MUZZI, Torquato
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- MUZZI, Torquato
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Campiglia Marittima
- Data di nascita
- June 6 1890
Biografia / Storia
- Nasce a Campiglia Marittima (LI) il 6 giugno 1890 da Giovanni e Elvira Furiosi, operaio. Militante anarchico nell’ultimo scorcio della “Belle époque”, interviene alle manifestazioni sovversive, che hanno luogo a Campiglia e dintorni, esercitando una forte influenza sui compagni. Contrario all’intervento italiano, è chiamato alle armi e arruolato in un rgt di fanteria. Mandato in zona di guerra, viene arrestato il 28 settembre 1917, durante una licenza, in un esercizio della Venturina, dove si svolgeva un convegno anarchico clandestino. Incarcerato al Mastio di Volterra, insieme a Emilio Ferri, Giulio Bacconi, Firmo Biagetti, Albino Zazzeri, Ottavio Faleri e altri militanti libertari, viene rilasciato dopo l’emissione, il 25 ottobre, di un’ordinanza, con la quale il giudice istruttore proscioglie tutti gli imputati dai reati più gravi, rinviandoli a giudizio, davanti al pretore di Campiglia, per la sola contravvenzione. Rimandato al reparto, si trasferisce, a guerra conclusa, a Piombino, dove lavora negli Alti forni del ferro e dispiega un’intensa propaganda politica, che gli costa, il 22 maggio 1922, una condanna a 40 giorni di reclusione per violenza ai carabinieri. Al principio del 1923 emigra clandestinamente in Francia e si stabilisce a Marsiglia, dove frequenta Giulio Bacconi, Angelo Ancillotti e altri correligionari e viene più volte segnalato per l’attività sovversiva che svolge. Il 17 giugno 1927 è schedato dal prefetto di Livorno, che lo descrive come persona di “sveglia intelligenza”, ne sottolinea la pericolosità e ne ricorda la cattiva fama e la capacità, quand’era “in patria”, di trascinare la folla alla disobbedienza. Il 29 luglio il console italiano a Marsiglia conferma che M. è un “pericoloso anarchico”, che svolge nella città portuale un’incisiva propaganda rivoluzionaria, e nell’estate del 1928 chiede alle autorità francesi di espellerlo dal territorio transalpino, insieme a Giulio Bacconi, Dario Castellani, Gino Bagni, Armando Pane, Marcello Dupuy, Bruno e Nello Chiarini, Ruggero Panci e Antonio Cherici, accusandoli – senza fondamento alcuno – di aver ricevuto tre bombe ad orologeria da Parigi. L’anno seguente M. è “in relazione con altri anarchici pericolosi”, poi la sua attività cala sensibilmente, pur non cessando del tutto, tanto che la Prefettura labronica conferma, il 10 luglio 1939, la sua iscrizione nella “Rubrica di frontiera” per le misure di “perquisizione e segnalazione”. Dopo lo scoppio del scondo conflitto mondiale, M. lascia Marsiglia e fa perdere le sue tracce. Si ignorano data e luogo di morte. (F. Bucci - M. Lenzerini)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Il Comitato per gli arrestati di Venturina, «Il Martello», 20 ott. 1917; Dalla reazione di Giolitti al moltiplicarsi delle nostre forze. Vigorosa riuscita del IV° Congresso Camerale, ivi, 27 gen. 1921; L’on. Barduzzi alla scoperta di un complotto immaginario, «La Libertà», 29 lug. 1928.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Giovanni e Elvira Furiosi
Bibliografia
- 2004