PERETTI, Giuseppe

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
PERETTI, Giuseppe

Date di esistenza

Luogo di nascita
Bellinzona
Data di nascita
February 22 1887
Luogo di morte
Bellinzona

Biografia / Storia

Nasce a Bellinzona (Ticino - Svizzera) il 22 febbraio 1887 da Pietro e Maria Ghiringhelli, verniciatore delle ferroviere. Nel 1903 svolge già attiva propaganda anarchica e sindacale e conosce Mussolini, allora in Svizzera. Nel settembre 1922 aiuta Malatesta ad entrare in Svizzera per partecipare al congresso di Saint Imier, convocato per celebrare il cinquantesimo anniversario dell’internazionale antiautoritaria. Con l’avvento del fascismo la sua opera di raccordo con il movimento italiano diventa fondamentale. Abile alpinista aiuta numerosi antifascisti a espatriare, sia valicando a piedi le montagne, sia in treno con l’ausilio di documenti contraffatti. Gli esuli vengono accolti in casa di Antonio Gagliardi e di Giuseppe e Antonietta Bonaria (quest’ultima, dopo la morte del marito, sposerà P.); vengono poi segnalati tramite una foto a Ferdinando Balboni di Basilea che provvede a farli transitare in Francia travestiti da operai. In alternativa vengono indirizzati a Bertoni e Frigerio a Ginevra oppure ad altri compagni di Zurigo che li fanno passare in Francia. Grazie a documenti falsi nel 1927 Bianca Sbriccoli (moglie di Luigi Fabbri) espatria con il nome di Rosa Salvadè, e Luce Fabbri alla fine del 1928 passa la frontiera, sotto il nome di Maria Lepori, fingendosi la moglie di P. Quest’ultimo espediente viene ripetutamente usato da P. per condurre con sé in Svizzera diverse antifasciste. Tra il 1926 e il 1928 è attivo nel portare periodicamente a Milano fondi da distribuire ai familiari delle vittime politiche. La rete milanese fa capo all’anarchico Pietro Costa. L’andirivieni di P. non sfugge alla polizia italiana che, se continua ad ignorarne l’attività di favoreggiamento agli espatri, ne scopre i legami con Costa. P., scrive un rapporto di polizia, “non ha mancato mai di venire in Italia in certe speciali occasioni: in ciascun I maggio, pochi giorni prima del criminoso attentato del piazzale Giulio Cesare [12 aprile1928]; alcuni giorni dopo [...]”. Viene fermato una prima volta il 26 gennaio 1929 a Milano, dopo un colloquio con Costa, ma subito rilasciato in mancanza di elementi a suo carico. La sera dell’11 maggio 1929 viene arrestato a Chiasso e trovato in possesso di oltre duemila lire in valori nazionali ed esteri. Durante i pressanti interrogatori P. respinge all’inizio ogni addebito, giustificando i suoi frequenti viaggi a Como, Luino, Milano con motivi di indole esclusivamente personale; messo a confronto con Costa finisce per ammettere di aver portato denaro in Italia su incarico prima di Antonio Gagliardi, poi della di lui vedova Rosalia per soccorrere le famiglie bisognose dei detenuti. Viene denunciato al Tribunale Speciale insieme a Costa, Guglielmo Cimoso, Angelo Rognoni, Umberto Biscardo, Gino Bibbi, Romeo Asara, Domenico Guadagnini ed Ermenegilda Villa con l’accusa di aver “ricostituito il Partito Anarchico [...] e fatto propaganda delle dottrine, dei programmi e dei metodi d’azione di tale Partito specialmente a mezzo del cosiddetto ‘Soccorso Rosso’”. Il 30 novembre 1929 (sentenza n. 39) il Tribunale condanna a due anni di reclusione e tre di vigilanza speciale P., Costa, Cimoso e Rognoni (latitante). La vicenda suscita in Svizzera una vasta campagna in suo favore promossa da «Il Risveglio anarchico» di Ginevra e costituito un comitato in Ticino a suo favore. Il 26 maggio si tiene a Bellinzona una prima manifestazione in cui prendono la parola il socialista Piero Pellegrini e Luigi Bertoni; il 9 giugno una seconda con la partecipazione di mille persone. Lo stesso Consigliere federale Giuseppe Motta, ministro degli esteri della Confederazione, pressato dalla campagna popolare, interviene presso le autorità italiane. Il 10 marzo 1930 P. inoltra personalmente istanza di grazia, il 5 giugno ottiene il condono condizionale della residua pena da espiare e l’8 giugno viene scarcerato dalla casa penale di Finale Ligure dopo un anno e 26 giorni di detenzione. Rientrato in Svizzera continua a militare nel movimento anarchico fino alla morte, avvenuta a Bellinzona il 18 settembre 1966. (M. De Agostini)

Fonti

Fonti: Archivio generale dello Stato, Ministero dell’Interno, Direzione generale Pubblica sicurezza, Sez. prima a. 1930-31, b. 24 Indagini Rizzo; «L’Adunata dei refrattari», 20 lug. 1929; 28 set. 1929; «Almanacco libertario pro vittime politiche», 1930; C. Vanza, Giuseppe Peretti non è più, «Umanità nova», 1° ott. 1966.

Bibliografia: Un trentennio di attività anarchica. 1914-1945, Cesena 1953; Aula IV - Tutti i processi del Tribunale Speciale Fascista contro gli imputati di antifascismo dall’anno 1927 al 1943, a cura di A. Dal Pont, [et al.], Roma 1961; TS sentenze 1929, pp. 373-378; L. Fabbri, Luigi Fabbri storia d’un uomo libero, Pisa 1996, ad indicem; G. Bottinelli, Luigi Bretoni. La coerenza di un anarchico, Locarno 1997; M. De Agostini, Gli Anarchici milanesi nella lotta di Liberazione, «Lettera ai Compagni», lug,-ago. 1985; M. Cerutti, Tra Roma e Berna. La Svizzera italiana nel ventennio fascista, Milano 1986.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Pietro e Maria Ghiringhelli

Bibliografia

2004

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