​MINCIGRUCCI, Umberto

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​MINCIGRUCCI, Umberto

Date di esistenza

Luogo di nascita
Torgiano
Data di nascita
4 Settembre 1881
Luogo di morte
Greco
Data di morte
9 Aprile 1926

Attività e/o professione

Qualifica
Commesso viaggiatore

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a Torgiano di Perugia il 4 settembre 1881, da Francesco e Bianchi Rosalba, commesso viaggiatore. Le autorità di polizia datano l’approdo di Mincigrucci all’attività politica al 1910, riferendola esplicitamente al campo anarchico e alla località di Greco Milanese, dove egli risiede dal 1905. Peraltro, a quanto pare, la professione di rappresentante di una “ditta di ingrandimenti fotografici”, quindi la propensione alla mobilità sul territorio, gli consentono di ricoprire un ruolo di rilievo nel mantenimento dei contatti, nell’opera di diffusione della propaganda e della stampa sovversiva, per quanto riguarda un’area comprendente Lombardia, Toscana, Veneto, Emilia, Umbria. Segnalazioni e “fogli di via” si moltiplicano in particolare nel periodo della fondazione dell’ usi che, nell’autunno del 1912, raccoglie le componenti libertarie e sindacaliste rivoluzionarie del movimento operaio. In effetti, l’impegno profuso a favore delle organizzazioni economiche dei lavoratori appare fondamentale nell’opera di Mincigrucci, che tra il 1912 e il 1913 intensifica i rapporti con la realtà bresciana e con quella milanese. A Milano egli conosce il leader sindacalista rivoluzionario Filippo Corridoni e la propagandista d’origine polacca Maria Rygier, già animatrice del foglio antimilitarista «Rompete le file». A differenza dei due, tuttavia, Mincigrucci esprime in seguito una netta ostilità all’adesione al movimento interventista, che tra l’estate del 1914 e la primavera del 1915 richiede con forza al governo l’ingresso dell’Italia nel Primo conflitto mondiale, a favore delle potenze dell’Intesa e in nome della “guerra rivoluzionaria”.

Mincigrucci infatti, dopo la partecipazione a Vicenza ai moti della “settimana rossa” (giugno 1914), è arrestato, dopo aver partecipato il 3 marzo 1915, come oratore, ad una conferenza-comizio contro la guerra presso il circolo socialista di S. Jacopo (Livorno). Il fermo viene effettuato nottetempo dalla squadra mobile e “rimpatriato” con foglio di via, col pretesto di un precedente per furto (Un arresto per misure di P.S.,«Gazzetta livornese», 14-15 marzo 1915). Inviato al fronte Mincigrucci è riformato nel 1917, per motivi di salute. Il ritorno della pace vede Mincigrucci riprendere la propria professione ed il proprio impegno politico. Nel 1919 è segretario, insieme al sindacalista Nicola Vecchi, della neonata sezione USI bresciana, nonché redattore del foglio ad essa legato: «Il Soviet sindacale». Il giornale, definito da Mincigrucci “mio pargolo diletto”, ha vita breve: solo tre numeri tra il maggio e il giugno del 1919. Vita breve ha anche la sua segreteria a Brescia, stroncata dall’arresto per “eccitamento all’insurrezione contro i pubblici poteri” decretato dalle autorità a luglio, dopo i moti contro il caro-viveri d’inizio mese e lo sciopero filosovietico dei giorni 20 e 21.

Mincigrucci è scarcerato a settembre e colpito dal provvedimento del foglio di via obbligatorio da Brescia. La realtà bresciana continua tuttavia ad attrarre l’attenzione di Mincigrucci, che nel corso del 1920 trasferisce la residenza in provincia, a Montichiari, seguendo poi lo svolgimento cittadino del movimento delle occupazioni delle fabbriche (settembre 1920), del quale riferisce in alcune corrispondenze inviate al quotidiano anarchico «Umanità nova». Del 1920 è anche la partecipazione di Mincigrucci al convegno costitutivo dell’UAI. Gli eventi successivi, il riflusso del movimento che aveva segnato il cosiddetto “biennio rosso” 1919-1920, il dilagare dello squadrismo fascista ecc., inducono poi Mincigrucci, tra l’altro già affetto da una grave forma di tubercolosi, alla quasi totale inattività sia politica che lavorativa e al rientro a Greco Milanese. Coinvolto senza conseguenze nelle indagini milanesi relative all’attentato al cinema “Diana” (marzo 1921), Mincigrucci muore a Greco il 9 aprile del 1926. Il giorno del suo funerale rappresenta a Brescia, e in alcune altre città italiane, un’occasione, colta in vario modo dai residui gruppi di militanti libertari (distribuzioni di manifestini, brevi comizi ecc.), per esprimere dissenso verso il governo fascista, ormai orientato a sottolineare i propri connotati dittatoriali. (R. Bernardi)

Fonti

Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Fondazione Luigi Micheletti, Brescia, Fondo militanti, ad nomen

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Bibliografia

 
Scritti di M.: Al nascente Soviet Sindacale, «Il Soviet sindacale», 1 giu. 1919; Da Brescia, «Umanità nova», corrispondenze luglio-novembre 1920.

Scritti su M.: G. Porta, D. Viotto, Note autobiografiche di un organizzatore operaio, «Annali della Fondazione Luigi Micheletti», Brescia 1984, p. 332; R. Bernardi, Umberto Mincigrucci (1905-1926). Note sull’anarchismo bresciano, «Rivista storica dell’anarchismo», 1997, p. 49 e ss.

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