PALMARINI, Antonio

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
PALMARINI, Antonio

Date di esistenza

Luogo di nascita
Lucugnano
Data di nascita
October 4 1877
Luogo di morte
Lecce

Biografia / Storia

Nasce a Lucugnano, frazione di Tricase (Le), il 4 ottobre 1877 da Pietro e Cortese Celimanna, pubblicista. Nel 1896 promuove una manifestazione contro il preside del liceo dove studia, a Lecce, con danneggiamento di suppellettili e minacce anonime. Per tale fatto è processato il 18 marzo 1897 e assolto per insufficienza di prove. Entrato a far parte del gruppo socialista di Gallipoli, inizia un’attiva propaganda nella classe operaia. Laureatosi in Giurisprudenza all’università di Napoli, nel marzo del 1900 rientra a Lecce e vi fonda e dirige il settimanale socialista «L’Intransigente». Il 13 aprile subisce il primo sequestro per offese al Parlamento nazionale. Nei due anni successivi, il giornale acquista una buona diffusione e popolarità, che travalica i confini della provincia. In contrasto coi socialisti leccesi, per la loro politica equivoca, P. svolge su di essi un’inchiesta che il 18 febbraio 1902 gli costa una condanna a quattro anni di reclusione e una multa per diffamazione a mezzo stampa (annullata in appello) e la riprovazione del partito socialista nazionale. Nel corso dell’anno ha intanto preso contatto con gli anarchici de «L’Agitazione» di Roma. Nel novembre 1902 «L’Intransigente» si dichiara “libertario” e dal settembre 1903, assumendo il sottotitolo di “periodico settimanale anarchico delle Puglie”, diventa il primo giornale anarchico della regione. Tra maggio e giugno del 1903, approfittando di uno sciopero degli avvocati leccesi, P. organizza una serie di manifestazioni antigovernative, che coinvolgono varie categorie sociali e culminano, il 4 giugno, in una dimostrazione ostile a Casa Savoia, sciolta dalla forza pubblica. Arrestato la sera stessa, insieme ad altre 19 persone, perché, secondo la questura, “egli fu il primo a lanciare un sasso contro i funzionari e gli agenti della forza pubblica, gridando ‘Viva l’anarchia’”, viene rilasciato il 17 giugno successivo per non provata reità. Può quindi partecipare al primo congresso anarchico pugliese, che ha luogo nel Teatro Comunale di Corato il 16 agosto 1903, promosso dagli anarchici Nicola Chimenti di Bari e Michele Capozza di Corato. Nello stesso anno pubblica a Lecce un romanzo di propaganda anarchica, Alba dei liberi, con il quale inaugura la Biblioteca de «L’Intransigente» e raggiunge notorietà nazionale. Perseguitato dalla polizia e alle prese con continue difficoltà finanziarie, P. è costretto prima a ridurre la periodicità de «L’Intransigente» da settimanale a quindicinale, poi, interrotte le pubblicazioni il 27 maggio 1905, a trasferirsi a Milano, per esercitarvi la professione forense. Torna a Lecce nel giugno 1907. Due anni dopo contrae matrimonio con una ricca vedova, il che lo porta a modificare in parte le proprie idee, facendosi “caldo sostenitore”, nelle elezioni politiche del 1908, del candidato costituzionale onorevole Giuseppe Pellegrino. Il 1° luglio 1910 incomincia la pubblicazione a Lecce, con i tipi di una tipografia di sua proprietà, del periodico quindicinale «Scuola moderna», “rivista internazionale di libero pensiero” (poi “rivista di critica e di studi del pensiero contemporaneo”) del quale è al contempo direttore, proprietario e principale redattore. L’iniziativa si esaurisce entro l’anno. Successivamente, pur vivendo di rendita, P. si farà nuovamente notare sia per la sua abilità di “organizzatore di masse operaie” che per il suo eclettismo politico. Interventista, nel primo dopoguerra tenta di formare, insieme a Pietro Mirti, già espulso dalla massoneria ufficiale, una propria associazione massonica, col nome di “Moderna Carboneria Meridionale”. Iscrittosi al partito fascista fin dal 1922, pubblica due anni dopo qualche numero del quindicinale «Excelsior», che inneggia al “governo restauratore” di Mussolini. Alcoolizzato e alle prese con gravi problemi di salute, è costretto ad allontanarsi dalla vita pubblica. Muore a Lecce il 18 novembre 1927. (N. Musarra)
 

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; L. Bettini, Bibliografia dell’anarchismo, vol. 1 t. 1. Periodici e numeri unici anarchici in lingua italiana pubblicati in Italia (1872-1971), Firenze 1972, ad indicem.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Pietro e Cortese Celimanna

Bibliografia

2004

Persona

Collezione

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