PAGLIAI, Dante

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
PAGLIAI, Dante

Date di esistenza

Luogo di nascita
Firenze
Data di nascita
February 4 1889

Biografia / Storia

Nasce a Firenze il 4 febbraio 1889 da Vincenzo e Filomena Salamone, cappellaio. Le scarne informazioni poliziesche sugli anni giovanili e sulla sua formazione, ci informano che egli, concluse le scuole elementari e possedendo una “discreta cultura e una vivace intelligenza”, viene avviato al mestiere di cappellaio. Nel 1910 si trasferisce a Milano e la Prefettura annota come “nei primi anni della sua dimora nel capoluogo lombardo”, mantenga una “regolare condotta”. È quando nel 1915 si trasferisce a Greco milanese che comincia a farsi notare come militante “nelle file del partito anarchico” dopo avere stretto una relazione d’amicizia con Guglielmo Guberti ed Ettore Testori e frequentando Luigi Molinari e gli ambienti della Scuola moderna “F. Ferrer”. Nel 1917, poi, divenuto “propagandista audace delle teorie libertarie egli è sospettato di tenere, insieme al Molinari, i rapporti con gli anarchici della “Lunigiana e del genovesato”. Nello stesso anno per avere esercitato azioni avverse alla guerra viene rimpatriato con un foglio di via a Firenze da dove, però, fa presto ritorno clandestinamente a Greco per poi trasferirsi a Lecco. L’anno successivo, pur riformato dal servizio militare nel 1909, in seguito a noie con la legge, viene inviato a un reparto mobilitato. Alla fine della guerra, al principio del 1919, torna a Greco dove si stabilisce prendendo “parte a tutte le manifestazioni anarchiche”; ed infatti nel settembre viene arrestato per sospette complicità negli attentati tenuti al Palazzo di giustizia milanese ed al caffè Biffi (sarà scarcerato dopo due mesi di detenzione, per insufficienza di prove). In questi anni collabora al periodico «Guerra di classe» e, alla sua fondazione, viene designato come gerente responsabile di «Umanità nova», quotidiano diretto da E. Malatesta. Il 16 ottobre 1920 egli è arrestato, denunciato e incarcerato per i reati di “istigazione in attentati commessi mediante esplosivi […] Istigazione a delinquere e apologia […] della disobbedienza alle leggi e all’odio delle classi sociali […] Vilipendio all’esercito”. Pare potersi datare in seguito alla sua scarcerazione provvisoria del 1921, la diffusione nell’ambito del movimento delle voci che lo vogliono collaboratore della polizia (secondo una postuma testimonianza di Mario Mantovani); allontanato dal movimento, egli infatti si rende irreperibile trasferendosi a Boston prima di essere condannato a cinque anni di reclusione. Successivamente si trasferisce a Parigi dove si impiega come cappellaio e in seguito ad amnistia, nel dicembre del 1925, torna a Milano ad abitare con la compagna Maria Pellegrini (dopo la separazione dalla sua prima moglie Lucinda Martini). Qui apre un laboratorio di cappelli e, non dando luogo a particolari rimarchi, viene di tanto in tanto fermato e rilasciato e la polizia rileva come si mantenga in contatto epistolare con alcuni compagni all’estero. Al principio degli anni Trenta, trasferitosi a Lainate ed esercitando il mestiere di venditore ambulante egli pare ormai allontanatosi del tutto dagli ambienti libertari sebbene venga costantemente vigilato dalle autorità che nel 1936 dopo un periodo di irreperibilità di circa quattro anni ne rilevano il trasferimento a Rho e i costanti viaggi di lavoro nel nord Italia. Dall’ottobre del 1938 se ne perdono le tracce. S’ignorano data e luogo di morte. (M. Granata)
 

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale; ad nomen; Intervista di V. Mantovani a M. Mantovani del 6 ott. 1963.

​Bibliografia: V. Mantovani, Mazurka blu. La strage del Diana, Milano 1979 (Pescara 2002), ad indicem.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Vincenzo e Filomena Salamone

Bibliografia

2004

Persona

Collezione

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