PACINI, Ugo
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- PACINI, Ugo
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Grosseto
- Data di nascita
- June 30 1889
- Luogo di morte
- Grosseto
Biografia / Storia
- Nasce a Grosseto il 30 giugno 1889 da Ivo Ulisse e Italia Soldati, meccanico, operatore cinematografico. Nel 1907 invia qualche contributo a «Il Libertario», di La Spezia, insieme a Mellido Ramacciotti, Francesco Sartini, Alessandro Carletti e Amilcare Vecchi, e il 12 maggio 1908 è tra i fondatori del Gruppo giovanile anarchico “Germinal”, che ha sede in casa sua. Nel 1911 dà vita, insieme a Francesco Sartini, Paolo Ancarani, Umberto Lenzi e altri compagni di fede, a un altro Circolo “Germinal”, che è la continuazione del Gruppo socialista anarchico “Eguaglianza e libertà”, costituito da Sartini nel 1902. Chiamato alle armi verso la fine dell’anno e mandato in Libia, vede apparire nel febbraio 1912 la sua foto sul giornale «L’Ombrone» di Grosseto, insieme a quelle di Azeglio Battigalli e di altri soldati grossetani, impegnati nella campagna coloniale. Nel 1913 un fratello di P., Ivo, scultore e pittore apprezzato, comincia a preparare il busto di Francisco Ferrer, che viene inaugurato a Roccatederighi l’anno seguente. Nel 1915 P. torna sotto le armi e per lui ci sono – invece delle sabbie delle sirti – il fango e le sofferenze delle trincee. In questa fase pare sensibile agli argomenti degli interventisti, come si arguisce dalla lettera, che, alla fine del 1915, indirizza a Giuseppe Benci, direttore dell’«Etruria nuova» di Grosseto: “Affettuosi saluti a tutti i buoni amici. Con la speranza della vittoria e per la causa della civiltà sfidiamo lieti la morte...” Nel 1916 riafferma, insieme al fratello Ezio, la “completa fiducia nella vittoria finale”, poi, a guerra conclusa, riprende il suo posto nel movimento anarchico grossetano. Abbonato al «Libero accordo» di Roma e altri giornali e riviste libertarie, fa propaganda fra gli operai e il 19 marzo 1925 subisce una perquisizione domiciliare, dall’“esito infruttuoso”. Avversario dichiarato dei fascisti, è obbligato a munirsi di carta di identità nel 1927, in base alla nuova legge di Pubblica sicurezza. Il 31 luglio 1929 viene incarcerato per “motivi di ordine pubblico”, alla vigilia della giornata internazionale contro la guerra, e il 26 ottobre è imprigionato per analoghe ragioni. Il 28 dicembre viene fermato a pochi giorni dalle nozze “lugubri” del principe ereditario e trattenuto in carcere fino all’11 gennaio 1930. Il 7 febbraio è incluso nella lista degli antifascisti da arrestare in determinate circostanze, insieme a Umberto Lenzi, Nello Bianchi, Leone Ginanneschi, Giuseppe Moroni, Paolino Ancarani, e il 4 giugno 1933 viene arrestato perché “sospetto di mene sovversive”. Malgrado l’assillante sorveglianza, P. non si piega, come ripete la Prefettura di Grosseto nel 1936, scrivendo che frequenta Gino Franchi, Ultimino Magini e altri antifascisti, e nel 1940, quando riferisce che non ha abiurato le sue idee. Sorvegliato giorno e notte, l’anarchico incontra spesso sulle mura cittadine altri sovversivi. Dopo l’8 settembre 1943 prende parte alla creazione del CLN, insieme a Aristeo Banchi e Angelo Rossi, e il 15 settembre dà vita al Comitato militare di Grosseto insieme a Banchi, Rossi, Gastone Barbini, Albo Bellucci, Tullio Mazzoncini e Giuseppe Scopetani. Nel giugno 1944 si fa notare per il coraggio personale nei combattimenti che portano alla liberazione di Grosseto, poi, dopo la definitiva cacciata dei nazisti, si iscrive al PCI e fa parte della Commissione di polizia. In seguito entra, insieme a Arturo Boldrini e ad altri antifascisti, nelle giurie popolari che si occupano dei processi contro gli squadristi e i repubblichini, e il 10 marzo 1946 viene eletto consigliere comunale di Grosseto nelle liste del PCI-PSI. Muore nel capoluogo maremmano il 14 gennaio 1953. (F. Bucci - S. Carolini - M. Lenzerini)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.
Bibliografia: L’Italia è una galera, ivi; Bandiere al vento, a c. di C. Barontini, «Grosseto ’90», apr. 1988, p. 10; N. Capitini Maccabruni, Appunti su politica e amministrazione a Grosseto nel primo decennio repubblicano, in La Toscana nel secondo dopoguerra, Milano 1991, p. 782; A. Banchi, Si va pel mondo..., cit., pp. 84, 86, 115.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Ivo Ulisse e Italia Soldati
Bibliografia
- 2004