PANICONI, Remo

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
PANICONI, Remo

Date di esistenza

Luogo di nascita
Ancona
Data di nascita
April 11 1882
Luogo di morte
Ancona

Biografia / Storia

Nasce ad Ancona l’11 aprile 1882 da Vitaliano e Amelia Ricotti, tappezziere. È fra i personaggi più in vista dell’anarchismo anconitano d’inizio Novecento. Partecipe dello sciopero generale del settembre 1904 e delle manifestazioni contro il caroviveri del dicembre 1905, che gli costano rispettivamente uno e sei mesi di reclusione, P. si mantiene in corrispondenza con alcuni fuoriusciti, fra cui Federico Frassinelli e Giuseppe Cesti. Nell’agosto 1906 viene arrestato durante una festa organizzata per raccogliere fondi in favore delle famiglie degli imputati del processo per le “bombe di Ancona”. Individualista, è fra i membri del “Gruppo autonomo” del capoluogo, insieme ad Alberto Petrini, Luigi Mattioli, Leandro Leoni e Nazzareno Sabini. Nell’autunno del 1906 si reca a Buenos Aires, rientrando ad Ancona due anni dopo. Più volte messo agli arresti e condannato per oltraggio alle forze dell’ordine, P. svolge un’alacre propaganda politica: è infatti corrispondente de «La Rivolta» (Milano), affigge manifesti anarchici per le vie cittadine e prende parte al convegno interprovinciale del movimento (Ancona, società «La Dindola», 23 gen. 1910). Sottoscrittore del giornale «Gli Scamiciati» (Firenze), P. è così fermo nelle sue convinzioni politiche da imporre il nome Germinal al suo primogenito nel 1913. Nello stesso anno è fra i promotori del comizio “pro Masetti” alla locale casa del proletariato, in cui interviene Maria Rygier; in seguito ai tumulti scoppiati ad Ancona nel corso dello sciopero generale del 12 giugno, viene arrestato con Riccardo Lopez, Ercole Bernardelli ed Eugenio Squartini. Il 25 maggio, insieme a Malatesta, cerca di organizzare una controdimostrazione per l’arrivo ad Ancona della bandiera del 93° rgt fanteria, reduce dalla Libia. A nome del “Gruppo autonomo”, P. aderisce alla manifestazione del 7 giugno ed è poi fra i processati per i fatti della Settimana rossa, ma la corte d’appello fa infine cadere le accuse contro di lui per insufficienza di prove. Durante il conflitto è in forza al battaglione di stanza all’Aquila. Nel dopoguerra riprende l’attività politica, partecipando fra l’altro a una riunione di anarchici presso la cdl anconitana, alla quale presenzia anche Borghi (2 marzo 1919). Il fascismo limita ma non annienta l’impegno politico di P., la cui casa è a più riprese perquisita dalla polizia, sempre però senza esito. Muore ad Ancona nell’aprile 1952. (R. Giulianelli)

 

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Archivio dello Stato - Ancona, Questura, Anarchici, b. 19, f. ad nomen; ivi, Sorvegliati politici 1900-1943, b. 80b, ad nomenCorrispondenze, «Il Grido della folla», 18 giu. e 8 dic. 1906.

Bibliografia: R. Giulianelli, Le origini della camera del lavoro di Ancona, in 1900-2000. 100 anni di lavoro per il lavoro, Ancona 2001, p. 45.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Vitaliano e Amelia Ricotti

Bibliografia

2004

Persona

Collezione

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