NESI, Rodomonte Andrea

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
NESI, Rodomonte Andrea

Date di esistenza

Luogo di nascita
Livorno
Data di nascita
September 29 1888
Luogo di morte
Morata De Tajuña

Biografia / Storia

Nasce a Livorno il 29 settembre 1888 da Andrea e Marina Viola, pescatore. Pregiudicato per reati comuni. Chiamato alle armi nel 1915, viene condannato dal Tribunale militare di Firenze, il 17 giugno 1916, a quattro anni di carcere per insubordinazione. Tornato a Livorno verso la fine del 1919, viene “più volte fermato e ricercato” per la sua opposizione allo squadrismo. Affiliato, nel 1926, al gruppo anarchico, detto di “Fiorentina”, dimostra di essere un “tenace assertore delle sue idee”, poi, malgrado la sorveglianza, riesce a lasciare clandestinamente l’Italia il 6 ottobre 1933, insieme agli anarchici Arrigo Catani, Narciso Menicagli e Virgilio Fabbrucci, e altri sovversivi. La barca approda a Bastia e, qualche settimana più tardi, N. viene iscritto nel «Bollettino delle ricerche», per l’arresto. Trasferitosi a Marsiglia, partecipa, il 20 maggio 1934, a una riunione di anarchici, insieme a Giulio Bacconi,  Lanciotto Persico e altri, poi, insieme al dirigente comunista Cesare Massini, diffonde volantini e giornali antifascisti fra i marinai italiani, che frequentano il porto di Marsiglia, e, al principio del 1935, viene colpito da un “arrêté d’expulsion”. Rimasto illegalmente in Francia, viene arrestato per “rottura di bando” e condannato, il 15 maggio, a 15 giorni di carcere, quindi, nell’ottobre del 1936, valica i Pirenei e si arruola nelle Brigate Internazionali. Sergente nel btg Garibaldi, combatte agli ordini di Picelli, Pacciardi e Barontini e il 13 aprile 1937 cade a Morata de Tajuña: “Un proiettile” racconterà il comunista Giacomo Calandrone “ferisce due garibaldini ed uccide il sergente Nesi Radamonte (Lillo), un anarchico livornese che combatteva nel battaglione sin dalla sua formazione”. Un certo “Libertario” scrive un lungo necrologio, destinato a “Noi passeremo, quotidiano del Battaglione Garibaldi”: “Lillo! Così tutti lo chiamavano. […]. Venne anche lui con lo scaglione ‘Picelli’ a far parte del Battaglione “’Garibaldi’. Pochi giorni bastarono perché si fosse conquistata la simpatia di noi tutti […]. Fu con noi al fronte del Pardo, di Mirabueno, di Majahonda. Il 12 aprile fummo in trincea, il 13 nel pomeriggio un proiettile d’artiglieria doveva ferirlo mortalmente in più parti del corpo. La sua ultima parola che distintamente udii fu: Compagni!! Compagni! Qualche rantolo, poi più nulla. L’avevo inteso qualche ora prima, mentre parlava con un compagno, dire: ‘Io non morirò mai’. Avevi ragione, Lillo. Tu come tutti i nostri caduti non morirai mai”. Qualche mese dopo la sua morte N. viene incluso fra gli attentatori residenti all’estero e il 7 ottobre la Prefettura di Livorno scrive che resta ancora da accertare se sia effettivamente caduto in Spagna. Il 7 maggio 1941 il comunista Pasquale Cacciari, già volontario nelle Brigate Internazionali, dichiara a Livorno, durante un interrogatorio: “Fra i caduti livornesi combattenti nelle milizie rosse sentii fare i nomi di un certo soprannominato “Lupo” e di altro chiamato “Lillo il ceo” (cioè N.). (F. Bucci – G. Piermaria)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen. 

Bibliografia: Volontari italiani caduti in Spagna, Quaderni italiani, New York, vol. 3, apr. 1943, p.130; GCalandrone, La Spagna brucia: cronache garibaldine, Roma 1962, p. 119; La Spagna nel nostro cuore. 1936-1939, Tre anni di storia da non dimenticare, Roma 1996, ad nomenIl coraggio della memoria e la guerra civile spagnola (1936-1939)... / a c. di F. Giannantoni e F. Minazzi, Varese 2000, p.176.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Andrea e Marina Viola

Bibliografia

2004

Oggetto

Collezione

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