 14 gennaio 1878, da Paolo e Luigia Cavallini, facchino - commerciante. Già alla fine del secolo il suo nome compare sulla stampa anarchica, di cui diventa diffusore e corrispondente. Nel gennaio 1898 è tra i promotori di un’agitazione operaia contro la disoccupazione: è condannato a 39 giorni e lire 50 di ammenda. Nello stesso anno è tra i firmatari del noto manifesto di autodenuncia e solidarietà a Malatesta e agli altri processati pubblicato da «L’Agitazione» di Ancona. Nel 1904 viene denunciato per aver organizzato un convegno clandestino pro vittime politiche e il delegato locale di Pubblica sicurezza lo propone anche per l’ammonizione, ma la giunta comunale si oppone rilasciando un certificato di buona condotta. Alla fine è condannato dal Pretore di Lugo (RA) a quattro giorni di carcere. Sottoposto a stretta sorveglianza, nel 1909 si reca a Trieste in cerca di lavoro, ma è espulso dalle autorità austriache. Sindacalista della Lega Facchini (aderente all’USI), la sua azione si estende fino alla Toscana e alla Liguria. È amico intimo di Armando Borghi (che lo ricorderà su «Umanità Nova» come “un gran bambinone, di testa buona e dal fisico atletico”) e lo ospita in casa propria nel 1911 quando il dirigente anarcosindacalista è ricercato dalle autorità per le agitazioni contro la guerra di Libia. Partecipa attivamente alla “Settimana Rossa” (giugno 1914) durante la quale i libertari massesi innalzano sulla piazza centrale del paese l’albero della libertà, con appese le bandiere nere dell’anarchia e scritte inneggianti la rivoluzione sociale. Nel dopoguerra è considerato sia dalla Prefettura che dai fascisti tra i personaggi a cui rendere la vita difficile: nel giugno del ’21 viene incarcerato insieme ad Alfredo Grandi, ma a causa di un tumulto scoppiato nel paese i due sono liberati dopo pochi giorni. Ammonito nel ’27, è costretto a darsi alla clandestinità e a nascondersi nelle valli di Comacchio. Per non mettere a repentaglio la sicurezza della famiglia, sospende l’attività clandestina. Ritorna alla politica attiva nel 1943, quando entra nel CLN locale. Dopo la caduta di Mussolini i fascisti abbandonano Massa, ma il 24 ottobre un gruppo di brigate nere arriva nel centro del paese con un camion e una grossa mitragliatrice. P. cerca di convincerli di lasciare Massa, ma nonostante le sue intenzioni pacifiche è allontanato in malo modo. Mentre si reca verso una vicina osteria i fascisti cominciano a sparare, probabilmente contro un birocciaio che si era rifiutato di togliersi il fazzoletto rosso dal collo. Sui gradini dell’osteria P. viene colpito e muore durante il trasporto all’ospedale il 24 ottobre 1943. Ai funerali partecipa in pratica l’intera cittadinanza massese. Nel dopoguerra l’organizzazione dei libertari di Massa Lombarda si ricostituisce con il nome “Gruppo Anarchico Filippo Pernisa”. Nel punto in cui è avvenuto l’assassinio viene posta una lapide muraria tuttora esistente la cui epigrafe è dettata dall’anarchico imolese Primo Bassi. (T. Marabini - R. Zani)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.
Bibliografia: scritti su P.: M. Remondini, Il paese della frutta, Imola 1999, pp. 187-188, pp. 324-326; Filippo Pernisa di Massalombarda e Commemorazione di Filippo Pernisa, «L’Aurora», Forlì, 25 nov. 1946, pp. 3 – 4; R. Zani, Filippo Pernisa, anarchico cospiratore, «A rivista anarchica», dic. 2000-gen. 2001.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Paolo e Luigia Cavallini
Bibliografia
- 2004