MIGLIORINI, Pasquale

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
MIGLIORINI, Pasquale

Date di esistenza

Luogo di nascita
Cavriglia
Data di nascita
April 7 1895
Luogo di morte
Parigi

Biografia / Storia

Nasce a Cavriglia (AR) il 7 aprile 1895 da Giovanni e Marianna Nerbini. Chiamato comunemente Pascal, consegue la licenza di scuola elementare e poco dopo inizia a lavorare come “ragazzo” nelle miniere di lignite. Qui partecipa a pieno alla fase di grande espansione locale delle idee libertarie ed anarcosindacaliste, vive l’epopea delle lotte dell’USI per la conquista della giornata di sei ore e mezza ed ha modo di conoscere da vicino figure carismatiche come quella di Attilio Sassi. Tuttavia, annotano le carte del ministero dell’interno, in tutto questo periodo il giovane M. “non ebbe però alcuna influenza sui compagni di fede”. Anzi le stesse autorità di polizia ne delineano il carattere timido e la personalità riservata nei modi: assiduo lavoratore, molto attaccato alla famiglia, non ha precedenti penali. Ha prestato servizio militare di leva nel 5° Genio a Torino, dove è stato riformato, dopo 33 mesi per otite cronica. Dopo i tragici fatti del marzo 1921, cui segue la chiusura delle miniere, M. si trova costretto ad allontanarsi dal Valdarno per motivi di lavoro. Si stabilisce per alcuni anni a Rosignano Marittimo (LI) e qui è assunto come operaio alla Solvay, rimanendo in contatto con l’avvocato Libero Merlino, consulente dell’USI, per il quale svolge la funzione informale di fiduciario sindacale di zona. Nel 1926 emigra in Francia con regolare passaporto rilasciato dalla questura di Livorno e continuando, fino al 1928, a essere dipendente della stessa azienda chimica toscana. Risiede prima a St. Ethienne e, nel 1929, a Les Lilas (Seine). Intanto si adatta al nuovo mestiere di verniciatore di mobili. Nel 1931 si sposa con Barbara Premoli, originaria di Cremona. Nell’ottobre 1933, nonostante sia incensurato ed abbia tenuto condotta politica “esente da rilievi”, viene iscritto in rubrica di frontiera per provvedimento di fermo con la motivazione di “aver risieduto per qualche tempo a Montreuil Sous Bois, presso il noto Camillo Berneri”. Successivamente risulta il trasferimento con la famiglia a Romainville. In questo periodo il suo nominativo è segnalato in un elenco di 34 anarchici italiani fra i più attivi della regione parigina e tra i promotori, con Umberto Tommasini, di “un nuovo gruppo libertario”. Viene notato il suo passaggio in Spagna, da Perpignan, “dopo il 25 ottobre 1936”, insieme ad altri “correligionari” tra cui i valdarnesi Aurelio e Terzilio Aiacci, Adolfo Pintucci, Alessandro Maffei, Gualtiero Livi e Alpinolo Bucciarelli. Si arruola nella sezione italiana della Colonna Francisco Ascaso, gruppo “Angiolillo”, inquadrata nelle milizie CNT-FAIb. M. è nominato comandante di sezione ed in tale veste partecipa alle attività militari sul fronte di Aragona. Rientra in Francia nel luglio 1937 e intanto il Bollettino delle ricerche pubblica la sua foto segnaletica, stavolta con la dizione “da arrestare”. Le autorità italiane dispongono anche “rigorosi accertamenti” sul M. Nel 1940, sotto l’incalzare tragico degli eventi bellici, tenta invano di farsi rilasciare un passaporto. Il 4 luglio 1942 M., insieme a altri quattordici italiani, è consegnato alla polizia di frontiera di Bardonecchia mentre l’ambasciata d’Italia comunica: “I sottonotati connazionali sono stati arrestati dalla polizia francese, su ordine dei camerati germanici, ed internati nel campo di concentramento della caserma Tourelles a Parigi perché ex miliziani rossi in Spagna [...] Se detti arrestati non interessano saranno, o espulsi dalla Francia, o trattenuti nei campi...”. Ne viene quindi disposta la traduzione alle carceri di Arezzo per essere denunciato al confino di polizia. Dal successivo novembre M. è così assegnato per due anni a Ventotene. In Francia, sono rimasti la moglie Barbara e il piccolo figlio Giancamillo di quattro anni. Liberato dal confino formalmente nel giugno 1943, è però trattenuto come internato e quindi inviato a Renicci d’Anghiari (AR), terribile campo di concentramento riservato dal regime badogliano agli slavi e agli anarchici. Dopo l’8 settembre fugge insieme agli altri prigionieri e arriva in Valdarno. Partecipa alla resistenza ed è nominato membro del cln comunale di Cavriglia in rappresentanza degli anarchici. Nel dopoguerra raggiunge la famiglia in Francia e qui si stabilisce definitivamente. Continua a mantenere vivo il suo interesse per il movimento anarchico e frequenta gli ambienti degli ex combattenti antifascisti di Spagna. Negli anni della sua vecchiaia rimane segnato da un grave incidente stradale. Torna saltuariamente con la moglie nella sua Cavriglia, dove mantiene una piccola casa. Muore a Parigi. Il suo corpo è incenerito al Père Lachaise il 10 luglio 1986. (G. Sacchetti) 

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; ivi, Pubblica Sicurezza, 1935, b.32, “Parigi / movimento anarchico K1A”; ivi, ps, G1, b.271, “Internazionale di difesa anarchica 1930-1939”; D. Girelli, Migliorini Pasquale, «Umanità nova», 21 set. 1986, p. 7.
 
Bibliografia: Cavriglia nella lotta di liberazione, spec. «Vita Comunale», Cavriglia 1975; A. Dal Pont, S. Carolini, L’Italia al confino, Milano 1983, ad indicem; U. Tommasini, L’anarchico triestino, Milano, 1984, ad indicem; A. Lopez, La Colonna Italiana, Quaderno 1985; G. Sacchetti, 25 luglio-8 settembre 1943: Renicci d’Anghiari / un campo di concentramento badogliano per gli antifascisti anarchici, “Atti e Memorie dell’Accademia Petrarca di Lettere Arti e Scienze di Arezzo”, vol. LVIII (1996); Id., Presenze anarchiche nell’Aretino dal XIX al XX secolo, Pescara, 1999.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Giovanni e Marianna Nerbini

Bibliografia

2004

Persona

Collezione

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