​MILANO, Edoardo

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​MILANO, Edoardo

Date di esistenza

Luogo di nascita
Grugliasco
Data di nascita
1858
Luogo di morte
Torino

Biografia / Storia

Nasce a Grugliasco (TO) l’11 ottobre 1858 da Pietro e Margarita Rostagno. Stranamente il suo nome compare nel Registro Parrocchiale degli Atti di Battesimo, ma non c’è traccia della famiglia nell’Archivio della popolazione residente. In mancanza anche del fascicolo presso l’ACS, la vita di M. è avvolta da una sorta di nebbia. M. compare a Lugano nel novembre 1891, costretto ad “esulare” per un’imputazione di “propaganda contro le istituzioni del Regno e contro la sicurezza della famiglia reale”, ed è definito “commesso”.

Nel giugno 1892, secondo informazioni della polizia francese, è sospettato di aver “poligrafato e spedito agli anarchici di Saint-Étienne un certo numero di esemplari di una circolare che minacciava di morte i giurati del processo a Ravachol” (M. Binaghi, Addio Lugano bella, Locarno, Dadò, 2002, p. 536). Una perquisizione porta alla scoperta invece della traduzione italiana de «L’Indicateur anarchiste», un manuale per la preparazione di esplosivi, apparso a puntate ne «L’International» e allora in circolazione negli ambienti italofrancesi, come dimostrerà due anni dopo la vicenda del torinese Romualdo Pappini. Considerato assolutamente innocuo dal commissario di Lugano (“Giacché a questo Milano si è voluto dare una reputazione quasi da Ravachol, è mio dovere di dire che era invece d’animo mite e di carattere dolce”, ivi, p. 536), continuerà ad essere sospettato di “bombismo” dalla Questura milanese, che lo indicherà insieme con Mauro Fraschini, come il confezionatore degli ordigni scoppiati a Milano tra la fine del 1894 e gli inizi del 1895 ed addebitati, in qualità di esecutore, a Luigi Losi.

Sempre nel 1892 appare, nella collana del «Sempre avanti!» di Livorno, un opuscolo anonimo, Primo passo all’Anarchia, “dedicato agli oppressi di tutto il mondo”, di cui tuttavia M. è conosciuto come autore e che, nella seconda edizione del 1894, porta il suo nome. Nel luglio 1894, una nuova segnalazione francese lo vuole in combutta con Isaia Pacini e Attilio Panizza per preparare un attentato a Parigi o a Lione, durante il processo di Caserio. Sembra, infatti, che M., Pacini e il ticinese Antonio Gagliardi fossero i più vicini a Caserio, durante il suo soggiorno luganese, ed una loro riunione con Pietro Gori e Podreider, avvocato dell’attentatore di Carnot, mette in allarme le autorità francesi che si premurano di espellere preventivamente M., Pacini e Panizza, interdendo loro l’accesso in Francia.

Nell’estate del 1894 M. è oggetto di una strana campagna di stampa de «Le Matin», sulle cui colonne si fanno velate insinuazioni sulla sua mancata espulsione dalla Svizzera e si narra di un suo ritorno a Torino per costituirsi, di una breve detenzione e di un sospetto rilascio. Non solo. M. è descritto come conferenziere “circa l’uso della bombe e del pugnale” e descritto nell’atto di cantare a squarciagola con Gagliardi e Caserio “un Ça ira anarchico” (ivi, p. 575). In questa fase, in cui Lugano pare essere diventata uno dei più importanti crocevia dell’anarchismo, in un clima di sospetto che l’arrivo di Domanico (ora noto come spia) non contribuisce a rasserenare, con accuse di un nuovo complotto contro Casimir-Périer, il nome di M. appare costantemente abbinato a quello di Gori. Non stupisce quindi che anche M. venga espulso, con Gori, Baracchi, Redaelli, i due Bonometti, Borghesani, nonché l’immancabile Domanico, dalla Confederazione. Insieme con Gori, Baracchi e Redaellli raggiunge Londra.

Informazioni fiduciarie lo segnalano abitare con Redaelli nella capitale britannica. Max Nettlau, nel suo Malatesta (New York, «Il Martello», 1922, pp. 203-205) lo definisce “quieto, fervido propagandista” e narra che abitava a Somers “in una minuscola soffitta adibita precedentemente ad uso di piccionaia”. Le uniche notizie sui periodi successivi ci vengono sempre da Nettlau. “Anche Milano emigrò in America, ma ne ripartì subito ed incominciò a dare segni di squilibrio mentale. In Italia si stabilì nel suo villaggio natio; nel 1896 lo vidi a Torino per l’ultima volta. Da Malatesta ho appreso che morì tragicamente nel 1907, se ben rammento”.

Una lettera di M. ad Antonio Gagliardi, inviata da Grugliasco il 25 gennaio 1905 (P.C. Masini, Storia degli anarchici italiani nell’epoca degli attentati, Milano, 1981), è l’ultima segnalazione diretta che possediamo. In essa M. confessa di aver perso “ogni energia, ogni entusiasmo”, di essere diventato individualista dopo aver letto L’Unico di Max Stirner, di essere ormai inabile per una “miopia progressiva”, e segnala la riedizione del Primo passo all’anarchia da parte de «Il Libertario».

M., come riportato da «Le Matin» del 10 agosto 1907 (Un français tué à Turin), che lo definisce “vaguement anarchiste et généralement consideré comme detraqué [squilibrato]”, uccide con diversi colpi di rivoltella un conoscente Adolphe Chazalettes, fabbricante di vermouth francese, residente a Torino, e poi si suicida.
(M. Antonioli)

Fonti

Fonti: Biblioteca Franco Serantini, sez. Archivio, Carte Masini, Carte Gagliardi-Bonaria-Peretti; Archivio Comunale di Grugliasco (TO).
 
Bibliografia:
scritti di M.: Primo passo all’Anarchia, Livorno, 1892 (nuova ed., La Spezia 1915);
 
scritti su M.: M. Nettlau, Errico Malatesta. Vita e pensieri, New York, 1922; P.C. Masini, Storia degli anarchici italiani nell’epoca degli attentati, Milano, 1981, ad indicem; M. Binaghi, Addio Lugano bella, Locarno 2002, ad indicem.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Pietro e Margarita Rostagno

Bibliografia

2016

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