NOSOTTI, Arnaldo Antonio Azzo
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- NOSOTTI, Arnaldo Antonio Azzo
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Milano
- Data di nascita
- January 5 1875
- Luogo di morte
- Milano
Biografia / Storia
- Nasce a Milano il 5 gennaio 1875 da Luigi e Amalia Piantanida, meccanico. A causa della morte prematura del padre viene “ricoverato” presso l’Orfanotrofio maschile, dove frequenta le 4 classi elementari e i successivi tre corsi complementari. Fa parte, con Francesco Cafassi, Alfredo Labajani e Raffaele Petrali di quel gruppo di “martinitt” che, influenzati dal materiale propagandistico (opuscoli, giornali, manifesti, ecc.) penetrato “clandestinamente” nell’Orfanatrofio, diventano anarchici tra il 1889 e il 1890. Dal profilo biografico, redatto nel 1897, N. risulta in stretti rapporti anche con Carlo Frigerio, Umberto Perrucchetti detto “Piccinaccio”, Alfiero Gabrielli, nonché in corrispondenza con Malatesta. Nel corso degli anni Novanta appartiene a diversi circoli, da quello di via Santa Sofia a “Il Risveglio” di via Lomazzo, e da ultimo al Circolo anarchico di studi sociali. Socio della propria lega di mestiere e della CdL, N. è presente a tutte le conferenze di propaganda, tenute nei circoli, al teatrino Renzo di via Ariberto, al Consolato operaio, alla Canobbiana ecc., e soprattutto a quelle di Pietro Gori. Immancabile nelle manifestazioni di piazza, riesce sempre ad evitare l’arresto. Nel 1898 si trasferisce prima a Torino e poi, alla ricerca di lavoro, a Ginevra. Nel 1901 il Console generale di New York lo segnala a Jersey City e lo indica come affiliato al gruppo “Caserio” di Parigi e al “Circolo volante” di West Hoboken. Nel 1903 N. risiede a New York e lavora come“chauffeur”, ma, a causa di dissidi – sembra – con Rocco Montesano, si mantiene estraneo all’ambiente anarchico. Ritornato a Milano nel 1906, è prima comproprietario di un garage in via Ariberto, poi, nel 1908, apre un garage con annessa officina meccanica in via Vivaio. Ormai totalmente estraneo al movimento anarchico, nel 1929, in una istanza per la richiesta del passaporto (rifiutatogli dalla Questura), si presenta come consigliere d’amministrazione della Società Italiana Apparecchi Magondeaux (da lui fondata), contribuente per più di diecimila lire all’anno, buon italiano e difensore, ai tempi dell’emigrazione, della “amata patria”, nonché vittima di “malevole calunnia”risalente al 1895. Muore a Milano il 26 febbraio 1930. (M. Antonioli)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Luigi e Amalia Piantanida
Bibliografia
- 2004