PASINI, Pietro
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- PASINI, Pietro
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Muscoline
- Data di nascita
- June 21 1879
- Luogo di morte
- Pisa
Biografia / Storia
- Nasce a Muscoline (BS) il 21 giugno 1879 da Francesco e Maria Leder, venditore ambulante, tipografo, spazzino, operaio, bracciante, fabbricante e venditore di marionette di legno, giardiniere. Nelle carte di Pubblica sicurezza viene descritto di carattere “leggero e volubile, di educazione grossolana, ma particolarmente intelligente”. Dopo aver risieduto in vari comuni limitrofi, nel 1894 si stabilisce a Brescia dove frequenta ambienti socialisti. Il 3 maggio 1906 viene denunciato per distribuzione di manifestini antimilitaristi durante un comizio di Claudio Treves a Brescia; il 19 agosto 1907 sorpreso mentre distribuisce stampati sovversivi viene immediatamente arrestato. La propaganda è stata la principale attività del Pasini sia da socialista, sia successivamente da anarchico, qualità quella del propagatore riconosciuta e temuta dalla autorità di Pubblica sicurezza: “uno dei gregari che abitualmente vengono adibiti alla propaganda spicciola della bettola [...] e per la distribuzione di stampati sovversivi, partita alla quale il Pasini può dirsi specialista ed in questo egli è attivo e temibile”. Nel giugno del 1909 viene assolto dall’accusa di aver partecipato, al fermo del treno Brescia-Parma del 25 maggio 1908, un convoglio con a bordo 230 crumiri, ingaggiati dalla forze padronali, per sostituire i contadini in sciopero nel parmense. Nel febbraio del 1909 si allontana da Brescia e viene arrestato a Crema, per misure di Pubblica sicurezza, dove viene munito di foglio di via, non avendo adempiuto a quanto intimatogli viene nuovamente arrestato a Brescia il 9 marzo dello stesso anno. Dal 1910, per circa due anni, non ha fissa dimora e si aggira per i comuni limitrofi di Brescia esercitando il mestiere di venditore ambulante. In questi anni matura idee libertarie, entra nel movimento, riceve e distribuisce i giornali il «Libertario», «L’Agitatore», «Volontà», e successivamente il periodico «Regeneracion» di Los Angeles. Nel marzo del 1914 viene licenziato da spazzino comunale a Brescia, ridotto in miseria vende la propria mobilia, si allontana dalla città e si dirige a Pisa, ospite dell’anarchico Egisto Sivieri, anch’egli spazzino e membro della commissione esecutiva della CdL di Pisa, che come quella bresciana è vicina all’USI. Nell’aprile dello stesso anno si trasferisce a Oratoio (frazione di Pisa) dove viene raggiunto dalla moglie Maria Maddalena Giacomelli grazie a una colletta dei compagni del gruppo anarchico Demolizione di Riglione (paese limitrofe a Oratoio). In questi anni Pasini prende parte spesso alle attività del gruppo Demolizione, ricevere e distribuisce il «Libertario» e l’«Avvenire Anarchico». Spesso interviene sulle colonne del periodico pisano in particolar modo sulla questione del cottimo e sulle divisioni che questo provoca tra i lavoratori. Il cottimo è una forma di lavoro molto usuale nelle varie fornaci di mattoni di Riglione dove spesso è pratica comune che gli operai assumono a loro volta altri lavoratori pagati a cottimo. In questi primi mesi vive lavorando alla giornata come operaio in fornace, come bracciante e successivamente apre una piccola bottega dove fabbrica e vende giocattoli e marionette in legno. Nell’agosto del 1925 si trasferisce a Pisa dove lavora come giardiniere all’ex teatro Redini. Secondo le carte di Pubblica sicurezza professa sempre principi sovversivi, ma non ne fa propaganda e non esplica alcuna attività politica. Il 27 dicembre 1929 viene fermato per misure preventive di polizia in occasione delle nozze del principe ereditario, viene rilasciato l’11 gennaio 1930. Il 5 giugno 1933 viene nuovamente fermato per misure precauzionali in occasione della visita a Pisa del segretario nazionale del PNF. Non ha mai dato “prove di ravvedimento” viene sempre “sospettato di professare teorie anarchiche” e quindi vigilato fino alla morte. Muore a Pisa l’8 luglio 1940. (M. Bacchiet)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.
Bibliografia: R. Bernardi Sindacalismo rivoluzionario e movimento operaio a Brescia. Dall’inizio del Novecento alla dittatura fascista,Milano 1994, p. 50.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Francesco e Maria Leder
Bibliografia
- 2004