PARENTI, Giuseppe
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- PARENTI, Giuseppe
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Campiglia Marittima
- Data di nascita
- May 5 1901
Biografia / Storia
- Nasce a Campiglia Marittima (LI) il 5 maggio 1901 da Serafino e Maria Pallini, bracciante. Anarchico, viene arrestato il 19 agosto 1922 con l’accusa di omicidio ai danni di un fascista e di tentato omicidio a carico di altri due. La casa dove abita viene devastata da una banda di squadristi. Detenuto a Volterra, evade clamorosamente dal Mastio, nell’ottobre 1924, insieme ad Oscar Scarselli, il “capo” della “Banda dello Zoppo”, e a Giovanni Urbani, il “capo della banda dell’Oneta”, e si rifugia in Francia. Il 5 novembre viene condannato a 30 anni di carcere duro in contumacia e il 12 maggio 1926 si vede infliggere 4 mesi e 20 giorni di reclusione per l’evasione. Stabilitosi a Uchaud (Gard), si sposta nel Belgio, per poi tornare in Francia, sempre dispiegando una notevole attività anarchica. Nell’ottobre 1931 viene arrestato a Nîmes, in base a una richiesta di estradizione, e gli anarchici italiani, residenti a Lyon, si mobilitano per opporsi alla sua consegna. Il 20 novembre «Insorgiamo!», il giornale che essi pubblicano, scrive: “Oggi apprendiamo con profondo dolore l’arresto per il medesimo fatto del suo compaesano e compagno di fede, Parenti. Parenti e Tagliaferri, in Italia, furono diffidati dai fascisti di circolare liberamente, pena la morte; ma loro, malgrado le continue minacce, noncuranti del pericolo, uscivano liberamente per recarsi a visitare altri compagni d’una località vicina. Incontratisi una sera, con una masnada di banditi in camicia nera armati fino ai denti, i nostri due compagni, visto il pericolo e sapendosi ricercati, proseguirono il loro cammino risoluti e guardinghi, noncuranti del numero preponderante degli avversari: attaccati, risposero istantaneamente e miraron giusto perché gli avversari, coraggiosamente, abbandonarono la lotta lasciando due dei loro sul terreno. Tagliaferri riuscì a fuggire e ricoverarsi in Francia, e fu poi condannato in contumacia a trent’anni di galera. Più sventurato di lui, Parenti venne arrestato a Livorno e condannato dalle assisi di Pisa a 17 anni di reclusione. Fortuna volle che un giorno, dopo alcuni anni di carcere, riuscisse con altri detenuti a mettersi in salvo e raggiungere a sua volta la Francia. Sotto altro nome riuscì a rimettersi dal male che aveva incontrato nelle patrie galere ed a farsi una vita di lavoro e relativamente di pace; non lo vedevamo da anni, ma all’annuncio dell’arresto di Tagliaferri corse a Lione per portare al Com. di Dif. Soc. che si occupava della difesa, la sua solidarietà morale e finanziaria. Non sono due mesi che salutammo con gioia la liberazione di Tagliaferri, e oggi nell’apprendere l’arresto del suo coimputato Parenti ci sentiamo stringere il cuore nel constatare che le iene di Roma, come ben vuole e disse il Truce – che da Roma crede predominare il mondo – [cercano] di rendere difficile la vita ai fuorusciti. No! Non ci riusciranno neppure questa volta; gli antifascisti tutti, gli anarchici in ispecial modo non permetteranno che l’infamia si compia. Per Parenti, come per tutti i perseguitati politici, escogiteremo ogni mezzo acciocché le belve non possano azzannare la preda che felinamente hanno adocchiato”. I giudici francesi respingono l’istanza e ordinano il rilascio di P., accogliendo le motivazioni della “Chambre des mises en accusation” di Lyon, che, il 19 settembre, si è rifiutata di estradare nella penisola l’anarchico campigliese Astorre Tagliaferri, condannato per gli stessi reati di P., perché le accuse, che gli venivano mosse, erano di natura politica. Nel 1936 P. vive a Uchaud, manifestando sentimenti ostili al regime di Mussolini, e nel 1942 è ancora all’estero. S’ignorano data e luogo di morte. (F. Bucci - R. Bugiani - G. Piermaria)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Direzione generale di Pubblica sicurezza divisione Affari riservati, F4: Stampa estera, 1926-1943, b.42; Agguato comunista presso Campiglia. Un fascista moribondo e un ferito. Arresti e rappresaglie, «La Nazione», n. 198, 22 ago. 1922; Mylton, Da Campiglia M. Un’altra vigliacca imboscata, «Il Corazziere», n. 35, 27 ago. 1922; I romanzeschi particolari dell’evasione del capo della “Banda dello Zoppo”, ivi, n. 239, 7 ott. 1924; Rocambolesca evasione dal Mastio di Volterra, «Avanti!», n. 241, 8 ott. 1924; La romanzesca evasione di tre detenuti dal penitenziario, «Il Corazziere», n. 41, 12 ott. 1924; Insorgiamo, Anche Parenti arrestato, ivi, n. 3, 29 nov. 1931;
Bibliografia: Un trentennio di attività anarchica. 1914-1945, Cesena 1953, p.101.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Serafino e Maria Pallini,
Bibliografia
- 2004