PECCIANTI, Umberto

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
PECCIANTI, Umberto

Date di esistenza

Luogo di nascita
Arezzo
Data di nascita
March 15 1894

Biografia / Storia

Nasce ad Arezzo il 15 marzo 1894 da Bernardo e Marianna Paolini, operaio. Giovanissimo, dal 1911 è aggiustatore meccanico presso le Costruzioni Ferroviarie e Meccaniche di Arezzo, la più grande azienda cittadina, nota come il “Fabbricone”. Qui lavora, con la stessa qualifica professionale, anche il fratello Amedeo (n. Arezzo, 17 giugno 1895; m. Arezzo 23 maggio 1979). Nello stesso anno attira le attenzioni della Direzione generale di Pubblica sicurezza come sottoscrittore della stampa anarchica. È uno dei componenti del Circolo di studi sociali, costituitosi in Arezzo e certamente attivo all’inizio del 1914; ne fanno parte giovani anarchici, prevalentemente operai, come Alfredo Melani, Ruggero Turchini e lo stesso fratello Amedeo. Mobilitato per la guerra, è esonerato dal servizio attivo ed adibito come fabbro nello Stabilimento pirotecnico governativo di Bologna: è presto licenziato e fatto rientrare tra la truppa “per la propaganda sovversiva che, cautamente, ma tenacemente svolgeva”. Nel dopoguerra frequenta ed ha fitti scambi epistolari con lo zio Rinaldo Peccianti (n. Arezzo, 16 settembre 1880; m. Arezzo, 12 luglio 1968), operaio alla Pirelli di Milano, corrispondente di Errico Malatesta e Virgilio S. Mazzoni. Nel settembre 1920 partecipa attivamente all’occupazione ed al presidio armato del “Fabbricone”. Al termine del movimento subisce la repressione per le iniziative preinsurrezionali organizzate nelle fabbriche occupate aretine: assieme a Ruggero Turchini, Alfredo Melani, Mario Mari ed a molti altri militanti USI e FIOM è arrestato per fabbricazione clandestina di esplosivi e torturato. Il 3 aprile 1922 è condannato a due anni e undici mesi di carcere. Torna in libertà alla fine del 1922, grazie all’amnistia per i reati sindacali concessa da Mussolini dopo la marcia su Roma. Nell’ottobre 1923 riesce ad espatriare in Francia e non fa ritorno in Italia; il fratello Amedeo due mesi più tardi lo raggiunge a Parigi. Entrambi sono successivamente iscritti nella rubrica di frontiera per il provvedimento “da perquisire e segnalare”, con iscrizione nel bollettino delle ricerche. Nel 1940 risulta risiedere a Colombes (Seine). S’ignorano data e luogo di morte. (S. Angioletti)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Archivio privato Sergio Angioletti, Capolona (AR), fondo Peccianti.

​Bibliografia: G. Sacchetti, Presenze anarchiche nell’Aretino dal XIX al XX secolo, Pescara, 1999; Antifascisti raccontano come nacque il fascismo ad Arezzo, a cura di F. Nibbi, Arezzo 1974. 

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Bernardo e Marianna Paolini

Bibliografia

2004

Persona

Collezione

città