PAPINI, Napoleone

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
PAPINI, Napoleone

Date di esistenza

Luogo di nascita
Fabriano
Data di nascita
December 16 1856
Luogo di morte
Carmen de Patagones

Biografia / Storia

PAPINI, Napoleone
Nasce a Fabriano (An) il 16 Dicembre 1856 da Gaetano e Orsola Zanielli, commerciante. L’ambiente familiare è di sentimenti antimonarchici; il fratello, Luigi, diventa assessore comunale a Fabriano per il Partito repubblicano. È giovanissimo quando viene arrestato per la prima volta, il 7 ottobre del 1874, in relazione al moto internazionalista di Bologna. Il 31 dello stesso mese viene però rilasciato per la giovane età. Solo nel 1876, dopo la fine del processo, P. torna ad operare più apertamente. In quegli anni la sua attività è molto intensa: fonda il giornale «Il Martello» (esce tra l’aprile del 1876 e il marzo del 1877), partecipa alla ricostruzione della Federazione umbro-marchigiana dell’Internazionale. È anche grazie all’intenso lavoro ai frequenti spostamenti di P., studente o commesso viaggiatore a seconda dei casi e delle necessità, che l’Internazionale tocca una delle massime punte organizzative e politiche nelle Marche. Il secondo congresso della Federazione si svolge a Jesi il 20 agosto del 1876: P. rappresenta le sezioni di Fabriano, di Sassoferrato ed il nucleo di Pergola, ed è eletto segretario del congresso. Viene approvato il programma della Federazione e P., in rappresentanza della sezione di Fabriano, diventa responsabile della Commissione propaganda. P. pubblica ne «Il Martello», diventato organo della Federazione, le indicazioni della Commissione per lo sviluppo dell’Internazionale ed alcuni consigli pratici per l’attività quotidiana. «Il Martello» ospita, primo tra i giornali italiani, uno scritto di Bakunin (Sull’organamento dell’Internazionale), oltre a numerosi rapporti dai quali emerge la grande vitalità delle nascenti sezioni dell’Internazionale in Italia. P. si distingue anche come vivace polemista con i repubblicani locali: il confronto diventa molto aspro fino a portare, la notte del 2 ottobre del 1876, all’assalto della redazione del giornale da parte di un gruppo di giovani repubblicani. «Il Martello» si trasferisce così a Jesi (poi a Bologna, sotto la direzione di Andrea Costa) e pubblica fra l’altro la convocazione del III congresso italiano dell’ail, previsto a Firenze per il 22 ottobre del 1876. P. vi partecipa, appoggiando la linea politica che viene deliberata e che porterà poi al tentativo nel Matese. Egli è anche tra i firmatari della protesta contro il governo. P., in tutte queste attività, è seguito dalla polizia, che segnala la sua notevole mobilità, sotto copertura di commesso viaggiatore, ma non sempre riesce nel loro intento. Infatti P. si incontra con gli organizzatori del moto del Matese e torna a Fabriano il 1° aprile 1877, per ripartire il giorno dopo insieme a Sisto Spuri, detto “Buscarini”. Il terzo marchigiano partecipante al moto sarà Antonio Starnani di Filottrano, che a Fabriano lavora in quel periodo come cameriere. Il 5 aprile P. giunge a Benevento e prosegue per San Lupo: con i suoi vent’anni, è tra i più giovani del gruppo. Gli viene affidato un incarico di rilievo, diventa infatti il portabandiera (da qui il nomignolo che ricorre in diversi documenti di “Vessillifero della rivoluzione” o “dell’Internazionale”). Durante la permanenza nelle carceri di Santa Maria Capua Vetere e Benevento P. è l’estensore materiale dell’istanza collettiva, sottoscritta da tutti gli imputati e presentata al Presidente del Consiglio, al Ministro della Giustizia e al Ministro degli Interni. Dopo la fine del processo, P. rientra in Fabriano (26 agosto del 1878) e gli è abbastanza facile ravvivare gli animi che il moto, benché fallito, aveva esaltato. Ma le autorità intensificano la sorveglianza. P., insieme ad altri aderenti all’Internazionale, organizza nella notte tra il 27 e 28 settembre del 1878 l’affissione di manifesti reclamanti il rovesciamento dell’ordine sociale e politico. Preoccupata per i numerosi adepti che gli internazionalisti vanno arruolando, la polizia decide una azione decisa e, dopo una seconda affissione di manifesti avvenuta a Fabriano nella notte tra il 3 e il 4 novembre, inizia la repressione, che conduce a sette arresti e al mandato di cattura contro P. il 25 novembre per cospirazione. P. sfugge alla cattura perché, in viaggio per Ancona, viene avvertito in tempo e può riparare a Lugano. Il susseguente processo termina il 3 agosto del 1881 con la condanna soltanto nei suoi confronti ad un anno di carcere e mille lire di multa. Inizia così un lungo e avventuroso girovagare di P., dalla Svizzera in Romania, poi in Bulgaria, Serbia, Austria, Francia, Inghilterra ed infine in Argentina. Suo compagno di viaggio è Pietro Cesare Ceccarelli, anche lui partecipante alla “banda del Matese”. I due sono in costante collegamento con Malatesta e prendono contatti con gli ambienti rivoluzionari dei paesi toccati. Avviano poi attività commerciali, che le autorità di polizia italiane sospettano illegali e dalle quali Malatesta, a Londra, si aspetta di ricavare dei finanziamenti. Ma P. e Ceccarelli, il 27 aprile 1881, scrivono a Malatesta da Trieste e denunciano di aver lasciato la Romania con un passivo di 100 mila franchi e di essere senza un soldo in tasca. Tra l’agosto ed il novembre di quello stesso anno P. è segnalato a Le Havre, in viaggio verso l’Inghilterra; il 6 dicembre parte da Londra alla volta di Buenos Aires sul piroscafo “Kepler”, salutato da Carlo Cafiero. Nella primavera del 1882 P. fa sapere a Ceccarelli che si trova molto bene a Buenos Aires, dove ha intrapreso attività commerciali con buon giro di affari, che Malatesta spera possano trasformarsi in finanziamenti. Le autorità italiane pensano di attivarsi tanto che, in una nota da Buenos Aires al Ministro degli Esteri, si comunica che si procederà a diffondere notizie atte a gettare discredito sulle attività di P. Nel 1885 ospita per alcuni mesi Errico Malatesta durante il soggiorno argentino di quest’ultimo. Nella sua permanenza in Argentina ospita anche altri esuli Italiani. La memoria di P. resta peraltro molto forte nella sua città natale, tanto che nel 1886 egli è vanamente atteso dalle autorità di Pubblica sicurezza di Fabriano dopo la diffusione della notizia del suo rientro per un convegno anticlericale (con la partecipazione anche di Andrea Costa e Tommaso Lippera). P. invece ritorna solo il 18 luglio del 1913, destando un notevole interesse che culmina in una conferenza al Teatro Montini il 9 agosto, alla presenza di oltre trecento fabrianesi e delegati dei gruppi anarchici della zona, e in un banchetto in suo onore. Il 12 agosto P. incontra ad Ancona, dopo ventotto anni, Errico Malatesta: oltre a rievocare con lui l’ormai antica attività, fa una sottoscrizione per “Volontà”, promettendo collaborazioni dall’Argentina. Partecipa poi, il 7 settembre, a Imola, al convegno degli ex internazionalisti. Il 17 settembre, con il piroscafo “Duca di Genova”, riparte per Carmen de Patagones, la città argentina dove si è stabilito ormai da diversi anni insieme alla moglie e ai molti figli, e in cui muore il 6 aprile 1925. (F. Sora)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Archvio dello Stato - Ancona, Fondo Questura - Sorvegliati politici 1900-1943; ivi, Corte d’Assise di Ancona, 1879, b. 120, f. 1501; Archivio del Ministero degli Affari esteri - Roma, Fondo Polizia Internazionale, bb. 4/5; ivi, Rapporti Ambasciata di Londra, b. 8; ivi, Rappresentanze italiane, b. 47, f. Bucarest, Budapest, Buenos Aires; ivi, Rappresentanze italiane, b. 47, f. Montevideo, Rosario.

Bibliografia: Napoleone Papini, «Il Popolare», Fabriano, 20 lug. 1913; Una giornata di fede e d’entusiasmo in onore di Napoleone Papini e Antonio Zaccagnini, «Il Popolare», Fabriano, 17 ago. 1913; E. Santarelli, “Il Martello” di Fabriano-Jesi, una fonte per la storia del movimento operaio marchigiano, «Movimento operaio», 1953, pp. 817-824; Id., Le Marche dall’unità al fascismo, Roma, 1964, pp. 69, 70, 72, 75, 78-82; P.C. Masini, Gli internazionalisti. La banda del Matese (1876-1878), Milano-Roma, 1958, ad indicem; E. Santarelli, Bakuninisti e socialisti nel Piceno, Urbino 1969, pp. 37-46; L. Bettini, Bibliografia dell’anarchismo, vol. 1 t. 1. Periodici e numeri unici anarchici in lingua italiana pubblicati in Italia (1872-1971), Firenze 1972, ad indicemIl Movimento Operaio Italiano Dizionario Biografico, a cura di F. Andreucci e T. Detti, Roma, 1976-1979, ad nomen; A. Martellini, Fra Sunny Side e la Nueva Marca. Materiali e modelli per una storia dell’emigrazione marchigiana fino alla grande guerra, Milano 1999, pp. 150-154; F. Sora, Napoleone Papini, un marchigiano nel Matese, in Movimenti sociali e lotte politiche nell’Italia liberale, il moto anarchico del Matese, a cura di L. Parente, Milano 2001, pp. 151-162. 

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Gaetano e Orsola Zanielli

Bibliografia

2004

Iconografica

Persona

Collezione

città